A Sant'Arcangelo una delle più grandi discariche d'Italia Ambiente

Vivere con il pericolo imminente che da un momento all'altro, vicino alle abitazioni, ai terreni, agli allevamenti, una mega discarica accoglierà 900 metri cubi di rifiuti per nascondere un'emergenza che dura in Campania da oltre 14 anni è come spezzare le speranze e i sacrifici di una vita.

A Sant'Arcangelo Trimonte questa storia va avanti da anni. Abbiamo pensato di pubblicarla, affinché la popolazione Sannita, da sempre legata alle proprie radici, sia messa al corrente di quanto sta accadendo. Non c'è un punto in questa zona montana del Fortore, da cui non si vede il panorama deturpato dalle discariche. Chi l'avrebbe mai detto: mentre le televisioni di tutto il mondo filmavano la disperazione del popolo napoletano, una situazione analoga si stava verificando a 19 km da Benevento?

In tema di emergenza Sant'Arcangelo ha già dato nel 1990 e nel 2001, quando due discariche, una commerciale e l'altra regionale, hanno accolto i rifiuti del paese e del bacino Napoli 3 (senza aver chiesto neanche un chilo di spazzatura). Oggi nel 2008, la minaccia di una terza discarica regionale che sarà una delle più grandi in Italia, piove come l'ennesima calamità.

La Giunta Provinciale di Benevento il 16 Aprile 2007 individua 18 siti. Sant'Arcangelo non rientra tra questi. Dopo pochi giorni il presidente Carmine Nardone comunica che, seppur non figurando nel decreto legge, il paese corre il rischio di essere la sede di un sito di stoccaggio.

Romeo Pisani vicesindaco del paese commenta con amarezza:Nardone mi ha profondamente deluso è stato scorretto nei nostri confronti dicendomi che non sapeva nulla. Certo è che l'area di Sant'Arcangelo non è uscita dal cilindro del mago, vista la criticità del sito di Paduli. Nardone da solo non poteva individuarlo senza un passaggio costituzionale e legale. E' possibile che il presidente sia stato forzato politicamente e che i comuni che hanno la rappresentanza alla Rocca dei Rettori, i cui consiglieri ricoprono ruoli di prestigio, hanno cercato di salvare i lori territori, sacrificando Sant'Arcangelo che è un comune di appena 700 abitanti.

Non si può parlare di emergenza con un sito non pronto -continua Pisani- il decreto parlava di siti immediatamente utilizzabili dove collocare la spazzatura, ma quello di Sant'Arcangelo non è né finito, né adoperabile.

Certo è che se Sant'Arcangelo avesse utilizzato la discarica soltanto per il fabbisogno locale, sarebbe bastata per 50 anni.

Per i danni subiti in questi anni, sono stati chiesti 50 mila euro di risarcimento. C'è tuttora una causa in corso con la Regione e il Commissariato per dissesto idrogeologico e danno ambientale. La Prefettura di Benevento si era impegnata per attuare un risanamento che tuttora non c'è stato. Nel frattempo, è stato approntato il ricorso al TAR e i carabinieri del N.o.e. (Nucleo Operativo Ecologico) hanno constatato che la zona è altamente inquinata.

La terza discarica infatti, sebbene sia un rischio da scongiurare, dovrebbe sorgere sul pendio di una piccola collina in una zona rurale e paesaggisticamente degna di nota, il cui suolo è franoso.

In questo caso, l'appesantimento dei rifiuti creerà dei cedimenti. Le altre due discariche, ubicate vicino a due torrenti e per di più in pendenza, hanno già prodotto negli ultimi 4 anni, pesanti conseguenze.

Gli abitanti della zona hanno dovuto fare i conti con i rifiuti che di notte venivano sversati in silenzio: i camion provenienti da Napoli passavano per la 90 bis, una strada notoriamente stretta e pericolosa, in soli 2 metri di larghezza. Fu allora che ci si accorse che l'aria era irrespirabile e nessuno ha mai saputo cosa sia stato scaricato nel sito regionale. Purtroppo gli effetti del disastro li stanno pagando le aziende agricole, il bestiame che bruca foraggio tossico e la zootecnia. Danni economici, sociali, nonché diversi casi di leucemie, tumori e decessi prematuri. Sul nostro paese c'è stata una forte strumentalizzazione -puntualizza Pisani- io personalmente, sono stato vittima di attacchi.

Sono circolate voci non vere su tangenti, mi hanno addebitato 20 appartamenti. Ma io non scendo a compromessi e ricevere dei soldi in cambio della spazzatura non serve, se a rimetterci è la salute mia e dei miei concittadini. Da ex-sindaco del mio paese, non posso essere venduto per benefit e ristori ambientali e, in qualità di amministratore locale, ho la coscienza a posto. Sin da subito insieme ai miei compaesani, ci siamo attivati per avere spiegazioni, ma ci hanno venduto solo chiacchere.

In questi anni l'amministrazione del paese ha lottato per farsi ascoltare, ha tentato di proteggere il suo territorio andando a bussare ai portoni della politica, delle amministrazioni locali; si è formato un comitato, il CO.DI.SAM anche se il sindaco Giangregorio e il suo vice Pisani, hanno più volte ribadito di non volere la protesta violenta (data anche l'età della popolazione), bensì quella democratica e civile. Sono arrivati persino da Bruno Vespa per chiedergli di ascoltare le loro lamentele:allora, facemmo solo le belle statuine. Avremmo potuto chiedere aiuti politici, ma le carte non ce lo permettevano, poiché di fronte ad un decreto, le documentazioni sono nulle.

Tutto inutile se c'è stato chi ha già deciso. Intanto, sono passati 7 anni senza avere né un risanamento e né un ristoro ambientale e senza ottenere la solidarietà degli altri comuni. L'ultima strategia per accertare l'alto tasso di inquinamento resta il ricorso al TAR. Se il TAR non blocca i lavori, si arriverà alla Corte Europea, giacchè nessuna norma che si possa richiamare nel rispetto di quelle della Comunità Europea, fa ipotizzare un disastro ambientale che colpirà da vicino Sant'Arcangelo Trimonte, ma anche comuni confinanti quali Apice, Paduli e Buonalbergo. Siamo stati messi di fronte al fatto compiuto -conclude il vicesindaco-ci siamo trovati dinnanzi ad un decreto senza verificare l'idoneità del sito.

Non abbiamo avuto la possibilità di difenderci e chi poteva aiutarci non l'ha fatto. Se nel passato siamo stati solidali, perché adesso subiamo questa palese ingiustizia? Vogliono che andiamo via dal nostro paese o che Sant'Arcangelo sparisca? E' giusto che in un comune così piccolo ci siano due discariche e una terza in arrivo? E come mai Paduli si salva e noi no?

Tanti sono gli interrogativi di un comune troppo piccolo per accogliere altri rifiuti, ma anche troppo piccolo per peso politico.

Probabilmente se si fosse trattato del sindaco di Roma o Milano, avrebbe avuto ascolto. Pisani analizza con lucidità e preoccupazione la situazione del suo paese, di cui è stato sindaco per 9 anni e come tale, conosce bene la sua comunità abituata a vivere una vita bucolica e spensierata, lontana dal caos e dall'inquinamento cittadino.

Oggi questa comunità è amareggiata e delusa.

Cosa faranno ora i suoi abitanti? Sicuramente Sant'Arcangelo resta un luogo da salvare per bellezza, panorama, posizione geografica. Per la sua gente semplice che vive di piccole cose, che è abituata a nutrirsi senza fare la spesa ai centri commerciali, a dormire senza rumori, senza smog, a vedere i propri figli giocare per le strade. Difficile immaginare in futuro, questo incantevole centro agricolo del Fortore mortificato e impotente rispetto a tutti i soprusi subiti e con tutto documentato, inquinamento compreso.

SIMONA PALUMBO