L'arco di Traiano fa acqua Società

“Cavaliè”, ci spiattella Gelsomina “Quello che succede in duemila anni può accadere in un momento: vedi l’arco di Traiano: l’acqua piovana si è messa ad infiltrarsi nel monumento.

La soprintendente Tomai quasi si strappava i capelli per il dolore e si è messa ad alluccare: “mamma mia, quello corre rischio di sfrantummarsi a terra!”. Ed ha chiesto aiuto a mezza Italia. Sono accorsi per un consulto al capezzale del “moribondo” non so quanti professoroni delle università di Napoli e di Roma, nonché pezzi grossi dell’Istituto centrale del restauro.

“Iamme!” ha detto la Tomai “L’àstreche chiove... Vedimme c’avimme fa. L’arco nostro è figlio unico di madre vedova...”.

E tutti insieme sono andati a fare un sopralluogo (scusate, ma non si era fatto ad aprile, quando si è scoperto il problema!?). Gli esperti si sono messi a studiare. Chi proponeva un rimedio e chi un altro...

“Mamma, e che ‘nce vo p’aizà ‘stu cummò!” ha esclamato la nostra lavascale.

“Quante storie pe ‘nu pisciariello! Anche il tetto della mia casa sperciava (gocciolava)”. E’ bastato cambiare due chinchi e due cuoppi e l’acqua non scorre più dentro casa...”.

“Gelsomi’, l’arco di Traiano non ha il tetto con le tegole!”.

“Allora è più facile la riparazione! Basta una passata di catrame ...”.

“Gelsomi’” sghignazziamo “e magari ci mettiamo pure due canaloni per fare scendere l’acqua ai piedi del monumento!”.

“Cavalie’, e allora voi cosa proponete?”.

“Io? Niente! Il rimedio è stato già escogitato dai supertecnici: una tettoia in metallo che si appoggia a due pilastri ai lati del... paziente per non impedirne la visione”.

“Tutto qua ?! Ih che scienza! Secondo me, anche per risparmiare sui costi può bastare un ombrellone fissato a terra con due funi e dei mazzacani (grosse pietre) per non fare volare via il parapioggia quando tira il vento...

Però, io dico, si è aspettato da aprile (quando è stato scoperta l’anomalia) per escogitare il rimedio della tettoia? E, poi, quando può durare questa tettoia in metallo?

Non si è valutata la ruggine che tutto rode...”.

“Gelsomi’, il problema è di prossima soluzione. In primavera, col bel tempo, verranno effettuati i lavori per eliminare le incresciose infiltrazioni”.

“Cavalie’, contento voi, contenti tutti. Però io ho i miei dubbi. Scusate ma non si era risolto il problema coi lavori ...ad occo (leggasi: ad hoc) nel 2011?”.

“Gelsomi’, l’anno scorso il restauro fu blando, presumibilmente anche per la modestia dei mezzi finanziari a disposizione. Ora invece c’è un’abbondante disponibilità di fondi atti a garantire lavori profondi e duraturi”.

“Cavalie’, ma non si doveva intervenire anche sulla pavimentazione?”.

“Ma certo! L’assessore ai lavori pubblici, Iadanza, è pronto a dare il via anche a questa incombenza, nonché a garantire il transito ai portatori di handicap”.

“Bene!” Speriamo però che non si vogliano creare viottoli speciali fin sotto l’arco; viottoli magari fruiti anche di ragazzini in bici e su slitta...”.

“Gelsomi’, non menare tutto in burletta! Auguriamoci che la tettoia preservi il monumento da più profonde infiltrazioni e che - ad aprile viene il bello! - tra pochi mesi il nostro arco torni in piena efficienza all’ammirazione nostra e dei posteri”.

CLEMENTE CASSESE 

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