Chi violenta le montagne? Enti

Montagna del Partenio violentata. Ancora momenti di sofferenza per la bella montagna cervinarese, dopo l’incuria e l’abbandono sono arrivati anche gli incendi, una settimana di fuoco che ha interessato diverse zone, con diversi ettari di bosco ceduo, in alcuni casi anche castagneto da frutto, andati in fumo. Un bollettino di guerra che è in perfetta sintonia con quello che è accaduto e sta accadendo in tutta Italia, ma che nel centro caudino è aggravato ulteriormente dalla mancanza di un qualsiasi  intervento di prevenzione e di salvaguardia della montagna.

L’ennesimo grido di allarme che ci si augura venga prontamente raccolto dalle istituzioni, questa volta non può rimanere senza risposta.

A scendere in campo devono essere le amministrazioni comunali per denunciare e chiedere interventi mirati per far rinascere questo bene naturale invidiato da tutti.

La cosa dovrebbe essere ancora più facile, perché ad avere questi problemi è tutta la montagna del Partenio, per cui oltre a Cervinara, anche i comuni di San Martino, Rotondi e Pannarano vivono questo stato di crisi, per cui mettersi insieme  conviene e sicuramente fa più rumore. Anche gli ultimi incendi che hanno colpito la montagna cervinarese, dal Vallone di Ferrari, alla località Coppola, per finire alla collina di Quercino, devono far riflettere. Più focolai contemporaneamente fanno pensare alla solita regia dolosa.

La risposta è insufficiente, se non addirittura inesistente. Chiusa senza una motivazione la Caserma della Forestale  di Cervinara, i comuni irpini della Valle Caudina hanno perso l’unico presidio ambientale operativo, che seppur con difficoltà di uomini e mezzi assicurava un minimo di controllo. Poi il passaggio del Corpo Forestale all’interno dell’Arma dei Carabinieri ha ulteriormente rallentato il tutto, tanto che la Caserma resta ancora chiusa nonostante l’annuncio della sua riapertura.  Ma anche gli altri enti istituzionali che devono preoccuparsi della tutela della montagna fanno poco, praticamente niente.

Gli amministratori locali devono chiedere conto alla Regione Campania del ruolo e dell’attività svolta dal  Parco del Partenio, aprire un confronto politico con l’Ente  Parco diventa urgente e indispensabile.

Attualmente il Parco è commissariato e nessuno si è mai accorto della sua esistenza, ognuno fa quello che vuole in montagna, basta ricordare la totale assenza riscontrata sul problema del pascolo abusivo che colpisce nel cuore i boschi e i castagneti cervinaresi.

Non meno evidente l’assenza della Comunità Montana del Partenio, da ente di sviluppo della montagna trasformatosi in un centro burocratizzato che ha perso di mira scopi e funzioni. Appare infatti inverosimile che gli operai forestali a disposizione vengano utilizzati per lavori  nella parte bassa della montagna, a ridosso del centro abitato, invece che nel posto naturale che è la montagna, nel suo cuore, dove ci  sono sorgenti,  canali,  sentieri, da curare e salvaguardare.

Praticamente scomparse le opere manuali ma strategiche di regimentazione delle acque, per permetterne il naturale deflusso, per non creare pericoli a valle, come peraltro l’alluvione del dicembre 1999 ha tragicamente insegnato. Inutile dire che un ruolo determinante lo possono recitare anche i cittadini, denunciando ma anche sollecitando ai propri amministratori interventi di tutela dell’ambiente che in alcuni casi, bisogna sottolinearlo, sono anche a costo zero.

Il tutto ha anche una valenza culturale e se non sia ha la fortuna di avere amministratori culturalmente sensibili a queste tematiche il futuro della montagna cervinarese e del Partenio in generale è segnato negativamente.

ALESSIA RUSSO

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