Benevento capoluogo. E stiamoci zitti   Politica

Se è vero che il silenzio è d'oro, mai come ora ci converrebbe stare zitti. E invece...

Cimitile promette che non finisce qui. La sua Rocca è pronta ad auto-sobillarsi per, indi poscia, sbilanciarsi verso il Molise al seguito di Bocchino. Clemente Mastella dice che il capoluogo (ossia Benevento) glielo aveva suggerito lui al Ministro Patroni Griffi.

Accertato che Patroni Griffi non è Giuseppe e Mastella non è Mastellone, ne deriverebbe che non stiamo a teatro, dove sono ammesse improvvisazioni. Mastella a luglio disse che si era appartato con il Ministro che lo aveva rassicurato: “Ma di che ti preoccupi? Benevento resta capoluogo della nuova provincia accorpata”. Con un successivo comunicato (sempre in giornata) ci fece sapere che il Ministro, preso dal dubbio, gli aveva telefonato comunicandogli che si era consultato con i dirigenti del Ministero, che gli avevano confermato che la norma era scritta così.

Ed è rimasta scritta così anche nel decreto legge che il Governo ha approvato l'altro giorno.

Il quale decreto, caro Luigi Bocchino, espone a rischio di solenne fregatura l'idea di passare col Molise attraverso un referendum. Leggere per credere: “Assume il ruolo di capoluogo il comune capoluogo di regione nel caso in cui questo coincide con uno dei comuni già capoluogo di una delle province oggetto di riordino”.

Campobasso è il capoluogo di regione anche il giorno in cui arrivasse Benevento con quattrocentomila abitanti. Il guaio è che il Molise come regione è destinato a scomparire e Campobasso non metterà a repentaglio la sua (provvisoria) eccezionalità di regione a statuto semi-speciale (come Umbria e Basilicata). Fino a quando resteranno in vita regioni ordinarie con una sola provincia?

Il 3 settembre 1860 Salvatore Rampone fece sloggiare dalla Rocca il delegato pontificio Odoardo Agnelli. Le celebrazioni del 150 anniversario della liberazione e della annessione al Regno d'Italia della nuova provincia hanno esaltato i cuori e, forse per effetto dell'Aglianico torrecusano, hanno lasciato qualche stordimento di troppo.

Quando si dice che la fortuna è cieca, si può capire che possa venire da dietro. Ma una volta che l'hai presa, la botta (“botta di culo”, secondo gli amici di “Gazzetta”), come fai a dire che non l'hai sentita? E che non ti è piaciuta?

Zitti, allora. Meglio stare zitti.