Pronti presepe e luminarie? Il lavoro nobilita... le donne Società

“Si cantava una volta “ ricorda la nostra lavascale “ Mo’ vene Natale nun tengo denare, mme piglie ‘na pippa e mme vache a cuccà...”

I tempi sono cambiati. Ora non si fuma più la pipa, c’è la sigaretta. Ma il prodotto non cambia: i soldi continuano a non esserci. “Cavalie’, sto molto in ansia: dicono che il Comune si trova... ai verbi difettivi e che addirittura stenta a trovare i soldi per le luminarie natalizie. E’ mai possibile che quest’anno corriamo rischio di farci Natale senza le luci almeno per il corso?”.

“Gelsomi’, non stare in pena. L’assessore al commercio Nicola De Luca, pur non nascondendosi il difficile momento finanziario di Palazzo Mosti, ha assicurato che luci ed addobbi natalizi non mancheranno. Ha giurato:”Attingeremo i fondi necessari dalla quota di riserva”.

“Il Signore ci possa far fiorire sotto i piedi le mattonelle che calpesta” esclama, felice, la nostra interlocutrice. Ma non si smentisce e inavvertitamente (?) fa deflagrare un altro mortaretto critico: “Cavalie’, e ci faranno anche un altro presepe di... Tallisci o come si chiama lui?... Se penso a quello che ci hanno fatto passare l’anno scorso!...”.

“Gelsomi’, il presepe anche quest’anno non mancherà. Oh Dio, niente di nuovo! E’ sempre quello che a Natale scorso ci ammannì Dalisi...”.

“Madonna mia!” interloquisce la nostra interlocutrice “E dobbiamo metterci ancora una volta l’elmetto in testa per preservarci dalla caduta dei pezzi presepiali appesi a volteggiare al vento su di un esile filo in mezzo al corso?...”.

“Non avere paura, Gelsomi’! Quest’anno il presepe sarà bene ancorato a terra a piazza Castello”.

Gelsomina che, com’è noto, la sa lunga, vuole sempre avere l’ultima parola e borbotta, facendo gli scongiuri: “Speriamo che non piova e che possiamo fare lo “struscio” per il corso ascoltando chiaramente dagli altoparlanti le nenie natalizie... Almeno quelle! Purtroppo è saltata per mancanza di fondi la stagione teatrale invernale. Niente più “Palcoscenico duemila”. E si è pure eclissato, ovvero rinviato a data da destinarsi, il festival teatrale universitario, diretto da Ugo Gregoretti... Meno male che ci potremo addolcire con la rassegna di “Bentorrone” fissata per il 30 novembre ed il primo e due dicembre... Cavalie’, non facciamo scherzi! Mica è in pericolo l’esposizione dei torronai lungo il corso?”.

“Non temere, Gelsomi’! La Camera di Commercio è già pronta ad erogare settantamila euro per allestire gli stands e per il servizio di vigilanza. Naturalmente a questa somma si deve aggiungere la quota del Comune...”.

“Mamma mia!” inorridisce la nostra lavascale “Ce la farà il Comune a grattare

il fondo del barile finanziario per soddisfare questa ennesima incombenza?... Cavalie’, e la Provincia non ci mette niente?! Ma già! Cimitile e compagni sono tutti occupati a sbrogliare la matassa della provincia in bilico. Voi che dite? E’ meglio stare ancora in Campania sia pure con la nuova Provincia sannio-irpina, oppure andare a rinforzare l’agricoltura montana del Molise?”.

“Gelsomi’, non è una scelta facile. Il Sindaco Pepe non si nasconde il pericolo che il governo centrale ribalti la situazione assegnando il capoluogo della nuova provincia ad Avellino. E propone un aperto dialogo con gli irpini. “Mala tempora currunt!” dicevano gli antichi romani. Il preventivato dialogo comporterebbe una spartizione di poteri: La Prefettura a me e i vigili del fuoco a te; quest’altra cosa a te e a me un’altra... Corriamo serio pericolo di impoverirci più che mai”.

“Avete proprio ragione. Diceva mia nonna: sparte ricchezza addiventa puvertà...”. Ci saranno sempre meno posti di lavoro...”.

“Proprio così, Gelsomi’! La situazione peggiorerà. Già siamo in caduta libera. Come ha calcolato il segretario provinciale della UIL, Fiorante Bosco, elaborando i dati Istat, dal 2004 al 2011 si sono già persi ben novemila posti. In sette anni gli occupati sono passati da 94.000 a 85.000.

Il problema occupazionale coinvolge in maniera possente soprattutto i giovani e particolarmente le donne. Molte ragazze sbarcano il lunario trovando lavoro nei bar, non disdegnando di fare le “girelle”, portando ai destinatari bibite e caffè. Complimenti, belle ragazze! Dimostrate di non avere grilli per la testa.

Ed anche molte madri non fanno le schizzinose e affrontano lavori generalmente di pertinenza dei maschi. Con sorpresa ed ammirazione abbiamo visto molte donne, armate di ramazza, pulire le strade, sia pure da precarie. Il lavoro nobilita tante nostre donne. Ad esse auguriamo il lavoro a tempo indeterminato, magari... al coperto”.

“Cavalie’, mi fa piacere di sentirvi apprezzare le mie colleghe stradine. Chissà che la loro condizione non migliori. Magari trovando lavoro nella casa delle farfalle di Fabrizio D’Aloia, che, a cura di Eneo Moraldo, ospiterà farfalle provenienti da tutto il mondo tra orchidee e piante rare”.

Sono scomparse le lucciole, almeno godiamoci le farfalle.

CLEMENTE CASSESE 

Altre immagini