Ben vengano le donne per moralizzare la politica ma. Società

Gentile direttore,

l’articolo di Silvia Rampone riportato sul n. 19/2007 dal titolo “Primo appuntamento sulle pari opportunità. Politica e società un dialogo da ricostruire” mi offre lo spunto per alcune riflessioni sull’attualissimo tema appunto del dialogo tra Politica e Società.

Un dialogo che tuttora non c’è e che non vedo come possa essere ricostruito se permane la situazione attuale.

Il difetto di dialogo è inveterato e persistente, ha avuto origine dalla divergenza fra potere e società allorquando gli uomini di potere hanno cominciato a non tener conto del volere popolare immedesimandosi, essi stessi.con lo Stato quasi a voler dire: la plebe, il popolo, la società non contano nulla senza di NOI.

Con questa mentalità hanno fatto, senza freno, quel che hanno voluto a cominciare da quella orrenda legge elettorale, cosiddetta “porcata” che ha dato il colpo di grazia creando la sfiducia totale nei partiti e allargando il muro già esistente.

Infatti il “porcellum” ha permesso ai “padroni dei partiti” di “far tutto da sé”, senza ritegno, portandosi in parlamento i familiari disoccupati e “fondando di fatto la Casta”.

Questa, come un castello feudale munito di robuste mura, è ben fornito di tutto, ha ricchezza, privilegi, democrazia ad uso interno e la RAI, mezzo di comunicazione a senso unico.

La RAI, preclusa ai comuni mortali è a disposizione solo degli DEI dell’olimpo per dire quel che vogliono e quel che fa comodo far sapere ipocritamente al mondo dei comuni mortali: è un monologo. Il contado ha il diritto di ascoltare, se paga il canone, ma nessun diritto di rispondere perché direbbe cose spiacevoli che offendono le divine orecchie; invece hanno il dovere di lavorare e pagare le tasse.

Come si vede ci sono tutti gl’ingredienti per essere in pieno medioevo!

Nel dopoguerra il dialogo che era vivo, ha avuto un duro colpo dalla truffaldina legge 1261 del 31/10/65 (Equiparazione degli stipendi dei parlamentari agli stipendi di sessione della Cassazione) che ha dato origine all’arbitrio vergognoso, tutto italiano, di darsi, senza ritegno, il deprecato stipendio e gli odiosi privilegi. La legge fu votata sfidando la contrarietà del popolo!

Ha avuto effetti deleteri con stipendi da nababbi che hanno stimolato al rialzo anche gli stipendi di consiglieri e assessori degli enti locali e che hanno portato il costo della politica alle stelle, risultato:

un debito pubblico gigantesco che assorbe, per interessi, gran parte delle risorse, scontata da bassi stipendi e pensioni di fame. Successivamente, come se ciò non bastasse, si sono arrogati la facoltà di votare una legge che cozza contro il volere popolare espresso con alta percentuale in un referendum popolare. Si tratta della nota legge del contributo elettorale ai partiti ovvero un altro fiume di danaro nelle casse dei partiti!

Con queste premesse è ovvio che il dialogo non ci potrà mai essere, assolutamente.

Per ristabilirlo occorre ricercare e rimuovere gli ostacoli che si frappongono e questi , a mio avviso sono:

.l’egoismo sfrenato dei politici in genere e, in particolare, dei parlamentari che si traduce in un’avidità insaziabile di denaro;

l’aridità spirituale e la grettezza che è in antitesi con l’altruismo di cui dovrebbe essere dotato chi si assume con consapevolezza il compito di rappresentare gli altri.

Quello che occorre è assenza di egoismo, immedesimarsi nelle condizioni altrui, etica, educazione democratica, confrontarsi con quelli che esplicano le stessi funzioni ( i colleghi di altri paesi ), meno eccessi e più moderazione e tante altre cose buone,che mancano ai nostri parlamentari e che ammiriamo con invidia nei parlamentari di altri paesi.

Se le donne e i giovani sono determinati a ripudiare la mentalità diffusa di vedere l’approdo in Parlamento come un bacio della fortuna per riempire il portafoglio, se rifuggono l’aridità spirituale dell’avarizia per dotarsi di una ricchezza dell’anima, se vogliono farsi carico di questa rivoluzione copernicana salutare per la buona politica e per l’economia dell’Italia benvengano tante tante donne e tanti tanti giovani a riempire completamente il Parlamento e a distruggere l’ignobile Casta.

Dopo tutto ciò, oltre al dialogo, tornerà la vera democrazia e l’etica ed anche l’economia tornerà a fiorire perché con una buona politica l’Italia è capace fare miracoli!

Benevento, 5 gennaio 2008

Con stima ed amicizia

FILIBERTO PUCILLO