Rifiuti che fare Ambiente

Tra speranze e paure, continua la Via Crucis dei rifiuti per la Provincia di Benevento e per tutti i cittadini sanniti. Da una parte vi sono progetti e lavori in corso per “ridurre il carico dei rifiuti da consegnare in discarica” e per “riciclare tutto il ciclabile” - costruendo, a tal fine, una filiera capace di creare lavoro e nuova ricchezza; dall’altra si parla con sempre più insistenza di tornare indietro rispetto alla legge sulla “provincializzazione” - riponendo, dunque, gli spettri del trasferimento dellimmondizia da Napoli e hinterland verso le nostre aree rurali!

Nel mezzo, ci sono poi i tanti sindaci che contestano la stessa legge sulla provincializzazione in quanto non vogliono che, una parte della tassazione, vada alla Rocca dei Rettori. Daltro canto è lo stesso presidente, Aniello Cimitile, a non fare un salto di gioia quando pensa a tale prospettiva, perché riconosce che la legge non è un granché ed oltretutto dichiara che non è possibile capire, senza una legge chiara, effettivamente chi-fa-che-cosa. In questo clima quasi surreale, e su questi temi che incidono profondamente sulla Qualità della vita di tutti noi, si è svolto il Green Focus Rifiuti, un tavolo operativo sul tema rifiuti “per una governance sostenibile e produttiva del Sannio”, riunitosi giovedì 24 novembre 2011 presso il Centro Studi Provincia di Benevento nell’area del Musa di contrada Piano Cappelle.

Temi spinosissimi e di drammatica attualità, discussi in una cornice bellissima che si apre sullo scenario delle colline beneventane, sinceramente sottolineata dal vice sindaco di Napoli, Tommaso Sodano, che ha detto chiaro e tondo (e la cosa gli fa onore) che “è un delitto rovinare quel paesaggio con nuove discariche”. L’iniziativa, promossa ed organizzata dallassessorato allambiente della Provincia, è stata concepita come un confronto a voce alta tra istituzioni, imprese, associazioni, consorzi di filiera ed organizzazioni impegnate nel settore, per confrontare esperienze, individuare strategie, dibattere senza pregiudizi, al fine di trasformare davvero i rifiuti in una risorsa, in un sistema di Green economy verso il quale il territorio sannita si sta incamminando.

La strategia che la Provincia ha voluto perseguire per il ciclo dei rifiuti è stata delineata dal presidente Aniello Cimitile: “Noi vogliamo ragionare su quello che deve essere un nostro autonomo ed originale ciclo dei rifiuti, che sia non soltanto compatibile col nostro ambiente e col nostro modello di sviluppo, ma che sia anche una risorsa capace di aprire un'attività produttiva che possa dare un buon lavoro, oltre che offrire un servizio di qualità all’intero territorio. Il nostro ciclo dei rifiuti è fondato sulla riduzione della produzione di rifiuti, sul riuso, sul riciclo e sul compostaggio, sulla rinuncia a discariche e a tecnologie a caldo (cioè i termovalorizzatori). Noi siamo per il trattamento meccanico e biologico a freddo: siamo andati molto avanti in questa direzione, ma siamo consapevoli che naturalmente, in altre parti della regione, stanno adottando modelli diversi avendo impostato da oltre 15-20 anni i loro modelli su termovalorizzatori e discariche”.

Il problema, però, è che questa strategia ha dei costi: chi pagherà le spese? Con l’Unione Europea che minaccia stangate per l’emergenza napoletana -mai di fatto cessata se non nei proclami più meno elettorali; con il Patto di stabilità che impedisce ai Comuni di spendere i soldi, che pure ci sono; con la crisi economica che taglia i margini operativi delle aziende al punto che non si può fare nemmeno la manutenzione ordinaria dei mezzi meccanici; con la criminalità (organizzata e non) che controlla tutto per fare i suoi interessi: come se ne esce? Occorre tenere presente che oggi i cittadini sanniti, cioè quelli che in Campania risultano essere tra i più virtuosi (fatte le dovute eccezioni, naturalmente) in fatto di raccolta differenziata, debbono pagare una tassazione assai elevata anche perché, ad esempio, lumido che raccolgono nelle apposite vaschette, deve essere spedito addirittura in Sicilia per essere lavorato: mancando, nelle nostre aree, impianti adatti allo scopo. Una vera assurdità. Ma non è la sola, in questa incredibile vicenda dei rifiuti che va avanti da decenni senza apparenti soluzioni.

Lo riconosce lo stesso Cimitile: “In questi giorni - ha infatti detto il presidente - c'è stata la ribellione di tanti Comuni rispetto ad una legge che assegna alla Società provinciale la riscossione della Tarsu, eliminando una delle entrate essenziali. Ma la legge non l’ho voluta io. Io ho solo il dovere di applicarla. Noi siamo fermi sostenitori della provincializzazione, perché il Sannio è un esempio di quanto sia necessaria: solo da quando la Provincia ha avuto un ruolo e la provincializzazione è andata avanti, abbiamo “bloccato” l'abitudine di portare nel Sannio i rifiuti dal napoletano ed abbiamo potuto pensare ad un nostro autonomo ciclo di sviluppo, con degli impianti e dei progetti”.

Una situazione veramente ingarbugliata, ma lassessore provinciale Gianluca Aceto ha detto che la Provincia comunque vuole andare avanti. “Green Focus vuole testimoniare del lavoro fatto finora e di quello che ancora stiamo compiendo. Stiamo procedendo affinché nei nostri impianti venga lavorata una minore quantità di rifiuti da consegnare in discarica e soprattutto venga accentuato il riciclo dei materiali. Presso lo Stir di Casalduni andranno a regime a breve nuove produzioni in grado di abbattere i quantitativi da consegnare a SantArcangelo Trimonte.

Questo significa che noi i rifiuti proviamo a trattarli, non soltanto come la perenne emergenza di questa regione, ma anche come occasione di sviluppo e come possibilità di costruire un sistema razionale. Diciamo che abbiamo in corso una “scommessa”: la scommessa, cioè, che in Campania è possibile fare un’operazione che coinvolge per esempio i Consorzi nazionali di filiera, i quali ci hanno sostenuto e ci stanno sostenendo per riciclare tutto quanto sia possibile riciclare. Siamo consapevoli dei problemi e delle contestazioni sollevati rispetto alla provincializzazione e al bando della Samte; ma come Provincia e come Samte diamo la nostra disponibilità ad andare incontro ai giusti rilievi dei sindaci. Naturalmente, non dobbiamo avere paura delle sfide, ma dobbiamo interpretarle come una nostra volontà di costruire un futuro”.

I concetti espressi da Aceto sono stati ripresi dallamministratore della Società provinciale Samte, Giovanni Zarro: “I rappresentanti dei numerosi Consorzi di filiera per il riciclo dei materiali hanno testimoniato che la Provincia di Benevento sta stringendo accordi con loro per spingere sulla raccolta ed il riciclo dei materiali (lalluminio, gli oli esausti, etc.), ma anche le materie prime. Queste attività dovrebbero creare nuove filiere di lavoro ed occupazione: un sogno? Forse no. Comunque questa è la strada da percorrere, anche se va in conflitto con la Regione che spinge, invece, per bruciare tutto”.

Ma il vice sindaco di Napoli, Tommaso Sodano, già senatore della Repubblica e componente della Commissione antimafia, ha attaccato proprio la Regione e chi vuole a tutti i costi un nuovo termovalorizzatore. Secondo lui “quello di Acerra è già più che sufficiente per tutta la Campania”, tanto più che spingendo sulla raccolta differenziata - ha aggiunto - si ridurrà ulteriormente la produzione di rifiuti indifferenziati”.

Insomma, i problemi sul tappeto sono questi; ma ci sono anche prospettive di sviluppo e di trasformazione di un’emergenza in una opportunità. Occorre vedere cosa farà il nuovo Governo: bloccherà la provincializzazione? E, se sì, quali saranno le sue nuove proposte.

GIUSEPPE CHIUSOLO

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