Quando il fiume Calore non è apprezzato... In primo piano

Camminando in Via Grimoaldo Re ci si imbatte in uno spazio completamente ripreso e ristrutturato, adiacente la ex colonia elioterapica. La camminata alla base del fiume, fino al Ponte Vanvitelli, rappresenta la possibilità di immergersi in un paesaggio diverso, con un’opera completamente nuova, che permette ai cittadini di usufruire di luoghi in passato preclusi per il loro stato di dissesto ambientale.

Se ne è parlato molto lo scorso anno quando, a ridosso delle elezioni, i lavori furono portati a termine insieme ad altri con una determinazione ed un impegno che i beneventani non vedevano da tempo.

Ad oggi quei luoghi ed in particolare proprio la passerella, sono percorribili per un buon tratto, con tanto di panchine, luci e videocamere. Un percorso strappato alla natura che, per vista e suggestione, meriterebbe di essere maggiormente frequentato.

Il rischio, ora, è di vederlo sprofondare nello sfacelo e nell’abbandono, portandolo nel tempo all’oblio assoluto e consentendo ad alcuni di relegarlo ad ambiente a proprio uso personale, magari socialmente poco salubre, sottraendolo così ai tanti che ne potrebbero usufruire più diffusamente, indirizzandolo così ai suoi veri scopi e cioè quelli di un tratto unico per passeggiate e corse sportive, favorendosi di un contesto, tra l’altro, davvero originale della città per le vedute che offre.

Infatti, per le condizioni particolari che lo contraddistinguono, si presta a visuali e panorami inediti, incoraggiando all’appezzamento comune un fiume come il Calore, anch’esso da recuperare.

Il pensiero di poter realizzare in quell’alveo, come accade in altre città, un circuito da utilizzare non solo sulle sponde, creando iniziative o attività legate all’acqua e rendendolo almeno per un pezzo navigabile, sarebbe una vera rivoluzione ed un recupero davvero eccezionale, per una città che di fiumi ne ha addirittura due.

Sarebbe l’ideale riappacificazione e riappropriazione di una parte sostanziale del nostro ambiente, fino ad ora maltrattato e poco considerato, ma da cui è possibile trarre tante opportunità. Si pensi solo che un tale interesse porterebbe i cittadini a pretendere un maggior controllo degli scarichi idrici a monte e a valle, sensibilizzandosi alla pulizia non solo delle strade ma anche dei flussi d’acqua, riallacciando un legame che ad oggi sembra non esserci tra spazi urbani e spazi naturali.

La presenza di telecamere non scoraggia di certo chi è portato a deturpare, trovando nell’incuria e nello scarso interesse comune uno sprono ad appropriarsi dei luoghi pubblici a proprio piacimento.

Un risanamento ed un potenziamento di questo percorso, considerando il bellissimo sfondo del Ponte e le vedute verso le colline circostanti così ricche di verde, sarebbe davvero auspicabile, magari con progetti e idee per avvicinarlo ai tanti cittadini che probabilmente lo conoscono poco ed integrandolo, inoltre, in potenziali percorsi turistici, a favore di un pacchetto di forte impatto suggestivo che questa città è sicuramente in grado di offrire, grazie alle sue originali unicità.

LUIGI RUBINO 

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