E' scandalo, per l'ospedale che non c'è Cronaca

Una cattedrale nel deserto come lo ha giustamente definito il parroco del paese Don Franco Iampietro che si sta battendo per denunciare una situazione vergognosa che va avanti da mezzo secolo. Sconsiglio ai politici di fare campagna elettorale a San Bartolomeo in Galdo, è meglio che non si facciano vedere, poiché la gente è davvero arrabbiata

Per il 2009 l'ospedale Padre Pio inaugurato nel 1997 con una cerimonia solenne e costruito nel 1958, avrebbe dovuto aprire i battenti, ma finora nulla di ufficiale sembra delinearsi in vista di una imminente apertura. Tutto ciò dura da 50 anni.

Nel frattempo, di attesa si può anche morire come è accaduto mesi fa ad una donna del posto la quale, in seguito ad un malore, è stata portata in una struttura non della provincia, fino alla tragica conseguenza del decesso. Una morte che si sarebbe potuta evitare, se a San Bartolomeo quel maledetto ospedale fosse stato operativo. Questo è il prezzo da pagare a causa di una mala gestione della sanità e di tanto spreco di denaro pubblico: circa 20 milioni di euro per una struttura, i cui lavori erano iniziati nel lontano 1962 e terminarono intorno alla metà degli anni 70.

Portavoce di cotanta dissipazione di una sanità vacillante e oramai nota alla cronaca italiana, il parroco di San Bartolomeo In Galdo, Don Franco Iampietro che, in veste di ambasciatore dei suoi concittadini, è stato uno dei pochi a spendere qualche parola sulla vicenda e a concederci una significativa testimonianza, laddove altri hanno esitato. Sembra infatti, che in mezzo ad una fitta nebbia di ‘perché' e di misteri sull'ospedale fantasma -come molti lo hanno definito- ci siano ancora delle remore nel parlarne. Persino la televisione a poco, a poco, sta mettendo a tacere la questione. Domenica In dedicò una puntata all'ospedale dello scandalo lasciando i telespettatori sanniti nell'illusione che la domenica successiva ci sarebbe stata un'altra puntata purtroppo, mai andata in onda. Allo stesso modo, mai è stato trasmesso il servizio della trasmissione Ballarò, le cui riprese durarono un giorno intero.

Altro problema che affligge questo paese di 6000 abitanti, è quello del collegamento con i centri vicini. San Bartolomeo In Galdo, non dispone né di un'ambulanza, né del 118 con sede a Foiano che impiega più di mezz'ora per arrivare.

In caso di infarto quindi, un cittadino rischia di morire. Ed è già successo.

Inoltre, come ci ha spiegato il parroco del paese, il 118 non è autorizzato ad andare negli ospedali delle altre province, potrebbe più facilmente raggiungere Foggia o Lucera, ma lì non arriva e deve per forza andare a Benevento compiendo un percorso di 90 km. Un onere troppo elevato per un malato che richiede un intervento urgente. Per i cittadini fortorini subire questa ingiustizia per 6 mesi l'anno e con il freddo, è davvero critico.

Ma i disagi non finiscono qui: la Statale Provinciale che collega San Bartolomeo in Galdo con Benevento riversa in uno stato pietoso: i lavori di rifacimento stanno andando avanti da due anni e sono bloccati da mesi. Altro perché, altro mistero. Il problema è che questo paese non ha molti interlocutori -ribatte Franco Iampietro- molti sono sordi e non sappiamo più a chi rivolgerci.

Più volte l'Assessore alla Sanità Regionale è stato invitato sul posto affinché si incontrasse con la gente per uno scambio di vedute e, dopo un mese di trattative, ci ha detto di no.

E' grave che vengano di continuo spesi dei soldi per una struttura che non esiste, senza la prospettiva di utilizzare un servizio.

Esempio lampante: stanno addirittura costruendo un parcheggio ed un eliporto, nonché arrederanno 90 stanze ma di queste solo 15 entreranno in funzione, stanno preparando tre sale operatorie, ma solo una sarà utilizzata. E' giusto che i sanniti sappiano che codesto ospedale non solo giace lì da 50 anni come un monumento da ammirare, ma che lo stesso, è stato costruito per ben tre volte:

i sanitari sono stati smantellati e sostituiti con altri nuovi, le cucine sono state arredate per poi rifarle daccapo, oltre a posti di lavoro che andranno persi insomma, oltre al danno pure la beffa.

In tutta questa penosa vicenda, non solo le autorità sembrano sparite, ma anche la magistratura non ha mai indagato a chi giova questo andazzo e questa mancanza di chiarezza.

La verità è che quando si tratta di cemento i soldi si trovano, ma se si tratta -come in questo caso-di aprire un ospedale, i fondi non ci sono. La sensazione che si percepisce è che ci sono interessi nel fare appalti, impiegare materiali, attrezzature varie, ma senza poi ricavare un utilizzo per i cittadini. Questo ospedale è una cattedrale nel deserto.

L'apertura prevista per il 2009 sembra lasciare il posto alla rassegnazione di vedere, ancora una volta, la nostra provincia bistrattata.

Ed è per questo che il parroco lancia il suo monito ai politici, più interessati ad occupare le poltrone che a gestire 50 anni di spreco e di disagi. Intervengono per sapere di chi sono le colpe, senza però curare i diritti del cittadino che soffre.

Sconsiglio ai politici di fare campagna elettorale a San Bartolomeo in Galdo in vista delle elezioni regionali, è meglio che non si facciano vedere. Più volte mi chiedo con quale coraggio si presenteranno qui, poiché la gente è davvero arrabbiata.

Questa triste vicenda ricorda quella di Sant'Arcangelo Trimonte, altro paese che sta portando il suo fardello. Sebbene per cause diverse, entrambi risentono degli stessi effetti: le perdite di vite che si potevano evitare.

Tuttavia, non ci rassegniamo -conclude Don Franco- nel passato, abbiamo avuto un comitato che ha smesso di essere attivo dopo 50 anni di proteste, però in qualche modo noi ci faremo ancora sentire, busseremo alle porte, per far capire alle autorità che i miei concittadini non sono stupidi e che non intendono farsi prendere in giro da un fantasma che giace lì da mezzo secolo..

SIMONA PALUMBO