Berlusconi, Parisi e il futuro del centro destra Politica

C'è puzza di bruciato che viene dalla cucina della politica. Movimenti nel centro destra con spostamenti da un raggruppamento ad un altro. L'ex presidente del Senato Renato Schifani lascia Ncd per ritornare da Silvio Berlusconi. La motivazione ufficiale è che “Alfano  ha snaturato la nostra identità e le nostre radici”. C’è chi pensa però che il motivo sia un altro. A parte i  dissensi con qualche esponente del suo gruppo, a partire da Simona Vicari, sottosegretario di stato e sua ex grande sostenitrice, è la “puzza di bruciato” che potrebbe aver determinato la scelta del navigato politico. Dopo il Referendum costituzionale, specialmente se i “no” dovessero prevalere, Ncd si troverebbe in un bel guaio.  Angelino Alfano ed i suoi non potrebbero d’emblée saltare il fosso e tornare dall’ex Cavaliere. Dovrebbero continuare con Renzi e condividerne la sorte. Il governo potrebbe rimanere in carica ma azzoppato, in uno scenario dove Forza Italia ed i suoi alleati riprenderebbero quota puntando, ovviamente, alla guida del Paese. Alfano prova ad esorcizzare i pericoli che potrebbero venire al suo partito ipotizzando una aggregazione di tutti i moderati, lasciando a casa gli estremisti del calibro di  Salvini e Meloni.

In questo momento l’aria che tira nel Pd e nel Governo non è delle migliori. Per converso le opposizioni di centro destra, anche se abbastanza divise, potrebbero provare ad organizzarsi per tentare il grande salto verso Palazzo Chigi. Diverse sono le condizioni favorevoli. In primo luogo la prova non esaltante alle Comunali di FI, Lega e Fratelli d’Italia che potrebbe essere un incentivo per voltare pagina all’insegna dell’unità, quella vera, nel senso di vincente.

Matteo Salvini sta riflettendo su come rilanciare la Lega ma anche, e soprattutto, quale strategia individuare per riproporre la sua immagine mediatica, visto che le tante sue presenze televisive pare abbiano stancato gli elettori che non gli hanno dato i consensi sperati. Il Matteo lepenista, deciso, determinato, furente, premier in pectore; sicuro di aver scavalcato il vecchio, stanco ed obsoleto Silvio da Arcore, forse ha compreso che bisogna abbassare i toni e, volenti o nolenti, sottoscrivere un patto con Forza Italia. Insomma, ritornare al vecchio schema di bossiana memoria.

I fratelli - e le sorelle - d’Italia  non hanno premiato più di tanto gli sforzi di Giorgia Meloni. Lei, anche se in dolce attesa, ce l’ha messa tutta per ottenere un buon risultato da candidata sindaco di Roma Capitale. Solo colpa di Berlusconi se non ha raggiunto l’obiettivo? E cos’è avvenuto in fatto di consensi nel resto della nazione italica?

Archiviata la malattia e analizzato lo scenario politico, a partire dalle Comunali, il vecchio marpione presidente di Forza Italia prova a lanciare il candidato sindaco di Milano Stefano Parisi. E’ vero che Parisi è stato sconfitto da Giuseppe Sala, che però viaggiava con il vento in poppa di Expo, ma c’è anche da dire che l’ex direttore di Confindustria ed ex amministratore delegato di Fastweb proprio per un pelo non è diventato sindaco di Milano. Eppoi, l’appeal del leader lo possiede. Si può immaginare cosa pensano di questa trovata, non ancora ufficializzata, i colonnelli e i generali di Forza Italia. Francesco Toti, consigliere politico dell’ex presidente del Consiglio, butta acqua sul fuoco. Ma proprio perché sottolinea a più riprese che non c’è alcuna designazione, significa nel gergo politichese che il Berlusca ha deciso e punta tutto su Parisi per rilanciare il suo partito.

Se Parisi a Milano è riuscito a cucire tutti gli strappi tra gli alleati di centro destra, perché non dovrebbe ripetere l’operazione su grande scala? Su per giù è questo che pensa Silvio, oltre al fatto che il viso nuovo dell’ex candidato sindaco e il suo dinamismo potrebbero fare la differenza. L’altra speranza dell’ex Cav. è che la Corte europea dei diritti umani gli dia ragione sulla vicenda della sua cacciata dal Parlamento. Una vittoria del genere sarebbe una pubblicità elettorale eccezionale. Si ricandiderebbe a premier l’ex Caimano? Lo lascerebbe credere fino all’ultimo, ma poi in caso di vittoria potrebbe passare la mano. E Stefano Parisi potrebbe essere l’uomo giusto per la successione. Per il momento scrutando l’orizzonte della politica questo s’intravede, poi… chissà.

ELIA FIORILLO 

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