Nonostante la crisi, a Natale festeggiamo e cantiamo Società

C’è la pubblicità televisiva di un noto panettone che mi fa morire. Un Natale con la neve. Con lo sfondo del Duomo di Milano, una casa aristocratica viene svuotata dagli ufficiali giudiziari a cominciare dall’automobile.

Man mano che il cameriere in livrea avanza impettito su un tappeto rosso, qualcuno dietro di lui lo avvolge perché anche questo è sequestrato. Sulla mano ha un vassoio ricoperto da un coprivassoio che viene requisito sempre da qualcuno scoprendo il panettone in questione.

Gli invitati restano con la sola fetta del panettone in mano mentre si vede che anche la tavola imbandita è portata via. E una voce che dice: “A Natale c’è un lusso che ti puoi permettere”. Del tipo “Tutto è perduto fuorché l’onore”. Nonostante la crisi continuiamo a sorridere.

Invece, facendo una passeggiata per il Corso Garibaldi mi è venuta in mente una canzone di Carosone:

C'erano tre cumpari sunatori,

sunavano e sapevano cantà,

parevano tre grande prufussure,

Giuvanne Franceschiello e Don Pascà.

Cantavano e sunavano p'‘a via,

vennevano allegria in quantità.

Nuje simme tre cumpari sunaturi e trulla llà,

cchiù disperate e nuje nun ce ne stanno trulla llà.

Senza 'nu soldo in tasca nuje signure,

ce basta la salute pe' campà.

Nuje simme 'e milionarie e l’allegria”.

Sì, perché ad ogni passo di via c’era un suonatore, ognuno con una musica diversa, che cantava e suonava per conto suo. Parevano proprio Giuvanne Francischiello e Don Pascà. Ed erano anche a tema con le luminarie perché erano rappresentati, illuminati e a distanza tra loro, un pianoforte e un contrabbasso. Camminavo e ridevo.

E mi sono ricordata anche di quell’orchestra che continuava a suonare nonostante il Titanic stesse affondando. Mi sono ricordata anche della fine del primo atto di “Natale in casa Cupiello”. Stava per cadere quella tragedia sulla famiglia quando Gennarino, Nennillo e lo zio, vestiti da Re Magi, escono cantando: “Tu scendi dalle stelle o mia Concetta… tataratatà”.

A dispetto di tutto, nonostante le ristrettezze economiche, la disoccupazione, la regressione, festeggiamo il Natale e cantiamo: “Tu scendi dalle stelle o Re del cielo…”

ELISA FIENGO

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