Anche a Benevento la giornata mondiale della lotta con i cuscini Società

Una lotta senza quartiere tra ragazzi di tutte le nazioni che, insieme, hanno trascorso un pomeriggio diverso, legati con un filo ideale a tante altre città del mondo dove, nello stesso momento, si gareggiava festosamente per l’identica iniziativa.

Chi si è trovato a passare da Piazza Arechi II (ex piazzetta Vari) alle 18,30 di sabato scorso (2 aprile 2016, ndr) non ha potuto evitare di chiedersi cosa stesse succedendo.

Un groviglio di cuscini e di piume svolazzanti, puntualmente ripulite alla fine dell’incontro dagli stessi partecipanti, hanno prodotto un groviglio festoso che assomigliava ad una vera lotta ma, una volta tanto, intrisa di sorrisi e grida di felicità. Inconsapevolmente, in questo evento, Benevento si è ritrovata unita a tantissimi altri luoghi dell’Asia, America ed Europa come Londra, Taipei, Berlino, Vancouver, Sidney, Washington, Milano, Zagabria e tantissime altre.

Un flash mob, un evento cioè che parte dal basso attraverso la rete per riunire diverse persone in un luogo pubblico, che è nato spontaneamente grazie all’iniziativa di un giovane studente di economia, Luigi Salierno, capace di creare una condivisione comune tra le tante amicizie straniere presenti nella nostra città in virtù di un legame particolare, nato dal fatto di aver vissuto la stessa esperienza Erasmus all’estero come ospite, in uno scambio culturale davvero importante per gli studenti di tutto il mondo. In questa circostanza è difficile non ricordare quanto accaduto solo pochi giorni fa in Spagna, nel tragico incidente in cui hanno perso la vita le nostre studentesse insieme ad altre di diversi paesi.

Quest’incontro celebrativo può essere un segnale di rinascita e di gioia con un inno alla vita a favore della comunione dei popoli, esortando i giovani a sentirsi uniti per esorcizzare il desiderio di alcuni a porre barriere, esaltando le differenze per negare quanto di costruttivo può essere realizzato nella naturale propensione delle genti a condividere un pianeta sempre più vicino.

LUIGI RUBINO

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