Premio Strega, 71 primavere e non dimostrarle. La dozzina rifulge di luce magica al cospetto dell'Arco di Traiano Eventi

Il premio letterario Strega esercita sempre il suo fascino, al pari del festival della canzone italiana di Sanremo, sempre criticato, polemiche a non finire, ma mai abbandonato dalla folta schiera degli appassionati della letteratura italiana. Nato in sordina, senza troppe velleità, nell’inverno e nella primavera 1944 si colloca la sua gestazione, quando - secondo il racconto dell’epoca di Maria Bellonci - “cominciarono a radunarsi amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito unita nella partecipazione di un tempo doloroso nel presente e incerto nel futuro”.   

La prima edizione si ha però solo nel 1947, consacrando Ennio Flaiano con Tempo di uccidere. E così, di anno in anno, si è giunti al LXXI Premio Strega, ancora una volta con la presentazione dei 12 finalisti qui a Benevento, dozzina di libri che a giugno subiranno un’ulteriore selezione per accedere alla serata al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, con la classica cinquina a designare nel rush finale il vincitore dell’edizione 2017.

La serata di presentazione beneventana dei 12 candidati, nata sotto i cattivi auspici di Giove Pluvio, ha preso le mosse con venticinque minuti circa di ritardo, sotto la conduzione dell’esperta giornalista Daniela Vergara e la regia di Renato Giordano. Invitato subito sulla pedana, più che palchetto, sul prato erboso a ridosso dell’Arco di Traiano, il sindaco Clemente Mastella dava sfoggio di tutto il suo amore territoriale per i colori cittadini e calcistici usando una metafora nel rincorrere il mai sopito sogno di realizzare la finale del premio Strega a Benevento.

Poi la breve presentazione con ogni autore. Di ogni libro è stato letto un passo. Tra uno spazio e l’altro l’Orchestra jazz del Conservatorio “Nicola Sala” ha eseguito brani di canzoni napoletane, da A me me piace ‘o blues, Napule è di Pino Daniele a Tammurriata nera di Nicolardi-E.A. Mario finendo con Tu si ‘na cosa grande di Domenico Modugno.

Al calar delle tenebre, per poterlo meglio apprezzare, l’Arco Traiano è divenuto multicolore grazie alla speciale illuminazione, con un effetto davvero suggestivo.

Intervenuti, fra un’intervista e l’altra agli autori, il presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, e il direttore Stefano Petrocchi. Ricordato dal presidente Solimine il compianto Tullio De Mauro, che ha lasciato un’impronta difficilmente eguagliabile, mentre Petrocchi ha posto l’accento sull’importanza dei premi letterari affinché fungano da veicolo per far entrare nelle case degli italiani libri con alto tasso di qualità.

L’assessore alla Cultura, Oberdan Picucci, ha spiegato il motivo, anzi i due, per la scelta di tenere la manifestazione all’Arco Traiano.  Il primo, perché l’Arco Traiano si vuole che sia l’emblema della città di Benevento; il secondo, la scelta di tenere all’aperto la serata per avvicinare il grosso pubblico all’evento.

Alla domanda provocatoria di Daniela Vergara rivolta al direttore del Conservatorio “Nicola Sala”, Giuseppe Ilario, se la musica faccia arrivare al 27 del mese, la pronta risposta è stata che, se fatta bene, non solo fa arrivare al 27 ma anche al 31 del mese.

Per il presidente Giuseppe D’Avino di Strega Alberti, il premio è cresciuto oltre le attese di chi l’ha fondato fino a raggiungere le dimensioni attuali. Il connubio ormai tra premio letterario e Strega Alberti è inscindibile e porterà sempre nuovi frutti.

I libri in lizza per la palma del vincitore sono:

Teresa Ciabatti, La più amata, Mondadori

Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi

Marco Ferrante, Gin tonic a occhi chiusi, Giunti

Wanda Marasco, La compagnia delle anime  finte, Neri Pozza

Chiara Marchelli, Le notti blu, Perrone

Rita Monaldi e Francesco Sorti, Malaparte. Morte come me, Baldini&Castoldi

Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte, Ponte alle Grazie

Ferruccio Parazzoli, Amici per paura, Sem

Nicola Ravera Rafele, Il senso della lotta, Fandango libri

Alberto Rollo, Un’educazione milanese, Manni

Marco Rossari, Le cento vite di Nemesio, Edizioni e/o

Vanni Santoni, La stanza profonda, Laterza

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it

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