Cambiamo stile di vita, mangiamo 'made in Sannio' Società

Come nasce il cibo? Come si distingue un prodotto genuino da uno che non lo è? La pubblicità, ci aiuta negli acquisti o la dobbiamo ignorare? Rispondere a queste domande, significa approfondire il forte legame che c’è tra agricoltura, ambiente ed alimentazione, in modo da attivare le necessarie forme di prevenzione dei più comuni problemi di salute legati al cibo, quali l’obesità, la celiachia o le intolleranze e rimuovere o correggere atteggiamenti sbagliati verso ciò che mangiamo. Va inoltre considerato - in particolare in un territorio come il nostro a forte vocazione agricola - che una sana abitudine alimentare, può determinare una forte spinta al consumo di alimenti genuini made in Sannio come l’olio extra vergine, le mele e le ciliegie, i prodotti da forno, i formaggi, la carne, gli insaccati, il vino, il miele e tanti altri ancora. Insomma, conoscere ciò che si coltiva e si produce nelle nostre zone, è il primo passo da compiere per arrivare a promuovere uno stile di vita sano, che passa inevitabilmente attraverso una corretta educazione alimentare.

L’originale progetto promosso e realizzato dal GAL Taburno, denominato “Paesi che vai cibo che trovi”, va appunto in questa direzione e parte da chi, le cattive abitudini alimentari, ancora può correggerle. Sono stati infatti coinvolti bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie dei paesi ricadenti nell’area del monte Taburno, che con l’aiuto di bravi consulenti hanno potuto apprendere i segreti di una sana e corretta alimentazione. L’obiettivo, pienamente raggiunto, era quello di promuovere il consumo consapevole dei prodotti agroalimentari e valorizzare le tipicità dell’area del Taburno. Un progetto ambizioso, che ha dato ai nostri alunni e anche a noi docenti - ha affermato la prof.ssa Maria Teresa Melone - la possibilità di approfondire tematiche importanti attraverso l’apprendimento attivo, con assetto laboratoriale, che ha visto i nostri ragazzi al centro della costruzione dei loro saperi. E questo rappresenta certamente una carta vincente nello stimolo della motivazione ad apprendere”.

Attraverso la degustazione di buonissimi prodotti e le analisi sensoriali insieme agli esperti, ragazze e ragazzi hanno potuto conoscere il valore nutritivo degli alimenti per una corretta alimentazione, che tenga conto delle stagionalità, delle produzioni locali, dei piatti tipici e dei prodotti biologici. Conclusa la parte teorica, svoltasi nelle singole scuole, si è passati alle visite presso le aziende agroalimentari e le fattorie didattiche aderenti al progetto, per far conoscere da vicino i diversi metodi di produzione e far comprendere, ai futuri consumatori, il ruolo strategico che il mondo rurale svolge nell’area del Taburno. A tutti loro verrà consegnato un attestato di partecipazione durante la giornata conclusiva - prevista a Benevento per il prossimo 4 giugno - che si terrà nella splendida cornice dello stadio Meomartini, dove saranno anche premiati i vincitori del concorso ideato per individuare lo slogan più simpatico e significativo per promuovere e valorizzare un prodotto tipico del territorio.

Le aziende partecipanti

Sono state diverse e variegate le aziende agricole che con entusiasmo hanno aderito al progetto del GAL Taburno “Paese che vai cibo che trovi”, accogliendo nei loro laboratori e nei luoghi solitamente destinati alla produzione, ragazzi e ragazze assai curiosi, che si sono appassionati e divertiti nella giusta misura.

Tra queste, l’Ape Regina di Sant’Agata dei Goti, che produce un ottimo miele; l’azienda agricola Lombardi, sempre di Sant’Agata dei Goti, che coltiva e conserva la rinomata mela annurca; il panificio-biscottificio Forno Lepore di Torrecuso, per la produzione di pane e taralli; l’azienda casearia Acquaviva del Taburno, per la produzione di formaggi, classici e speziati; l’azienda agricola Muccio di Castelpoto, per la rinomata salsiccia rossa; il Frantoio Terravecchia di Frasso Telesino, che produce “Samnium”, un extra vergine d’oliva di grande qualità; il Vivaio F.lli Oliva di Bonea, per capire come dal seme nasce la pianta e quindi il frutto; ed infine la Masseria Frangiosa, dove i ragazzi hanno avuto un contatto diretto con mucche e vitelli, galline e conigli, pecore e maiali, grazie alla fattoria didattica che l’azienda mette a disposizione delle scolaresche appunto per trasmettere ai più giovani i valori della nostra cultura contadina e far conoscere loro le eccellenze gastronomiche che quotidianamente le aziende sannite riescono a produrre ed immettere sul mercato.

Per la gioia dei buongustai.

Maggiori informazioni e le foto del progetto, sono visibili sul sito Internet dedicato, all’indirizzo web http://galtaburno.wserv.it

GIUSEPPE CHIUSOLO

giuseppechiusolo@tin.it

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