Benevento rivale di Carrara Cultura

Sono corna di scongiuro quelle che si vedono su una placchetta d’argento italiana venduta a Londra. Qualcuno lì ne ha ipotizzato una antica provenienza beneventana, ma lo escluderei senz’altro. L’ipotesi conferma comunque che gli inglesi ci vedono come gente superstiziosa e mi ha ricordato un libro mai tradotto in italiano, A sequel to Naples, pubblicato in Inghilterra alla fine dell’Ottocento da Eustace Neville Rolfe, Console a Napoli di Sua Maestà Britannica la Regina Vittoria. Dei Beneventani vi si dice che sono sostanzialmente inerti, dei Napoletani che “sono esageratamente ignoranti e traducono tutto in scommesse al Lotto, pronti a trovare interpretazioni numeriche di disgrazie, lieti eventi, sogni, e così nelle casse statali italiane arrivano molte più entrate dalle ricevitorie del Lotto di Napoli che da quelle di altre città”.

Ma, a ben vedere, Eustace Neville Rolfe era il classico tipo non è vero ma ci credo. Lui, inglese, spendeva da matto per talismani contro la iettatura! Non mancò quindi di venire a Benevento, richiamato dalla leggenda delle “streghe danzanti al chiaro di luna”. Da noi non trovò granché, solo qualche piccolo corno, qualche manina pendaglio di collana, da aggiungere alla sua collezione che alla fine portò in Inghilterra. E da qui penso nasca l’ipotesi improbabile che la placchetta d’argento venduta a Londra sia un portafortuna beneventano di quella collezione ormai dispersa. Probabile invece è che a Benevento gli sia venuta una divertente idea che traduco dal libro: “il gesto delle due dita deriva dalla forma a due corni della nascente o calante Luna, astro mutevole, quindi infido e simbolo di tradimento”. Insomma, secondo Neville Rolfe la Luna mette le corna alla Terra almeno due volte al mese…

Il diplomatico colse un certo humour inglese in due tipici detti beneventani oggi dimenticati, riferiti al pesce che allora si pescava nel fiume Sabato e alla portata d’acqua del fiume Calore maggiore in inverno che d’estate. Li tradusse così in inglese:

a Benevient ’e venerdi nui ce magnam ’u pesce d’u sabbato

at Benevento we eat on friday the fish of saturday

a Benevient ’e vierno ce sta chiù calore d’a staggione

at Benevento there is more hot in winter than in summer

Sorprendenti sono alcune considerazioni politiche di Neville Rolfe sulle principali risorse economiche dell’area beneventana, tra cui monumenti, antichità, legnami, agricoltura, allevamenti, acque. Scritte nel 1887, fanno tuttora riflettere: “Le migliori case di Benevento sono adorne di marmi delle cave di Monte Vitulano, che hanno rifornito anche il Palazzo Reale di Caserta. Questi marmi potrebbero diventare un prodotto altrettanto commerciale di quelli di Carrara, perché sono di qualità superiore, durezza maggiore e colori più belli. Ce ne sono in abbondanza e il lavoro estrattivo è a basso costo, nonostante l’emigrazione che sta registrando questa Provincia. Inoltre, la ferrovia da lì arriva quasi nel porto di Napoli e strade per esportarli ce ne sono.

Sono convinto che, se capirà fino in fondo l’importanza dell’enorme tesoro marmifero delle sue montagne, Benevento diventerà la rivale di Carrara, la marmopoli del mondo! Io non vedo motivi per cui Benevento non possa subito cominciare a realizzare infrastrutture, facilitare chi volesse investire, attrarre capitali stranieri, proporre al mondo le tracce straordinarie della sua grande storia, in definitiva per vivere in modo moderno”.

ELIO GALASSO

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