Domenico Zerella Società

Egregio Direttore,

ringraziandoLa per l’ospitalità, desidero innanzitutto manifestare vivo apprezzamento per l’interesse con cui Ella ed il Suo giornale seguono il dibattito sul ruolo e la funzione dell’Università del Sannio che di recente si è sviluppato in città. A tale proposito, però, mi corre l’obbligo di fare alcune doverose precisazioni, essendo io stato direttamente chiamato in causa nei contributi dei collaboratori del Suo giornale, precisamente nel n. 9 del 16-31 maggio 2012.

Fa bene Mario Pedicini, nel suo “Università e polemiche”, a richiamare l’attenzione dei Suoi lettori e dell’opinione pubblica sulle polemiche scoppiate all’indomani dell’ormai noto convegno organizzato da TeL. E’ vero: le polemiche ci sono state, e di tanto non mi meraviglio; è il gioco delle parti della politica. Mi meraviglia, invece, un altro dato emerso dall’articolo del sempre ottimo Pedicini, e cioè che anche lui cade nella trappola della confusione dei ruoli. Riferendosi, infatti, ad una nota a mia firma sull’Università, l’amico Pedicini mi etichetta come “responsabile culturale del PDL, nonché componente del Consiglio di amministrazione dell’Università”. Ebbene, la nota cui si riferisce Pedicini, e che Ella sicuramente avrà ricevuto, è siglata solo ed unicamente nella mia funzione di amministratore dell’ateneo, non comparendo affatto qualsivoglia qualifica e/o appartenenza politica. Leggere per credere! E poi, sempre Pedicini afferma che un mio “superiore di partito” mi avrebbe tirato per le orecchie. Orbene, basta dare un’occhiata al simpatico scambio di opinioni occorso sulla stampa tra il sottoscritto ed il cd. “superiore di partito” per capire che le mie orecchie sono ancora integre e che mai e poi mai permetterei ad alcuno di rovinarmele, figuriamoci di tirarmele!

Proseguiamo. A pag. 2 dello stesso numero del Suo giornale – straordinaria coincidenza – leggo in un altro intervento a firma di Marisa Zotti Addabbo che anche la doppiamente collega (in giornalismo e di scuola) cade nell’errore citato prima, qualificandomi come “responsabile culturale del PdL”. Tant’è: non me la prendo con Pedicini, figuriamoci con la Zotti! Ubi maior… Ma la Zotti va oltre e, richiamando alcuni passaggi del mio intervento completamente avulsi dal contesto, mi accusa, in sostanza, di dare della nostra Università “un’immagine negativa” e di arrecare irreparabile danno al “faticoso lavoro di orientamento” che si farebbe nelle scuole superiori per favorire le iscrizioni alle nostre Facoltà. Se solo conoscesse un po’ meglio la mia storia personale, la Zotti eviterebbe di essere così inavvedutamente imprecisa. Riducendo, quindi, il mio intervento a “critiche da farsi…in altre sedi”, la Zotti infine invoca “tavole rotonde non politiche né partitiche”, dimenticando, però, di fare il benché minimo cenno al convegno da cui prende, invece, le mosse Pedicini, e che di politico e partitico aveva proprio tutto.

Insomma, Egregio Direttore, una gran confusione regna sovrana. Ma, per completezza di informazioni, mi preme informarLa che, a margine dell’ultima seduta del Consiglio di amministrazione dell’Università, gli echi del dibattito cui facciamo riferimento si sono sentiti eccome. Lo stesso Rettore, insieme ad altri autorevoli componenti del consiglio, ha convenuto, anche dietro mia sollecitazione, sulla necessità di avviare una riflessione sulla mission del nostro ateneo nel più ampio panorama regionale del sistema universitario, stimolando contributi seri ma avulsi da strumentalizzazioni politiche o partitiche.

E’, per l’appunto, quanto io ho cercato di fare. La politica, perlomeno in questo caso, lasciamola fare ad altri.

RingraziandoLa per la consueta cortesia, La saluto cordialmente.

Prof. DOMENICO ZERELLA 

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