Elezioni a rischio causa neve Politica

Sono già pronti i ricorsi. Non si sa dove spedirli: alla Corte di Giustizia dell'Aja, alla Sacra Rota o a Porta a Porta. Fatto sta che se domenica e lunedì la neve dovesse impedire all'ultimo vecchietto del più sperduto villaggio dell'Alpe di Pampeago o dell'Appennino Tosco Emiliano di andare a votare sarebbe a rischio la regolarità delle elezioni.

Figurarsi, poi, come stanno in caldo le Procure della Repubblica.

Finora i precedenti riguardano, come saprete, la scienza dei terremoti. La Commissione Grandi Rischi è stata già condannata per aver sottovalutato la gravità dei sintomi premonitori del terremoto dell'Aquila. Di tanto istruiti, certi “responsabili” della terra di Garfagnana hanno dato l'allerta e hanno fatto dormire all'aperto le popolazioni locali. E' filato tutto liscio, nel senso che il terremoto non c'è stato e, soprattutto, nel senso che a nessuno è venuto in mente (fino ad oggi) di indagare per procurato allarme (art. 658 del Codice penale: Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da lire ...omissis...)

Orbene, anche la meteorologia è una scienza. Quando cominciò a organizzarsi l'aviazione anche per servizi civili, l'Aeronautica Militare Italiana, consapevole delle possibili conseguenze, nell'intitolare il servizio di previsioni del tempo, mise come suol dirsi le mani avanti e lo chiamò Ufficio Presagi. Se la sarebbe cavata di fronte ad ogni indagine, perché un giudice si sarebbe dovuto servire come esperti di maghi e fattucchiere.

Ma adesso l'Ufficio Meteorologico dell'Aeronautica è costituito da tecnici, che lavorano in rete con i centri più raffinati dell'universo. Se il detto Ufficio assicura che cadrà la neve pure la notte tra sabato e domenica e, poi, seguiranno gelate notturne, non vorrei trovarmi nei panni di sindaci montani e pedemontani di fronte - putacaso - a una devotissima bizzoca che non sia riuscita ad andare al seggio ovvero a un notorio anziano contadino comunista arrivato fuori tempo massimo, alle ore 15,01 di lunedì, perché solo poco prima è giunto lo spazzaneve davanti al suo cascinale.

Non so Bersani, ma certamente Monti (ispirato da Casini) sta già pensando di andare di notte dal Papa. Prima del 28 Benedetto XVI è in carica a tutti gli effetti. Può indire una solenne processione propiziatoria per invocare la fine della neve almeno per lunedì. Immaginate che spettacolo. Lasciate stare Berlusconi, più cattolico del quale si possono professare solo Vendola e Magdi Cristiano Allam. Ma con quanta devozione terrebbero il moccolo Grillo, e Ingroia, e Samorì. Si accettano scommesse su cosa farà Marco Pannella. E anche se domenica mattina se la daranno a gambe Paolo Sottocorona o il colonnello con la cravattina di RaiUno.

Mario Pedicini