Sono già 3.000 i migranti nel Sannio. Ma altri tremila sono già pronti Cronaca

Il problema è passare per “razzisti”. Ma il razzismo non c’entra, com’è ormai a tutti evidente. I guai sono altri: sotto gli occhi di tutti, si sta consumando l’ennesimo scempio del nostro territorio ed una nuova dimostrazione dell’incapacità delle Istituzioni democratiche di governare le emergenze. Il fatto: alle frontiere premono ogni giorni migliaia di migranti che vogliono mettere piede sul suolo italiano e molto spesso ci riescono. Che faccio, io Governo: dove li metto? Ecco la risposta. Emetto un avviso pubblico tramite le Prefetture: chi è interessato ad ospitarli, che abbia una casa o qualcosa che le assomigli, una sorta di tetto, può rispondere al bando e io Governo gli do un tot al mese per ogni migrante (si può arrivare anche a 10.000,00 euro al mese, non pochi, di questi tempi). Ovviamente risponde chiunque, anche e soprattutto i peggiori intenzionati.

Strane cooperative dell’ultima ora, associazioni umanitarie mai sentite nominare o anche qualcuna dal nome altisonante si propongono di ospitare, a Pinco Pallino di sopra e/o a Pinco Pallino di sotto, 40-50 migranti in una stamberga, burocraticamente chiamata Spar (Struttura di accoglienza): non importa che sia fatiscente, che non abbia servizi igienici, che non abbia allaccio fognario né acqua né gas né corrente elettrica ed ecco che la Prefettura manda lì 40 - 50 migranti, provenienti dal Senegal, dall’Eritrea, dal Mali o da qualunque altro posto.

Il sindaco di Pinco Pallino di sopra, come il collega di Pinco Pallino di sotto, non ne sa nulla, non lo avvertono nemmeno con una telefonata. Il privato (la Coop. o altro ente privato che sia) intasca i soldi per l’ospitalità senza fare nulla e senza minimamente interessarsi di cosa diavolo faranno quei poveracci che hanno fatto un viaggio di migliaia di chilometri tra i deserti e le guerre con il colpo scuro finale di una lunga traversata in mare su barconi che sembrano formicai. Ma la beffa non finisce qua.

Il sindaco di Pinco Pallino di sopra e quello di Pinco Pallino di sotto, sono - però - pur sempre responsabili penalmente dell’igiene pubblica nel proprio territorio: un Magistrato può tranquillamente inquisirli se scoppia anche un’epidemia di raffreddore per la presenza di tanti uomini, donne e bambini stipati in topaie. Anche se ha fatto tutto la Prefettura. Il sindaco, secondo legge, non potrebbe mai concedere l’agibilità ad una villetta familiare con due bagni per dare alloggio a 50 suoi concittadini; ma, in omaggio all’emergenza sbarchi, può tranquillamente restare all’oscuro se in un buco qualunque del suo comune, senza nemmeno l’allaccio fognario, arrivano altrettanti extracomunitari.

Il meccanismo, è quello delle discariche abusive dei rifiuti, e lo ha spiegato benissimo il sindaco di Reino, Antonio Calzone: “Il proprietario di un pezzo di terra incolto (con o senza l’appoggio della camorra) dava disponibilità ad ospitare l’interramento di rifiuti. E la Prefettura o Commissariato di Governo avallava la cosa, con la rabbia dei Comuni e dei cittadini. La storia degli anni Ottanta, Novanta e inizi Duemila è piena di questi casi”. Per questo i sindaci oggi dicono: “Sarebbe questo il modo di dimostrare la nostra cultura dell’accoglienza? Sarebbe questo il modo di aiutare questi poveri Cristi rispettandone la dignità?”.

Lo ha sottolineato a chiare lettere Giuseppe Di Cerbo, sindaco di Amorosi. Di questo e di altro si è discusso, con furiose polemiche contro lo Stato centrale, nell’Assemblea dei Sindaci del Sannio convocata dal presidente della Provincia Claudio Ricci, venerdì scorso 2 settembre (a dire il vero, non tutti i Comuni hanno risposto all’invito: una scelta per molti non condivisibile, perché il problema riguarda tutti, non solo questo o quel comune).

A dare una dimensione beffarda all’intera vicenda è successo questo: mentre era impegnato nei lavori dell’Assemblea, il sindaco di Castelvenere, Mario Scetta, sente sul proprio telefonino il cicalino che lo avverte dell’arrivo di un messaggio. È un suo concittadino a scrivergli: “Guarda che mentre tu perdi tempi a Benevento, qui sono arrivati altri 40 migranti. Vaffa…, str…!”. Scetta, che è un medico molto amato e rispettato, quasi scoppiava a piangere per l’insulto e l’ingiusta accusa e ha annunciato in Assemblea che si sarebbe dimesso dalla carica.

Il sindaco di Dugenta, Clemente Di Cerbo, ha rivelato: “Ormai la domenica mattina nel mio comune, nella pubblica piazza, assisto alla compravendita di donne da parte di alcuni magnaccia, che poi le portano a prostituirsi!”. Ecco qualche dato. Per ora i migranti censiti sono 3mila, in 20 Comuni. Ma con i nuovi bandi, già partiti dalla Prefettura, sia il numero dei migranti che dei Comuni che li “ospitano” aumenteranno. Si ipotizzano almeno altri 3.000 arrivi (fate voi la divisione tra i 50 Comuni che al momento non ospitano nessuno). A Benevento sono già decine e decine i migranti presenti e, a due passi dalla città, si parla di un intero albergo che è stato requisito da una Coop.

Il sindaco di Guardia Sanframondi, Floriano Panza, ha deciso di essere… lungimirante: poiché un Comune che ospita un gruppo di migranti non potrà successivamente ospitarne altri, ha risposto al bando della Prefettura. È stato l’unico sindaco a farlo, con la speranza che in questo modo “almeno l’afflusso lo controllo io, e i migranti li metto in strutture idonee: non mi si potrà accusare che ho fatto scoppiare l’epidemia di colera”. Come si esce da situazione di emergenza? Come al solito, non si sa.

GIUSEPPE CHIUSOLO

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