Esce il secondo numero di Samnium Cultura

La scommessa è stata vinta: ecco il nuovo numero di Samnium, il secondo di questo corso; la redazione ha voluto restituire alla rivista, che festeggia gli 80 anni di vita quest'anno, un respiro di vasta portata. Il progetto di Samnium vive grazie alla caparbietà di Nicoletta Basile, avvocato, che è la proprietaria della testata e alla statura scientifica e capacità organizzativa del suo direttore, prof. Francesco Di Donato, ordinario di Storia delle istituzioni, presso l'Università della Calabria.

A prestare man forte al loro direttore sono il dott. Italo Iasiello e le prof. sse Teresa Tomaselli e Paola Caruso.

Se il primo numero ci ha dato già una serie di emozioni, chiarendo le dinamiche e i rapporti che governano la storia locale e quella globale, per di più con inediti straordinari, come le foto aeree della città, scattate dai bombardieri americani, con questo secondo volume di Samnium si assiste ad un salto di qualità: la pubblicazione degli atti del congresso Identità e culture del Sannio, svoltosi a Venafro per il centenario della morte di Theodor Mommsen.

La conferenza di presentazione della rivista, svoltasi presso l'Auditorium ‘Vergineo' del Museo del Sannio, ha avuto un pubblico attentissimo e variegato, con la presenza di tantissimi giovani, che ha seguito gli interventi dei chiarissimi relatori: Marcella Chelotti, docente di Storia romana presso l'Università di Bari e del prof. Heikki Solin, emerito di Latino e Filologia classica presso l'Universita di Helsinki, tra i maggiori esperti di epigrafia latina, con 404 pubblicazioni al suo attivo. Il presidente della conferenza Luigi Labruna, ordinario di Storia del Diritto romano della Federico II di Napoli, ha più volte sottolineato il valore dei contributi e la sua soddisfazione nel ritrovare una rivista di prestigio nella nuova edizione di Samnium. Non è mancato il momento musicale, curato dal M. Lucio Caputo che con la sua allieva Claudia De Matteis ha eseguito alcune sue composizioni al pianoforte.

Non poteva che essere felice il direttore della rivista Francesco Di Donato per l'interesse suscitato dall'iniziativa, seguita anche da Rai 3, che all'avvenimento ha dedicato un ampio servizio, a cura della simpatica e brava Annalisa Angelone, che, beneventana di nascita, sarà stata contenta di mostrare un aspetto di Benevento, diverso da quello non edificante, emerso negli ultimi tempi.

A realizzare questo numero hanno contribuito studiosi di varia provenienza, alcuni dei quali rappresentano senza dubbio la massima autorità scientifica nel loro campo: come il già citato prof. Heikki Solin, il suo collega ed assistente Mika Kajava, ordinario di Lingua e Letteratura greca e Direttore del Dipartimento di Filologia classica della stessa Università di Helsinki, che si sono occupati delle iscrizioni di Venafro; la dott.ssa Sylvia Diebner, berlinese, direttrice della Fototeca dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma, ha scritto sui giochi gladiatori a Venafro. Altri vari aspetti della storia antica venafrana sono stati descritti nei contributi degli studiosi italiani: Marco Buonocore, Direttore della Sezione Archivi della Biblioteca Apostolica Vaticana; Domenico Caiazza, avvocato e Ispettore onorario per i Beni Archeologici, presso la Soprintendenza di Napoli e Caserta; Michele Raddi docente di Ricerca e metodologia operativa dello scavo archeologico presso l'Università del Molise; Federico Rausa, prof. di Archeologia classica alla Federico II di Napoli; Franco Valente, architetto ed Ispettore onorario per i Beni Culturali per la Valle del Volturno, che in un suo intervento ha anche lamentato lo stato delle splendide collezioni beneventane, ospitate in un edificio (la nuova ala del Museo, ndr.) del tutto inadeguato, come inadeguato gli appariva il restauro di Santa Sofia, uno dei monumenti più importanti d'Italia (certo poco filologico per un monumento che ambisce al patrocinio dell'UNESCO, ndr.).

Novità fondamentale emersa dallo studio del prof. Solin è la collocazione geografica di Venafro in età augustea, assegnata alla Regio I, Campania e Latium. Come si sa Benevento fu assegnata alla Regio II, Apulia. Il Sannio storico non esisteva più, restava come semplice mito letterario o confinato ad un esigua porzione di territorio.

Altra novità è la pubblicazione di diverse iscrizioni finora inedite, emerse da recenti ritrovamenti, il cui testo decifrato da Solin e Kajava, gettano nuova luce su tanti aspetti della vita dei nostri predecessori: la composizione familiare, la provenienza dei legionari, l'assegnazione delle cariche pubbliche, la pietà verso i defunti e verso gli dei, la vita dei gladiatori.

Chi ha avuto la fortuna di osservare un maestro come Heikki Solin al lavoro su un'epigrafe ha potuto comprendere quale straordinaria capacità abbia questo studioso, che nato nelle lontane plaghe finniche è innamorato della nostra terra e del suo passato. Egli restituisce la voce alle pietre. La grande esperienza e la profonda conoscenza del mondo antico gli consentono di dare un senso persino ad iscrizioni in gravi condizioni di incompletezza.

Purtroppo Benevento, così importante per tutta l'antichità, non potrà essere oggetto di studi per una personalità di tale levatura, poiché non rientra nel territorio del quale da oltre venticinque anni egli si occupa. Così mentre esistono importantissime monografie di Solin per Venafro, la Valle del Comino, Sora e Atina, circolanti negli ambienti accademici di tutto il pianeta, non ve ne sarà nessuna per Benevento.

Ci siamo chiesti perché e la risposta è che Benevento è ancora relegata in una sorta di extraterritorialità pontificia, malgrado i quasi 150 anni dall'Unità d'Italia e i 60 dalla Costituzione. Come disse un lungimirante amico, il dr. Angelo Nenna: Benevento ha tutte le sfortune!, anche quella di essere tagliata fuori dai circuiti degli studi internazionali. Riportarvela è l'impegnativo compito di una rivista come Samnium.

Al.Ma.