Appaltiamo le opere e apriamo i cantieri In primo piano

Il decreto “Sblocca Italia” ha assegnato oltre due miliardi e mezzo alla provincia di Benevento, ma se non si parte nei tempi stabiliti, si rischia di perdere i finanziamenti. Le preoccupazioni e le proposte di Boffa.

Quale luogo migliore della Stazione Centrale e della nuova Piazza Colonna per parlare di trasporti e di infrastrutture? Quale posto poteva essere più azzeccato? Con questi brillanti pensieri ed ambiziosi propositi la Cgil di Benevento ha organizzato un interessante convegno sull’importante tematica, ritenuta da più parti trainante e determinate per lo sviluppo di Benevento e del Sannio. Ma all’appuntamento non sono accorse le grandi masse, che un tempo il sindacato riusciva a portare in piazza. Con evidenti problemi di organizzazione e di comunicazione. Se volessimo usare un giudizio scolastico, potremmo dire che il convegno si è svolto davanti ad un pubblico accettabile, ma non soddisfacente. La piazza è stata “ravvivata” dalle contestazioni e dagli striscioni del movimento per la casa, che si è confrontato “vivacemente” col sindaco di Benevento, Fausto Pepe, fino ad impedirgli di portare il saluto previsto al convegno.

A richiamare la gente non sono bastati né lo scenario reso “incantevole” dalla fontana cangiante e zampillante, posta al centro della contestatissima piazza, inutilmente larga e scomodissima per i viaggiatori, né il programmato concerto della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Alla fine abbiamo assistito ad una discreta assemblea sindacale e di addetti ai lavori. Comunque la Cgil è scesa in piazza, come annunciava il manifesto della manifestazione. Dal palco di Piazza Colonna sono arrivate interessanti novità, riflessioni, puntualizzazioni, proposte per accelerare il cammino delle opere programmate e finalmente finanziate dal pacchetto governativo denominato “Sblocca Italia”.

L’anello centrale della questione infrastrutturale è la ferrovia ad Alta Capacità Napoli-Bari. La storia di questa linea comincia dodici anni fa. Ora si può recuperare il tempo perduto. Però bisogna evitare ridiscussioni sui progetti ed avviare rapidamente gli appalti. “Quando se ne parlò la prima volta - rileva Costantino Boffa, delegato a seguire l’opera - nessuno ci credeva. Ricordo i volti segnati da scetticismo, irrisione, fatalismo. Poi la Regione anticipò i fondi per la progettazione. Con lo “Sblocca Italia” si confermano i fondi e si accelerano le procedure. Il costo complessivo della Napoli-Bari è di oltre 6 miliardi di euro. Oggi può essere considerata l’opera più importante del Sud e del paese”.

L’ex deputato del Partito Democratico si mostra ottimista perché il decreto del governo prevede tempi certi per l’apertura dei cantieri, prevista obbligatoriamente per l’ottobre 2015 ed anche perché le tratte da Napoli a Cancello e da Frasso a Dugenta sono già finanziate. Il difficile inizierà con la tratta appenninica Apice-Orsara. Acanto all’ottimismo, però, serpeggia anche un po’ di preoccupazione. “Per il Sannio può veramente realizzarsi un antico sogno - sottolinea Boffa - il progetto ha tutte le caratteristiche per andare in porto. Qui non è come in Val di Susa, perché c’è stata concertazione. Il tracciato è stato approvato dal 90 per cento dei comuni interessati. Ma ora occorre tenere vivo il consenso locale. Mi preoccupa, invece, l’agitazione di alcune comunità. Vanno bene i progetti di riqualificazione ambientale delle vecchie tratte ferroviarie con piste ciclabili e per usi sociali e turistici, ma non si può rimettere tutto in discussione, quando cambiano le maggioranze politiche”.

Per facilitare le cose un ruolo importante spetta alle Ferrovie dello Stato, che dovrebbero approntare rapidamente il progetto definitivo, che consentirebbe di appaltare i lavori nel rispetto della tempistica dello “Sblocca Italia”. “Il raccordo territoriale è necessario - riassume Boffa - ma discutiamo e velocizziamo, ascoltando tutti e superando cavilli e burocrazie, velocizziamo e discutiamo. Se facciamo così, avremo realizzato una grande infrastruttura col consenso popolare, per la prima volta nel nostro paese”.

Sulla questione trasporti un duro attacco è stato sferrato verso la Regione Campania, che ha penalizzato fortemente il Sannio e le zone interne, con la soppressione delle corse dei treni e dei pullman. “I tagli lineari portati avanti dalla giunta Caldoro - ha osservato Rosita Galdiero, segretaria provinciale della Cgil - hanno accentuato la marginalità di Benevento. Che fine ha fatto il progetto di potenziamento della Ferrovia Valle Caudina come linea di interesse regionale? Senza le infrastrutture anche le aziende chiudono e vanno via, come dimostra la crisi del settore tessile della Valfortore”.

Al convegno è intervenuto, tra gli altri, anche il sottosegretario Umberto Del Basso de Caro, che ha ricordato la vocazione logistica della città capoluogo, con i suoi 380 ettari già urbanizzati delle contrade Olivola e Roseto. Per la Fortorina sono pronti altri 65 milioni di euro per portarla da San Marco dei Cavoti al bivio di Baselice-Foiano. Non è ancora il completamento. Per il raddoppio della Telese Caianello già sono pronti 490 milioni. “Se non partiranno i cantieri nei tempi previsti, cioè entro il 31 agosto 2015 - ha concluso De Caro - i finanziamenti si perderanno ed andranno ad altre opere italiane già individuate”.

ANTONIO ESPOSITO

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