Il commercio è al collasso Economia

La crisi economica in atto, non produce i suoi effetti solo sulle imprese. Anche il carrello della spesa si fa sempre più leggero in quanto, nelle tasche dei consumatori, ci sono sempre meno soldi. Inoltre, pur di risparmiare, c’è il concreto rischio di comprare solo prodotti esteri, per niente genuini e di scarsa qualità. Eppure, l’agroalimentare italiano è uno dei pochi asset strategici che ha le potenzialità per competere e vincere le sfide del mercato globale. La provincia di Benevento, con un’economia prevalentemente agricola e con migliaia di micro aziende operanti nei servizi, non può restare a guardare: istituzioni, imprese e mondo associativo devono fare di più e meglio per trovare soluzioni in grado di riportare serenità all’interno delle tante imprese familiari che hanno fatto del loro lavoro una scelta di vita. Per farlo, la prima regola è il dialogo, il confronto, capire bene le problematiche; solo così è possibile individuare strategie comuni vincenti. Noi ci proviamo, dando la parola ai diversi protagonisti portatori di interessi collettivi. È la volta del presidente della Camera di Commercio, Gennarino Masiello e del presidente della Confesercente, Gianluca Alviggi, attuale membro di Giunta camerale per il settore commercio.

Presidente Alviggi, ci dice realmente quant’è grave la crisi del commercio in città: poco, molto o moltissimo?

«La risposta mi pare quantomeno ovvia: la crisi è gravissima, ormai
diffusa in tutti i settori. La contrazione della spese è totale e si
rischia la chiusura di centinaia di attività nella sola Benevento».

Fino a poco tempo fa, si diceva che era colpa soprattutto dei centri commerciali; ma ora, a quanto pare, anch’essi vivono una crisi irreversibile. E allora cos’è che davvero non va?

«Come dicevo le difficoltà riguardano tutti i settori e, quindi, anche le medie e grandi strutture sono al collasso. Personalmente ritengo che il governo centrale abbia sottovalutato il danno incalcolabile che sta causando con l’inasprimento delle tasse. L’economia sannita, che si è sempre retta sul terziario e sul consumatore locale, purtroppo, è destinata ad avvitarsi su se stessa. Centri commerciali inclusi».

Quali iniziative avete preso per attrarre più clienti nei negozi del centro cittadino?

«Qui mi sento di dire che Confesercenti aveva visto giusto sulle opportunità che si aprivano con il progetto del Centro Commerciale Naturale; peccato che la politica locale sia stata latitante: in breve, non siamo stati presi sul serio. Ma su questa questione presto ci ritorneremo».

Diciamo la verità, un po’ di responsabilità è anche di voi commercianti che, qui a Benevento, dite NO all’apertura dei negozi nei festivi e la domenica, mentre in quasi tutt’Italia questo ormai è scontato.

«Mi dispiace contraddirti, ma non sono d’accordo. In un periodo di totale austerity, quando per tutta la settimana non si batte chiodo, è assurdo proporre aperture indiscriminate che servirebbero solo ad aumentare i costi d’esercizio, con corrispettivi zero. Rimandiamo questi esperimenti a quando le cose andranno bene ed il consumatore avrà qualche euro in tasca».

Comune, Provincia e Camera di Commercio, in che misura vi sono vicini in questa fase così delicata del commercio in generale?

«Gli enti, nessuno escluso, non hanno ancora compreso il disastro che sta avvenendo nella nostra provincia e, tantomeno, sono interessati al bene del commercio. A mio parere, ognuno è interessato a difendere la propria poltrona, e basta. Quanto al comune, una vera delusione».

E le banche, almeno quelle locali vi sostengono oppure no?

«Le banche ci tengono in pugno, i rubinetti li hanno ormai chiusi. Credo che in tal senso, un tavolo istituzionale sul credito alle imprese, sia urgente e doveroso».

GIUSEPPE CHIUSOLO 

Altre immagini