Un pensiero per tre assenti illustri: CIRO, CARMELO & ROBERTO Sport

Molta acqua è passata sotto il ponte Vanvitelli prima che la speranza, maturata nei nostri cuori e nelle aspirazioni di tanti, diventasse realtà. Finalmente, il vessillo giallorosso può innalzare il suo colore più in alto, verso la luce del sole e nell’armonia dell’universo.

Il Benevento ha conquistato la B.

Non a caso il mio riferimento va fatto alla speranza. Una sensazione onirica, tanto cara ai grandi pensatori della Grecia antica e che Sant’Agostino immaginava come una grande luce, che dal cielo, dopo aver attraversato il grande spazio, giungeva nei nostri cuori per vivificarli e sostenerli nelle alterne vicende della vita. Ed aggiungeva: guai se l’uomo tentasse di spegnere quella fiamma, perché ammazzerebbe anche la speranza.

A Benevento, però,  sabato 30 aprile quella fiamma, frammento  dell’intero universo, ha continuato a brillare, rafforzando il sogno di tutti.

Il Lecce ha dimostrato tutto il suo spessore, ma nulla ha potuto contro il Benevento, che un allenatore di grande esperienza, come Gaetano Auteri, ha saputo guidare verso la vittoria finale, con il contributo di oltre 20.000 spettatori che hanno riempito il “Vigorito”.

Ma in questi giorni di festa, trasformati in autentica “epopea”, erano presenti anche tre personaggi, protagonisti del nostro calcio, ma che oramai lo seguono da Lassù: Ciro Vigorito, Carmelo Imbriani e Roberto Ranzani.

Ciro Vigorito, insieme al fratello Oreste, prese in mano le redini del calcio cittadino in un momento particolarmente difficile. Quando la scomparsa era ormai dietro la porta. Lo fece con grande originalità, anche nei rapporti instaurati con i calciatori, con gli sportivi, con la stampa, considerata elemento essenziale  per la realizzazione di ogni possibile traguardo. Era soprattutto un idealista, che aveva tratto forza e vigore dallo studio dei “classici” antichi, e soprattutto della grande filosofia greca. Da Platone, suo grande maestro come amava dire, aveva appreso che il gioco del calcio acquistava grande valore, dal momento che i giocatori sapevano esprimere il senso dell’amicizia. Poi, un male inguaribile, ribelle ad ogni cura, pose fine alla sua vita terrena, ed il bastone di comando passò nelle mani del fratello Oreste, che in questi anni tanto ha dato al calcio beneventano, pur tra tante delusioni

E come non ricordare in questo momento anche Carmelo Imbriani, il capitano di tante “battaglie”, rapito in giovane età alla famiglia, agli sportivi, al calcio beneventano? Un ricordo indelebile il suo, una assenza che ha pesato tantissimo nel momento in cui  la città ha potuto festeggiare la conquista della serie B. Lui ci teneva tantissimo a questa impresa, ci ha sempre creduto.

Infine Roberto Ranzani, scomparso soltanto da qualche mese, anche lui un “capitano” coraggioso e possente, che gli sportivi mai dimenticheranno

Certamente nel  momento in cui il sogno è diventato una splendida realtà da Lassù Ciro, Carmelo e Roberto si saranno stretti la mano, guidando il Benevento alla vittoria. E bene hanno fatto i tifosi  dei “distinti” a mettere bene in mostra lo striscione “onore agli assenti”!

GUERINO PIETRAROIA

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