Alla scoperta di Palazzo De Cillis Cultura

Tra gli edifici più notevoli ed interessanti della nostra città si segnala l’antico palazzo De Cillis, situato a via Erik Mutarelli, nel cuore della Judeca, ovvero del quartiere ebraico - non ghetto, a differenza degli altri quartieri coevi in Italia -, nei pressi della sinagoga. Quella che, fino a poco tempo fa, ospitava una nota profumeria cittadina.

Durante le Giornate FAI di Primavera (25-26 marzo 2017), curiosi, turisti e visitatori, per la prima volta in assoluto, hanno potuto entrare in questo palazzo recentemente restaurato, grazie anche alla disponibilità del proprietario, Pasquale Langella, sposato con una discendente della famiglia De Cillis ed oggi residente a Napoli.

I “ciceroni”, giovani guide liceali, in questo caso accuratamente preparate dal professor Angelo Bosco, del Liceo Classico “Giannone” di Benevento, hanno introdotto i visitatori nelle varie stanze, disposte su tre piani, più un sottotetto (non visitabile), dove un tempo alloggiava la servitù, ed il piano interrato, contenente una cisterna. La famiglia De Cillis è originaria della Spagna, presente con diversi suoi rami in Puglia e in Campania, con diverse proprietà a Pago Veiano e a Montecalvo Irpino. Tra gli illustri antenati si ricorda il medico personale dell’arcivescovo Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII. L’impianto originario risale all’XI-XIII secolo. La residenza era divisa in due parti collegate da un pontile, oggi vincolato ai sensi della legge urbanistica del 1939. Il restauro fu voluto da Mario Boscia, uno dei proprietari, che fu autorevole esponente della cultura cittadina di fine Novecento.

L’assetto attuale, suddiviso in due parti, sembra ricalcare un modello tardo cinquecentesco con un piccolo androne che immette in un cortiletto. Da qui una scala scoperta conduce in un loggiato a tre fornici. Si entra quindi in un’anticamera che precede una sala di ricevimento, poi suddivisa in tre ambienti. Si entra poi nello spazio più riservato della casa, con le camere da letto comunicanti, la cucina, una loggia posteriore sostenuta da due arcate. I soffitti sono alti e la gran parte sono coperti da cassettoni con travi squadrate. L’ala sinistra e quella destra non erano interconnesse, ma a quest’ultima si accedeva tramite una scaletta sul cortile che portava ad una larga terrazza, dalla quale si poteva entrare direttamente in un salone, che, agli inizi del XX secolo, fu diviso in tre ambienti. Lo stemma che spicca sul portale è della famiglia Colle, che presumibilmente abitò il palazzo nei secoli passati.

Una curiosità: il pozzo che si trova nella cisterna al piano interrato è colmo di acqua. I proprietari devono ancora capire se si tratti di acqua di origine piovana.

LUCIA GANGALE

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