È morto l'onorevole Don Olindo Del Donno Società

Il 13 marzo è morto in Bari, ove risiedeva, l'On. Don Olindo Del Donno, alla veneranda età di 97 anni e dal 14 marzo 2009 il suo corpo attende la Resurrezione nel cimitero di Santa Croce del Sannio, suo paese natìo. Ora il sindaco e l'amministrazione comunale, per rispondere al plebiscitario desiderio del popolo, dedicheranno una strada all'illustre concittadino. Don Olindo Del Donno nacque a Santa Croce del Sannio nel 1912 e qui trascorse un'infanzia felice. Affascinato dalla figura di Don Bosco entrò poi nel Seminario Salesiano di Genzano, presso Roma.

Qui fu subito notato per la sua vivace intelligenza e per il suo amore per la cultura. Conseguì la laurea in teologia presso l'Università Gregoriana di Roma e fu ordinato sacerdote nel 1937.

Qualche anno dopo conseguì anche la laurea in Lettere presso l'Università La Sapienza di Roma e fu mandato come docente nelle classi ginnasiali, prima in un Istituto Salesiano a Cagliari e poi a Roma nelle scuole della Casa del Sacro Cuore, in via Marsala. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, chiese volontariamente all'Ordinariato la mobilitazione. Fu arruolato in un reggimento di artiglieria a cavallo e prese parte alla Campagna di Grecia, dove ottenne un primo riconoscimento con la concessione della Croce di guerra al valor militare.

Durante il trasferimento di detto ospedale in altra zona, avvenuto sotto i tiri di artiglieria avversaria, con sprezzo del pericolo e serenità d'animo, si prodigava allo sgombero e di feriti e per il recupero del materiale sanitario. Partecipò poi alla Campagna di Russia dove ottenne la medaglia di argento al Valore Militare per il suo contegno nella battaglia di Natale che infuriò nel settore Mikailowski-Ivanowski. Il documento delle motivazioni afferma: Mentre trovavasi presso un gruppo di batterie impegnate in aspri combattimenti, si prodigava oltre ogni limite per dare ai soldati la sua assistenza spirituale, spingendosi fin sulle prime linee incurante di ogni rischio.

Due giorni dopo si recava in una località da poco riconquistata per dare sepoltura ad alcuni artiglieri ivi caduti. Gravemente ferito mentre adempiva tale atto pietoso, sopportava stoicamente il dolore rivolgendo a chi lo soccorreva e al comandante del gruppo, parole ispirate ad un alto senso di patriottismo e mentre veniva trasportato nella barella, ripeteva più volte il grido: Viva l'Italia. Esempio a tutti delle più alte virtù di sacerdote e di soldato. Negli anni del dopoguerra ha conseguito altre due lauree, in Filosofia e Pedagogia, ha vinto il concorso a Preside nei licei ed infine il concorso ad Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione.

Negli anni settanta si è candidato nelle liste del MSI-DN nel collegio Bari- Foggia ed è stato eletto con trentaseimila preferenze, andando a sedere sui banchi di Montecitorio per più legislature. In questo periodo fu sospeso a divinis, reintegrato pienamente nel ministero sacerdotale al termine del mandato politico, per la sua ineccepibile onestà e rettitudine. Ha scritto molti libri fra i quali si segnalano: Tre peccati e un deputato; Il Vangelo di San Giovanni-Letture filosofiche; L'uomo e la Parola-Manuale di stilistica e metrica; Un alpino fra gli alpini.

Personalmente serbo un gratissimo ricordo di Don Olindo perché negli anni del mio parrocato in Sassinoro mi ottenne con amabile disponibilità dal ministro degli interni On. Oscar Luigi Scalfaro un elicottero militare che il 26 maggio 1985 portò sul campo sportivo di Sassinoro l'immagine della Madonna di Fatima che ora si venera nel locale diocesano di Santa Lucia. Nel 1987 invece lo invitai a tenere in Santa Croce del Sannio un indimenticabile discorso davanti al monumento ai caduti inaugurato alla presenza del ministro della pubblica istruzione On. Franca Falcucci, in occasione della riapertura al culto della chiesa madre del paese, dopo i lavori di restauro, tenacemente voluti dall'amato Arciprete dell'epoca, Don Angelo Zeoli, amico carissimo e compagno d'infanzia di Don Olindo Del Donno.

PASQUALE MARIA MAINOLFI