Liberato nel Sannio il falco più raro d’Europa Ambiente

Si chiama Matilde, o almeno così l’hanno battezzata le persone che l’anno raccolta in una campagna sannita e consegnata al WWF due mesi fa, ma la certezza che si trattasse una femminuccia la si è avuta solo dopo un accurato esame di veterinari ed ornitologi. Matilde è una giovane femmina di Lanario (nome scientifico Falco biarmicus), e da qualche giorno è tornata, libera, a volare.

Matilde si era ferita all’ala sinistra, probabilmente in un urto fortuito, procurandosi una frattura al II metacarpale. Consegnata ai volontari del WWF, è stata curata nel Centro Recupero Rapaci dell’Oasi WWF di S. Silvestro a Caserta. In circa due mesi, la frattura è stata ricomposta, poi la riabilitazione al volo. Infine, l’inanellamento e la liberazione, in una località del Sannio che il WWF non ha rivelato.

Il Lanario (Falco biarmicus) è il falco più raro d’Europa. Lungo tra 43 e 52 cm, con apertura alare tra 95 e 115 cm, ha le parti superiori bruno bluastre, più chiare sul groppone e sulla coda, la coda barrata superiormente di nero con punta bianca. Il vertice della testa e la nuca sono rossastri o color sabbia, con una stretta linea nera lungo la parte superiore delle guance e mustacchi sottili neri attraverso le guance bianche.

I fianchi e i calzoni (la parte piumata sopra le zampe) sono decisamente punteggiati, mentre il resto delle parti inferiori è solo leggermente punteggiato. La superficie inferiore dell'ala è chiara. I giovani come Matilde sono bruno scuro uniforme con parti inferiori più marcatamente punteggiate e striate che negli adulti, e le femmine sono riconoscibili dai maschi solo per le maggiori dimensioni. Matilde pesa 570 grammi e ha probabilmente poco più di un anno di vita. Verso i tre anni, raggiunta la maturità sessuale, assumerà il piumaggio grigio bluastro tipico della specie adulta.

Il Lanario è una specie residente, cioè non migra come atri uccelli. Il suo habitat è di aperta campagna, e nidifica su sporgenze rocciose inaccessibili, o talvolta sugli alberi. Cattura le prede con attacchi a sorpresa, in volo o a terra. La dieta è costituita principalmente da uccelli di dimensioni medio-piccole, ma si ciba anche di ratti, conigli, pipistrelli, lucertole, serpenti, locuste e coleotteri.

Il Lanario è rarissimo, il sud Italia costituisce l’estremo nord del suo areale tipico, e non era mai stato segnalato nel Sannio, mentre una coppia era stata avvistata tempo fa nel Matese. Matilde potrebbe essere un giovane in cerca del suo territorio.

Il ritrovamento e la liberazione di Matilde sono un evento, non solo per l’estrema rarefazione della specie, ma anche per le felici circostanze del ritrovamento in buone condizioni e dell’esito felice delle cure. Purtroppo la maggior parte dei rapaci feriti, solitamente dalle fucilate di bracconieri, non sopravvive o non torna a volare.

Sono ormai numerosi i casi di ritrovamento di rapaci abbattuti e consegnati al WWF, che si moltiplicano nel periodo di apertura della caccia. Ma anche a caccia chiusa i bracconieri continuano a colpire: ultime vittime due Poiane (buteo buteo), ritrovate nei mesi scorsi, che nonostante le cure non sono sopravvissute alle fucilate.

(Realtà Sannita anno XXV – n.9 / 16-31 maggio 2002 pag.9)