Viva, viva l'Italia... Società
“Viva l'Italia, l'Italia liberata, l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
Viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora, l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, l'Italia metà dovere e metà fortuna, viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia che resiste.”
Il 9 maggio è la festa dell’ Europa, di cui fa parte anche l‘Italia, Viva l’Italia. L’Italia della musica, del canto delle Sirene, L’Italia che tenta di non morire, che si affanna a restare unita, dalle Alpi al mare, isole comprese.
Viva l’Italia, che cerca di dimostrarsi forte, senza paura, ma
che in realtà non sa più cosa fare.
Viva l’Italia che una
volta lavorava e che ha ancora una Costituzione il cui primo articolo
così recita:”L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro”.
Quale lavoro? Quello dei tantissimi giovani disoccupati o quello degli innumerevoli cittadini in Cassa Integrazione?
Viva l’Italia che si dispera per la difficoltà
sempre crescente non più di vivere ma di sopravvivere.
Prima
c’erano cose utili, cose voluttuarie e cose superflue. Ed erano ben
distinte. Oggi l’elenco delle cose utili diventa ogni giorno
più anemico, striminzito. L’economia ridotta fino all’osso, come quella istituita dal Ministro delle Finanze Sella. che per
pareggiare il bilancio istituì l’odiosa tassa sul
macinato.
Viva l’Italia che si innamora, che fa progetti, che si
arrampica sugli specchi, anche se il maschio italiano, come latin
lover, è stato sorpassato ultimamenente dal maschio spagnolo.
Pure
questo primato ci hanno tolto. ma come fa ad amare con tutti i
pensieri che gli frullano in testa? E come fa a progettare di
mettere su famiglia se non ha un lavoro e una casa? Viva l’Italia,
metà dovere, tanti doveri, pochi diritti, e tanta speranza nella
fortuna. Fortuna al gioco, tant’è che sono in grande aumento i
giocatori.
Oggi si vive alla giornata alla ”CARPE
DIEM” di Orazio. Cogli l’attimo fuggente.
Il problema è che
è talmente fuggente che non riusciamo a coglierlo. Corre troppo
veloce e noi non riusciamo a raggiungerlo. Viva l’Italia. Forse tra
i pochi sogni che le sono rimasti c’è quello di andare sulla
luna, a trovare un po’ di pace, a nuotare nel Mare della
Tranquillità.
Viva l’Italia che resiste, comunque e nonostante, con la sua caparbietà, il suo coraggio, l’arte di arrangiarsi, la speranza di un domani migliore. Viva l’Italia che però ha una certezza, forte, stabile, duratura, rassicurante: è in Europa e il 9 maggio si festeggia l‘Europa.
Cosa dire? Mi viene in testa una canzone di Petrolini del 1932, cantata poi da Nino Manfredi:” Tanto pe’cantà” che dice:”basta 'a salute... quanno c'è 'a salute c'è tutto...basta 'a salute e 'n par de scarpe novepòi girà tutt'er monno... Pe' fa la vita meno amara me so comprato 'sta chitara, e quann'er sole scende e more me sento 'n còre cantatore. La voce è poca ma 'ntonata, nun serve a fà la serenata,ma solamente a fà in magnera de famme un sogno a prima sera.”
Viva l’Italia che sogna e che canta. Quella vera.
ELISA FIENGO