La Battaglia di Benevento Società

La battaglia di Benevento, combattuta il 26 febbraio 1266, era avvenuta per un contrasto tra ideologie inconciliabili che, purtroppo poi, si sono protratte per tanti secoli.

Si trattava della contesa tra Papato ed Impero - Guelfi e Ghibellini - sostenitori del Papa o dell’Imperatore, risoltasi  solamente l’11 febbraio del 1929!

Per la “ Battaglia di Benevento”, descritta con calore e tanto amore da Giovan Battista Maria dell’Aquila - Edizioni Realtà Sannita - Euro 12,00 -Papa Clemente IV, dopo avere scomunicato Manfredi, figliuolo di Federico di Svevia, nipote dell’imperatrice Costanza, (reso immortale da Dante Alighieri nella Divina Commedia, Purgatorio, Canto III - versi 103-145), aveva finanziato la discesa in Italia del francese Carlo d’Angiò.

Giovanni Battista Maria dell’Aquila, un nobile nello stile e nell’educazione, giornalista e scrittore, patrizio di una famiglia normanna,  sin dall’inizio della narrazione, per motivi di parentela, è fervidamente sostenitore del re Manfredi, il biondo, bello e gentile Manfredi, la cui famiglia normanna dei dell’Aquila è imparentata.

Da grande educatore, però, l’autore, dalla complessità delle fonti, con una proficua sintesi, peraltro facilmente comprensibile, riesce a presentare una prosa vivace ed accattivante: cronisti coevi all’evento della battaglia stessa di Benevento; famiglie, personaggi, luoghi, armature, strategie, tavole genealogiche della battaglia dove “forti contro forti fortissimamente lottarono” nella piana di Pietra di Roseto.

Vinsero i Guelfi. Re Carlo d’Angiò ebbe la meglio; Manfredi fu sconfitto ed ucciso in battaglia. Il suo corpo sarà ritrovato e riconosciuto solo alcuni giorni dopo e inumato vicino al ponte di Feniculo, poco distante dalla Chiesa di Santa Maria della Gradella.

“Un blasone e una spada spezzata giacquero nella polvere mentre un vessillo fu inalberato e un altro blasone prese il posto di quello precedente”.

Tavole con foto e colori assai brillanti impreziosiscono il testo.

Le ricerche del patrizio-scrittore non terminano però con la “battaglia di Benevento”. Sono infatti tante le considerazioni e le ricerche che lo portano ad approfondire le tesi successive con le lotte continue tra Guelfi e Ghibellini.

Straordinarie le tavole genealogiche.

Altro momento edificante il ritrovamento del tesoro in “tarì” di Manfredi nel castello di Capua, a suo tempo, fatto costruire dall’imperatore Federico, suo padre.

“Una prosa vivace” afferma Mario Pedicini e noi siamo con tutto il cuore con lui, con i più vivi complimenti.  

Avv. Michele Sessa

Direttore della rivista “L’Areopago Letterario”

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