Breve storia dell'eremo di San Michele a Foglianise Chiesa Cattolica

L'Eremo di San Michele sul Monte Caruso a Foglianise trasmette da oltre 1.200 anni il culto dell'Arcangelo tra le nostre popolazioni. Il culto micaelico si diffuse nel Sannio grazie ai longobardi, convertiti al cristianesimo nel VII secolo grazie alla preziosa opera di evangelizzazione svolta da San Barbato vescovo di Benevento.

Con il passare del tempo la grotta fu arricchita nel 1587 di una campana che porta l'immagine della Vergine Annunziata. Nel seicento la chiesa si presentava ad una sola navata con sei altari. A San Michele è dedicato l'altare maggiore dove fu collocata la statua dell'Arcangelo realizzata in pietra del Gargano.

Il Piperno, celebre pittore beneventano, affrescò la grotta con i suoi dipinti, realizzando il Salvatore, la Vergine Maria e San Giovanni. Papa Clemente VIII e Papa Clemente XI concessero indulgenze ai visitatori della grotta.

Nel 1692 il Cardinale Vincenzo Maria Orsini visitò una prima volta la grotta e vi fece ritorno il 16 novembre 1707 per consacrare l'altare e benedire la campana, e nel 1727, già Papa col nome di Benedetto XIII, quasi ottantenne, vi fece ancora ritorno.

Negli anni successivi altri pastori beneventani saliranno all'eremo: i Cardinali Serafino Cenci, Francesco Maria Banditi, Domenico Carafa ed altri ancora. Con l'unità d'Italia il santuario fu conteso tra popolo, clero e amministrazione comunale di Foglianise e Vitulano. La controversia finì in tribunale.

Il cardinale Carafa stabilì che la festa dell'8 maggio fosse attribuita a Foglianise e quella del 29 settembre a Vitulano. Dal 1869 entrambe le feste sono attribuite a Foglianise.

Fino al 1949 l'eremo fu custodito da un eremita. In seguito ai bombardamenti americani della seconda guerra mondiale e i terremoti del 1962 e del 1980 l'eremo, reso inagibile, è stato chiuso al culto.

Negli ultimi anni sono stati effettuati significativi lavori di restauro che hanno permesso il ripristino del culto.

Anche il poeta Basilio Giannelli (1662-1716) nativo di Foglianise ricordò in una lirica questa meta di pellegrinaggio e di fede: “Né lascerò di celebrar lo speco / ove il duca degli angeli s'adora / ove ebbe udito il sordo e vista il cieco / onde il popol vicin tutto l'onora”.

MONS. PASQUALE MARIA MAINOLFI

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