Ancora restrizioni per l'acqua nelle nostre case Ambiente

L’Alto Calore, poco più di una decina di giorni or sono, attraverso i suoi massimi dirigenti ha chiesto alle Province di Avellino e Benevento di dichiarare lo stato d'emergenza idrica. Chissà poi se le poche piogge di questi ultimi giorni varranno a scongiurare le più pessimistiche previsioni che si sono paventate per l’imminente periodo natalizio.

Un’estate particolarmente calda e un autunno scarso di piogge hanno prodotto uno stato di criticità delle sorgenti. Di solito il mese di novembre è quello dell’anno in cui si ha il maggior numero di precipitazioni atmosferiche, ma quest’anno non è stato così.

A questo va aggiunta una rete alquanto vecchia che, per stessa ammissione dell’Alto Calore, in alcune zone fa verificare perdite che sfiorano addirittura il 75 per cento del liquido immesso in condotta.

Come se non bastasse, il comportamento non sempre parsimonioso dei cittadini che non si preoccupano più di tanto per un uso oculato, evitando ogni forma di spreco, fa il resto. Si dovrebbe passare ad altra mentalità, evitando al massimo gli usi non potabili e adottando pratiche utili nell’immediato a limitare il più possibile gli eventuali disagi che potrebbero verificarsi a breve, quali il non lasciare inutilmente i rubinetti aperti, controllare che non ci siano perdite e far funzionare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico, preferire la doccia al bagno, metodica questa che fa risparmiare fino a 100 litri per volta.

A tal fine l’Alto Calore, che serve 135 comuni tra Sannio e Irpinia, sta adottando misure draconiane riducendo la pressione in alcuni casi, mandando a riposo caldaie e lavatrici, e togliendo in altri l’approvvigionamento idrico dalle ore 22 alle 6. Ad accrescere i disagi per le popolazioni interessate ci si sono messi pure i guasti verificatisi alla media di uno o due a settimana dell’ultimo periodo che hanno privato dell’acqua le abitazioni per l’intera giornata. I più notevoli si sono registrati ultimamente nell’area di Fragneto Monforte e nell’agro di Pesco Sannita e Apice, interessando i comuni di Apice, Paduli, Pietrelcina, Pesco Sannita, Reino, Pago Veiano, Fragneto Monforte, Casalduni, Campolattaro, Sant’Arcangelo Trimonte.

Intanto l’Alto Calore ha chiesto ed ottenuto dall’Acquedotto Pugliese circa 40 litri di acqua il secondo, almeno per far fronte all’immediato periodo nero. Poi un aspetto che bisognerebbe rivedere al più presto – a detta del direttore generale dell’Alto Calore, Eduardo Di Gennaro – è quello che, in base ad un vecchio ma superato vincolo di solidarietà della legge Galli, l’acqua delle sorgenti del Cassano vada in Puglia. Nell'attesa che il tempo torni a darci le piogge e, perché no, magari le nevicate, i componenti del Cda incontrando stampa e istituzioni hanno chiesto che ognuno faccia la propria parte, così come gli utenti invitati ad un uso meno scialacquatore.

I cittadini invece auspicano che le amministrazioni comunali diano tempestive e soprattutto notizie certe alle proprie popolazioni su quando e per quanto mancherà l’acqua, altrimenti accade che la preziosa risorsa idrica sia sprecata ancor di più se, come verificatosi, la cittadinanza erroneamente avvisata s’affretta a far riserve d’acqua a più non posso e poi non restando più a secco i rubinetti, lo stesso prezioso liquido di troppo finisce per essere sprecato terminando direttamente nel tubo di scarico.

GIANCARLO SCARAMUZZO

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