Anche i nostri fiumi sono a rischio esondazioni Ambiente

Qualcuno pensava addirittura di rendere navigabile il Sabato e il Calore!

L’approssimarsi della stagione invernale, visto lo stato di emergenza e dissesto idrogeologico in cui versano alcuni territori del centro e nord Italia colpiti da esondazioni e frane, viene l’obbligo di fare qualche riflessione sullo stato di manutenzione dei nostri due fiumi, Sabato e Calore, che attraversano in parte la città di Benevento.

Quello che preoccupa non è solo l’abusivismo edilizio, pur presente in zone protette, o la mancanza di opere di contenimento e regimentazione delle acque piovane, ma la carente programmazione ed esecuzione di lavori di manutenzione dei rivi, torrenti e fiumi.

Le scene ricorrenti di disastri ambientali, con perdite di vite umane, impongono quindi di tenere la dovuta attenzione sullo stato dei corsi d’acqua: dai ponti della città è possibile osservare il progressivo incedere di alberi di alto fusto che oramai protendono ben oltre il livello stradale e parapetti, come documentato nelle immagini.

Ricordo che qualche anno fa qualcuno propose di far navigare i nostri fiumi o quanto meno, per alcuni tratti, renderli fruibili alla pratica sportiva, quale ad esempio il canotaggio, progetto questo che è rimasto nel “limbo delle idee”, mai concretizzatesi.

Sarebbe eccessivo ora pretendere tanto ma sicuramente qualcosa va fatto per garantire la necessaria sicurezza di alcune zone della città esposte ad esondazioni quali i rioni Ferrovia, Libertà e la località Pantano.

Se da un lato la piccola vegetazione contribuisce a ridurre l’erosione degli argini naturali dei fiumi, salvaguardando le essenze giovani, più flessibili e resistenti alle sollecitazioni della corrente, eliminando le piante di alto fusto, gli alberi rinsecchiti o parzialmente radicati, si consentirebbe un migliore deflusso delle acque e la riduzione del rischio di esondazione.

In caso di piena il sovraccarico di detriti, legname secco non raccolto ed alberi di alto fusto sdradicati trascinati dalla corrente verrebbero a fare da tappo nei punti più stretti dei fiumi, sollecitando le strutture e occludendo le sezioni libere dei ponti con la riduzione delle aree di libero deflusso con conseguente fuoriuscita dell’acqua dagli argini e possibilità di allagamenti.

Appare quindi del tutto urgente che gli Enti preposti provvedano per tempo, programmare i dovuti interventi di manutenzione idraulica, non occasionali, ma ordinari e straordinari, questi ultimi diretti a migliorare la funzionalità degli alvei fluviali, e ripristinare le sezioni originarie di deflusso delle acque, in particolar modo in prossimità delle zone urbanizzate.

NICOLA RUGGIERO

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