Valle Caudina in tilt. Raggiungere Napoli in treno è ormai una scommessa Cronaca

Venerdì nero quello del 21 settembre per i viaggiatori dei treni della Valle Caudina. Raggiungere in tempo utile soprattutto Napoli diviene, mese dopo mese, sempre più operazione azzardata. Ma è solo l’ultima disavventura  in ordine cronologico che fa dire a tutti “stavamo meglio quando stavamo peggio”.

I tempi di percorrenza si sono enormemente dilatati, basta osservare l’orario del 1938 ove erano previste cinque coppie giornaliere che collegavano Napoli a Benevento, oltre a una coppia giornaliera fra Napoli e Santa Maria a Vico, e la percorrenza totale minima era di 73 minuti.

Nell’anno del Signore 2018 è impensabile che si debba partire alle 5.44 da Benevento centrale per giungere alla stazione di Napoli dopo circa tre ore! Analoga situazione per chi è partito sempre da Benevento con il treno delle ore 9 circa. Il treno in partenza da Napoli delle 12.27 non partiva proprio all’ora fissata e giungeva a Benevento con inevitabile ritardo. Sempre per treni che vanno in tilt.

Inutile parlare dei disagi arrecati agli incolpevoli viaggiatori, chi per  recarsi al luogo di lavoro, chi di studio, chi per prendere altro treno per Bologna, Roma, o altrove. Chi invece aveva appuntamento per sottoporsi a visita medica prenotata da mesi, naturalmente gli saltava e andava a farsi benedire.

E in tutto questo bailamme, proprio domenica 23 settembre cade il pronunciamento del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la festa dell’Unità a Telese, sull’iniziativa del Sannio, dall’ente regionale assecondata, di trasferire la tratta ferroviaria a Rfi, Rete ferroviaria italiana.

Martedì 25 settembre l’associazione culturale “Impegno civico”, con la delegazione costituita da Assunta Fiengo, Raffaele Di Giacomo e Giovanni Zarro, ha incontrato Umberto De Gregorio, il presidente dell’Eav, l’Ente autonomo Volturno, per sollecitare il trasferimento a Rfi.

Servirà tutto questo a migliorare le condizioni di viaggio future dei nostri pendolari?

Sembra paradossale parlare da un lato di collegamenti ad alta velocità e alta frequenza e dall’altro l’aver assistito inermi, giorno dopo giorno, al depotenziamento del traffico ferroviario regionale. E non è trascorso molto dall’aver dato ampio risalto alla consegna dei nuovi treni con annessa inaugurazione e relativa passerella dei politici di turno. Tutto però pare essere rimasto com’era. Al di là delle imprecazioni e delle proteste.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it