Il Museo del Sannio al Comune di Benevento Società

La Campania dovrebbe essere un laboratorio di idee per affrontare questioni non dilazionabili. Appare, invece, un corpaccione molle dove nessuno prende iniziative.

Si leggono cose interessanti sulle malefatte regionali, ma perché nessun “maestro” propone chiaramente la abolizione delle regioni?

Tutto lo scontro sulle primarie del PD ha accuratamente evitato di parlare del futuro di una Regione che, gravitante su Napoli, dovrebbe perdere il territorio di Napoli e provincia, inglobato in un nuovo super Ente chiamato Città Metropolitana. Né ne parla la disciolta accozzaglia di centro-destra che si propone di fronteggiare il PD ma stenta ad unirsi attorno ad una idea (oltre che a qualche ipotetico portatore di voti).

Eppure di questioni urgenti, non localistiche, ma di indirizzo istituzionale, bisogna parlare.

Le Province sembrano destinate alla estinzione. Dobbiamo aspettare che tutto decida Roma (Parlamento, Ministeri) senza poter avanzare qualche proposta?

Se così fosse, che fine ha fatto il concetto stesso di autonomia locale, se non proprio il principio di sussidiarietà che resta scritto in Costituzione? Ci sono questioni che devono essere risolte in loco, con iniziative legittime tra soggetti istituzionali dotati di certe competenze. Senza attendere, cioè, che un decreto ministeriali decida di affidare a questo o a quello le spoglie (tanto per parlar chiaro) della Provincia.

Resto del parere che bisogna abolire le regioni, non le province. E che, prima o poi, si dovrà fare una nuova Costituzione, magari eleggendo allo scopo una specifica assemblea “costituente”.

Ma, pure, bisogna prepararsi ad attutire (se non proprio ad evitare) le conseguenze di decisioni prese, come si dice, dall'alto.

Quando chiuderà i battenti la Provincia, chi si prenderà cura delle sue attuali competenze? Un atto dall'alto potrà, tutt'al più, ridistribuire le competenze “ordinarie” (strade, istituti scolastici e simili), passandole ad altri. Ma ci sono realtà non inquadrabili tanto facilmente in un modello unico.

La Provincia di Benevento, tanto per farmi capire, è proprietaria del Museo del Sannio, un “bene” di straordinario valore (anche economico) che non può, malauguratamente, ricadere tra le cose che si possono distribuire tra comuni, parrocchie o quant'altro. Perché ciò che sta al Museo del Sannio non può essere disarticolato, smembrato e alla fine “suddiviso”.

Il Museo del Sannio è un compendio che non può essere manomesso o, addirittura (nella sua eccezionale complessità), trasferita ad una istituzione qualsiasi. Il Museo del Sannio non è solo museo archeologico, egizio, romano, medievale, longobardo. Non è solo museo d'arte, ma è essenzialmente Museo di Civiltà.

Insomma, il Museo del Sannio va preservato nella sua identità dotandolo di autonomia. Occorrono atti giuridici fondati su idee chiare, sostenute da forte volontà politica.

Prima che qualche scrivano romano provochi l'irreparabile, Il Museo dovrebbe “uscire” dal patrimonio della provincia destinata a sbaraccare. E dovrebbe approdare in proprietà ad altro Ente, fuori dai giochi di prestigio delle spending review. Non c'è via di scampo al fatto che il Museo del Sannio deve passare al Comune. Le modalità giuridiche si troveranno. E' urgente, invece, una decisione della volontà. Una volta si diceva che volere è potere.

Il Comune, giustamente orgoglioso di detenere già un bene Patrimonio dell'Umanità, ha tutta l'autorevolezza per acquisire il Museo del Sannio, dotandolo - certo - di un proprio statuto nel quale sia garantita la necessaria autonomia amministrativa, tecnico-scientifica e di gestione. Oltretutto la massima parte di ciò che è custodito nel Museo proviene dal territorio comunale e comunque appartiene alla storia di Benevento, che spesso e volentieri è “storia universale”. Né bisogna dimenticare che lo stesso Comune ha spesso contribuito ad arricchire la dotazione del Museo.

Bisogna far presto. Anche se fosse una carta da giocare per afferrare la candidatura a sindaco bisogna muoversi, perché il 2016 non è lontano.

MARIOPEDICINI

mariopedicini@alice.it

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