Una sfida da vincere Società
Se il voto del 19 giugno 2016 si puo' leggere, dai disfattisti (disfatti e/insoddisfatti), come una delega del popolo ad un deus ex machina o, piu' precisamente, come un lavarsi le mani sperando nell'uomo del miracolo; ad un giudizio più fiducioso si può attingere per una prospettiva diversa.
E, cioè, che chi ha eletto Clemente Mastella sindaco di Benevento lo voglia vedere come un capitano coraggioso, uno che non ha paura di volare alto e che, ribaltando l'idea di una bassa amministrazione, giunga all'azzardo di una esaltazione politica. In altre parole, sia detto con tutto il rispetto per i ragionieri, a Mastella non si può chiedere di fare il ragioniere, perché se così fosse non ci sarebbe stata necessità di scomodare il suo “personaggio”.
La gente (anche chi non lo ha votato, giudicando più prudente la continuità Pepe-Del Vecchio) scorge in Mastella, a ragione di quarant'anni di palcoscenico, un personaggio capace di incarnare quelle ambizioni che i beneventani vedono inespresse da troppi anni di scialbe esibizioni, quando non di sotterfugi di bassa lega. Paradossalmente la scommessa di un usato sicuro per uno scatto energico è anche una dichiarazione di disponibilità della gente a rimettersi in corsa. Dopo la destra del '93, il centrodestra del '96, il centrosinistra del 2001 e il sinistracentro del 2006 (ventitré anni lungo i quali la gente prima ha delegato e poi ha addirittura rinunciato perché delusa) oggi Benevento sperimenta una restaurazione. Né apparente, né disperata.
Si tratta, infatti, di un ritorno ad una amministrazione guidata da una personalità forte in sintonia con una rinascente voglia di partecipazione popolare. Poiché il passato non si ripete è inutile provare a evocare fantasmi, ma è sicuro che una scossa è possibile. Qualcuno ha provato a irridere il neo sindaco alle prese con la “combinazione delle pedine” nella formazione della giunta municipale evocando il “manuale Cencelli”. Si tratta di argomenti stantii. Il manuale Cencelli stabiliva i criteri della vita condominiale quando la democrazia rappresentativa riproduceva negli organismi elettivi (parlamento, consiglio comunale) la proporzione dei ceti sociali e delle libere opinioni.
Nella illusione che bisognasse liberarsi dalle regole del manuale Cencelli per arrivare al decisionismo miracolistico si son fatte leggi che non raggiungono l'obiettivo (maggioranze dopate da premi esagerati tendono a sfaldarsi), risultando (là dove non sono state cancellate da norme miopi) più coese le aggregazioni dei diversi tesi a perseguire obiettivi condivisi (quand'anche per fini o per interessi di mero potere).
La tavolozza dei colori politici, aggiornata con le tinture più in voga, non può prescindere dal pennello del pittore per fare un quadro. Mastella come Raffaello?
E' certo che lui non farà il sindaco-impiegato seduto dietro la scrivania, schiavo del cartellino da timbrare all'entrata e all'uscita. I cittadini lo vogliono onnipresente ma come concertatore e direttore d'orchestra.
Deve per prima cosa, quindi, formare una orchestra. L'amministrazione comunale deve diventare, pertanto, un organismo composte da diverse professionalità in grado di eseguire uno spartito (che è il programma) al meglio delle singole capacità. Non è escluso che solisti qualificati possano esibirsi in formazioni più ristrette. E' dal lavoro svolto insieme a tutti gli altri che emerge, però, la legittimazione al titolo di solista.
Mastella sindaco dovrà curare, quindi, la formazione di una nuova sensibilità professionale della burocrazia, facendo emergere le migliori qualità e stimolando anche una legittima volontà di crescita. E' indispensabile una cura particolarmente costante per la formazione di una classe dirigente intellettuale. I dirigenti non devono essere fedeli servitori dell'assessore di riferimento, ma devono invece essere suggeritori leali e censori severi allorché l'assessore (come spesso è successo nel passato) pretende di usurpare il ruolo del dirigente, dimenticando di essere “in primis” un componente dell'organo collegiale chiamato Giunta, che è il governo (non il parlamento) di un Comune.
Restando in tema, avanzo una proposta. Benevento potrebbe diventare sede di una Scuola nazionale di formazione per dirigenti e funzionari degli Enti Locali, un organismo permanente (da progettare e costituire in collaborazione con ANCI, università, sindacati, banche) il quale, attraverso gli approfondimenti disciplinari, diventi laboratorio critico a beneficio di una cultura politica che, prima o poi, dovrebbe rifluire come sangue fresco nei partiti.
E' questa la sfida che Clemente Mastella deve provare a vincere. Dovesse eluderla, le inefficienze alle quali si consegnerebbe non sarebbero diverse di quelle che, lasciategli in eredità dal predecessore, gli hanno consentito di diventare sindaco.
MARIO PEDICINI