Padre Pio faro dell'umanità Chiesa Cattolica

Ai festeggiamenti del 126esimo Anniversario della nascita di Padre Pio, predisposti dal locale Convento dei FF CC, dal Comune e dal Comitato Festa San Pio, quest’anno è intervenuto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei ed ex generale cappellano militare d’Italia. L’alto prelato Bagnasco ha presieduto, nel tardo pomeriggio, il solenne rito sacro nel parco Sagliocca-Colesanti sull’altare allestito al centro del palco e ai piedi del simulacro ligneo del Santo, tra l’altro, al cospetto delle massime autorità cittadine e sannite e di un numerosissimo pubblico. Magistrali le esecuzioni musicali e canore che hanno allietato la santa eucarestia curate dal Coro Polifonico Padre Pio da Pietrelcina diretto dal m° Orazio Fioretti con prime voci dei soprani Fausta Boniello e Nicoletta Scocca. Poco prima del sacrificio eucaristico, s.em. Bagnasco ha incontrato, nella vicina sede del Comune: giornalisti, fotografi e telecineoperatori. In tale occasione gli abbiamo posto alcune domande.

Eminenza, quali sensazioni ha provato quando è giunto nella terra natia di Padre Pio?

Per me è profondo motivo di gioia partecipare a questa solenne ricorrenza del 126esimo della nascita di Francesco Forgione. Sono venuto qui come pellegrino e considero la mia presenza in Pietrelcina un dono che il Santo mi ha voluto fare. Altresì, ringrazio s.e. Mugione che mi ha invitato.

Cosa rappresenta Pietrelcina come luogo scelto da Dio per aver dato i natali al Santo?

Penso che questa terra si senta onorata e immagino che sia cosciente delle responsabilità che ha ed altresì auspico che nulla venga disperso di tutto ciò che è legato qui alla vita del santo Frate cappuccino.

Quali sono le virtù che hanno permesso al nostro Padre Pio di raggiungere la santità?

Tra le altre, senz’altro le stimmate, le lunghe ore trascorse a confessare, le lotte contro il maligno e il male in generale, l’ubbidienza ai superiori, le tantissime umiliazioni subite, l’istinto innato alla carità e poi la profonda predilezione per la preghiera.

Quale aspetto della vita del piccolo Francesco trascorsa qui l’ha più colpita?

Sin da bambino si recava in chiesa la mattina e la sera ed aveva un particolare amore per il presepe, per il Natale. Costruiva il presepe e lo considerava come tempo di attesa al Natale. Preparava il presepe in casa con i pastori di creta e li illuminava con lumini ad olio.

E del suo rapporto con la Madonna cosa ci può dire?

Ai fedeli ripeteva sempre che nell’inquietudine l’uomo ha sempre bisogno della tenerezza materna, della fiducia e del conforto della Madre di Dio. La Madonna è l’ancora della salvezza per vincere le paure, è la stella che ci guida. Ed ancora soleva dire in merito alla Vergine Maria: - Amate la Madonna e fatela amare -. Esiste una sola scorciatoia per il Paradiso: l’amore per la Madonna e la recita di tanti rosari.

E con il suo Paese natio, insomma cosa diceva di Pietrelcina?

Ci sono molte testimonianze in merito. A sua nipote Pia Forgione diceva, quando stava per recarsi a Pietrelcina, che, appena arrivata, doveva mettere subito tutto in ordine, perché lì c’è stato Gesù. E alla sua compaesana Lucia Iadanza le ripeteva del suo Paese natio che ricordava pietra su pietra

Ci può lasciare un suo ultimo pensiero in merito ai problemi che attanagliano l’odierna realtà. In pratica cosa San Pio, oggi, ci consiglierebbe?

Le nubi che oscurano le famiglie e la vita di ognuno di noi, al di là di tutto questo c’è sempre il sole, c’è sempre la luce della speranza, c’è sempre Dio. Dio è con noi!

ANTONIO FLORIO

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