Scienza e Fede sono entrambe dono di Dio Società

Antonino Zichichi, appena sceso dall’auto proveniente dall’aeroporto di Napoli, è stato accolto nello storico cortile interno della Curia Arcivescovile di Benevento da mons. Pasquale Maria Mainolfi in un tardo pomeriggio un po’ ventilato di qualche giorno addietro. Quindi, prima dell’ingresso nella Cattedrale, è stato immediatamente contornato dagli operatori dei media in attesa già da un bel po’ di tempo per le rituali interviste, foto e riprese filmate. Poi, la stessa situazione si è verificata al termine dell’incontro culturale. Il noto scienziato, di fama mondiale, ha finalmente potuto incominciare a parlare di “Galilei divin uomo”. La manifestazione organizzata dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, Istituto Superiore Scienze Religiose “Redemptor Hominis” diretto da mons. Pasquale Maria Mainolfi che ha anche introdotto i lavori e gli stessi sono stati conclusi da s.e. Andrea Mugione, arcivescovo metropolita di Benevento. Ci piace evidenziare che tutti i posti dei numerosissimi banchi del Duomo erano occupati da un attento pubblico, offrendo un magnifico e straordinario colpo d’occhio. Ma ecco cosa il prof. Zichichi ci ha riferito in merito ai motivi della sua presenza in Benevento.

Professore, anche noi le diciamo, ben ritornato a Benevento…

Vengo sempre con molto piacere a Benevento, ora sono arrivato da Ginevra, e a mons. Mainolfi, che io amo definirlo come ambasciatore delle scienze, non ho potuto dire no anche questa volta. Pensi, è da circa un anno che mi corteggia per questo incontro.

Come ha fatto a convincerla?

Sono state diverse le motivazioni che mi hanno indotto ad accettare il suo invito, tra le quali: questa conferenza rientra nel progetto “I testimoni della fede” che la prestigiosa istituzione cittadina che lui dirige sta promuovendo nel corso di questo speciale Anno della Fede; presenterò l’ultimo libro che ho pubblicato: “Galilei divin uomo”; e questo terzo incontro con i beneventani contribuirà a rafforzare ed incrementare la pubblicazione di un opuscolo. Difatti, in seguito, verrà sbobinato il mio intervento e riprodotto su carta stampata, così, come d’altra parte, è già stato fatto per i precedenti.

Quindi, in quali precedenti circostanze ha relazionato in Benevento?

In questa splendida Cattedrale ho tenuto due incontri: il primo nel 1996 in occasione del 79esimo anniversario delle apparizioni della Madonna di Fatima e nel 2002 quando venne organizzato il primo Congresso Eucaristico di questa Città, poi concluso con l’intervento del cardinale Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI.

Quali sono stati i temi che ha trattato e quale sarà quello del suo imminente intervento?

Tutti hanno in comune uno stesso filo conduttore, la scienza: la scienza in rapporto con la nuova alleanza con la fede; Dio e la scienza e sulla logica del creato in Galileo Galilei. Adesso sono qui, per far meglio capire come nasce la scienza, che è nata qui, in casa nostra, per un atto di fede e non per atto di ragione.

Ci parli succintamente di questo suo ultimo lavoro?

Nel libro ci sono più di cento citazioni alle opere di Galilei. Galilei ha fatto tante scoperte, ma la sua grandezza sta nello studio della materia volgare, le pietre. Galilei, il divin uomo, ha voluto cercare nelle pietre le impronte del Creatore e nello studio delle pietre scoprì le leggi fondamentali della natura.

Cos’altro ci può riferire sul libro?

Tra l’altro, ho voluto divulgare e, allo stesso tempo, confermare che Galilei è considerato il Padre della Scienza per la sua strabiliante indagine innovativa sulla logica del creato, difatti le teorie galileiane sono alla base di tutte le conquiste della Scienza di cui si sono interessati: Newton, Einstein, Fermi.

Abbiamo appena visto uno studente, componente della delegazione composta anche dalla preside Marchese del locale liceo scientifico Rummo, intervistarla, possiamo anche noi ritornare per qualche attimo studenti per formularle questa domanda: cosa ha scoperto di innovativo nel campo della fisica Galileo Galilei?

Tra le altre cose, affermò, a seguito di tante sperimentazioni, che era sbagliato considerare che la forza F è uguale alla velocità V. Galilei scoprì l’attrito. La forza F non è proporzionale alla velocità V: è proporzionale alla variazione di velocità. Questo fenomeno si chiama accelerazione. Come prima le dicevo: la scienza è nata a casa nostra!

Lei, come scienziato credente, ci può dire come la scienza considera la vita umana in generale?

Mi piace risponderle con la stessa risposta che detti, qualche anno fa, alla replica non concordata della Margherita Hack in occasione del convegno, a cui non volevo partecipare, organizzato dal Vescovo di Siena per festeggiare il suo 50esimo anniversario di sacerdozio: la vita cavalca la scia che lascia un raggio luminoso che si proietta nell’infinito universo, che si orienta nella direzione del Soprannaturale.

Nella sua luminosa carriera scientifica, oltre alle scoperte e alle invenzioni che portano la sua firma, di cosa è ulteriormente orgoglioso?

Per avere ideato e realizzato il Laboratorio del Gran Sasso grazie al contributo fattivo di politici che hanno personalità, tenacia, intuizione.

Come scienziato credente, in cosa consiste il rapporto tra scienza e fede?

Entrambe sono in stretto contatto, sono entrambe dono di Dio, sono alleate nel campo dell’immanente, la Scienza, e in quello trascendente, la Fede. Difatti, non esiste nessuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l’esistenza di Dio.

Professore, ci consenta un’ultima provocazione: ci sarà la quarta occasione per rivederla e riscoltarla in Benevento?

Spero di sì! Magari quando verrà presentato l’opuscolo che ci ha promesso mons. Mainolfi. Oppure, in qualche altra occasione. Ripeto, vengo sempre volentieri in questa splendida Cattedrale!

ANTONIO FLORIO 

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