Arrivare in alto si può Società

Da Castelpoto a Bruxelles. Dalla piccola provincia del Sannio al cuore della Comunità Europea, dove si decidono le politiche economiche di tante nazioni, dove si disegna il futuro di milioni di persone. Parliamo del sannita Lauro Panella, attualmente Capo Economista del Commissario Europeo alla Politica Industriale. Lo abbiamo incontrato all’Istituto Agrario di Benevento, a Piano Cappelle, dove è venuto a parlare di Europa, lavoro, sviluppo, ad un gruppo di studenti dell’Istituto Superiore ”Galilei-Vetrone”, promotore dell’iniziativa, del Magistrale “Guacci” e del Liceo Classico “Giannone”.

Una vera lezione di economia, storia, etica ed impegno civile. L’economista, che ha 43 anni e lavora a Bruxelles da sette, ha raccontato la sua vita, gli studi, i sacrifici fatti per arrivare all’importante incarico. Dopo il diploma al Liceo Scientifico “Rummo”, consegue due lauree, una in Scienze Politiche presso l’Università “Federico II” di Napoli e un’altra in Economia presso la “Bocconi” di Milano. Collabora alla prima fase del Prusst (Progetto di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio) presso il comune di Benevento e nel 1999 approda a Roma all’Ismea (Istituto Studi Economici per il Mercato Agricolo) che dipende dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Il lungo cammino di Lauro Panella ha umili origini, ma è contrassegnato da una grande volontà e caparbietà.

I miei genitori hanno appena la licenza elementare - racconta - e mia madre ha tre sorelle analfabete. A casa mia il telefono arrivò quando avevo 21 anni. Dopo la laurea ho fatto il soldato come paracadutista a Pisa. Nel frattempo mi specializzo in economia quantitativa e politiche industriali”.

Nel 2005 arriva la grande occasione. Il dottor Panella partecipa al concorso generale europeo e si classifica tra i primi dieci su 32 mila concorrenti.

Nell’appassionato dialogo con gli studenti, l’economista ha spiegato con un linguaggio semplice e accattivante che L’Unione Europea entra nella nostra vita tutti i giorni, dalle tariffe telefoniche ai prezzi dei voli aerei, dalla circolazione delle merci ai problemi ambientali. Poi ha passato in rassegna le varie fasi della crisi economica mondiale che ha messo in discussione lo stato sociale ed ha provocato ben 26 milioni di disoccupati in Europa. Che fare?

Bisogna evitare il collasso del sistema bancario - spiega Panella - perché nelle banche si trovano i risparmi delle famiglie, ed aiutare gli stati a non affondare sotto il peso del debito accumulato negli ultimi decenni. Se mettiamo uno sull’altro i duemila miliardi del debito pubblico italiano raggiungiamo due volte la distanza da Roma alla luna. Nello stesso tempo occorre dare vita ad un’economia forte e competitiva. Una volta eravamo noi italiani i cinesi, perché ci limitavamo a copiare i prodotti americani. Non riusciremo a mettere in moto un’economia più avanzata, se quello che facciamo è facilmente copiabile. Se non creiamo nuova ricchezza, un giorno le pensioni non potranno essere più pagate”.

Nel mondo globalizzato è normale che arrivino nel nostro mercato prodotti provenienti dagli angoli più sperduti. Nella concorrenza conta quindi la qualità. Ma i lacci che frenano lo sviluppo sono ancora tanti, dalla burocrazia alla corruzione, dagli sprechi alla criminalità, dal clientelismo alle raccomandazioni. Basti pensare alle difficoltà che si incontrano per investire nel sud.

Qui, a Benevento, ci sono sterminati problemi per aprire una fabbrica - rileva Panella - in queste condizioni un imprenditore se ne va a Treviso oppure in Francia. Questo dipende da noi, dai politici che scegliamo, da una pubblica amministrazione inefficiente. Se non cambiamo passo e mentalità, quale concorrenza possiamo fare con i francesi e tedeschi?”.

Gli domandiamo se i problemi italiani siano collegati all’euro e se sia utile uscirne. ”Se si abbandonasse la moneta unica - risponde - ci sarebbe un impoverimento colossale dell’Italia. La nostra ricchezza varrebbe esattamente la metà. Ci sarebbe una fuga di capitali enorme, perché la gente porterebbe i risparmi fuori, crollerebbe il sistema bancario. Chi propone l’uscita dall’euro, racconta fandonie”.

L’economista Panella non appartiene alla categoria dei “cervelli in fuga”. L’approdo a Bruxelles, dove vive con la moglie Angela e il figlio Niccolò, è stato il frutto di una libera scelta, della voglia di mettere in gioco le proprie capacità e competenze. ”Potevo anche rimanere a Roma - sottolinea - tanto ormai “tenevo il posto”. Invece mi sono messo a studiare altri due anni, ho deciso di fare qualcosa di più grande. La fortuna arriva se ti fai trovare pronto ad afferrarla, non se stai tutto il giorno davanti al bar. Spesso ce la prendiamo con tutti, tranne che con noi. Per questo invito i giovani ad impegnarsi con passione, puntando sull’eccellenza. Mentre a Napoli dicono “cà nisciuno è fesso, il vostro motto deve essere “cà nisciuno è scarso”.

Aprendo l’incontro con l’economista, la preside del “Galilei-Vetrone”, Grazia Pedicini, ha spronato gli studenti a credere nelle proprie capacità, perché il futuro può essere grande anche partendo da una piccola provincia.

Alla fine della “lezione-dialogo” sono stati premiati gli alunni più meritevoli dei vari indirizzi del “Galilei-Vetrone”, con una borsa di studio dedicata alla memoria di Christian Barbato, il ragazzo del liceo scientifico scomparso l’anno scorso in un incidente stradale. I vincitori sono Gregory Mazzarelli, Alfredo Di Mezza, Carmelo Cocca, Giuseppe Rapuano, Francesca Pascarella e Assunta Ciarlo.

ANTONIO ESPOSITO

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