L'artista Veronica Zampelli: ''Bisogna essere pronti a superare i propri limiti'' Cultura

Veronica Zampelli, nasce a Vicenza nel 1995, da genitori originari di Foglianise (BN). Vive nella terra di suoi avi, conosciuta per la Festa del Grano, situata alle pendici del Monte San Michele. Consegue il diploma al Liceo Socio Psico-Pedagogico, nel 2015, corona la sua massima aspirazione, varca la soglia dell’Accademia di Brera, un riferimento ineludibile per la sublimazione artistica. Si laurea con lode nell’anno 2017/2018, con una tesi in Arte Visive Dipartimento Pittura. L’artista, è selezionata per la mostra internazionale “Art Workes”, nella terza edizione di Roma Art Week, dal 22 al 27 ottobre 2018, tenuta nella Biblioteca Angelica della capitale. Le opere del suo primo ciclo artistico raffigurano esclusivamente corpi femminili, tema riproposto in una tesi con il contrasto riguardante la potenza e la fragilità della donna. Nella sua produzione artistica si colgono linee astratte e vorticose, dipinte su carta, per evidenziare il contrasto tra il nero ed il bianco della superficie. Le sue opere esprimono gli aspetti della quotidianità nella complessità esistenziale, una sorta di diario di bordo con figure astratte, lettere e numeri. Veronica attualmente nel territorio sannita diffonde la sua particolare ed inedita arte. Dal 12 al 15 gennaio, nello spazio espositivo di Palazzo Paolo V, con una mostra d’arte contemporanea, intitolata: “InControluce” ha riscosso il successo della critica.                 

Perché Veronica ha scelto il titolo “InControluce”?

Nelle mie opere si vedrà un continuo ed irrefrenabile rincorrersi di luci e ombre che si abbracciano e si respingono come due amanti silenziosi ma dirompenti. “InControLuce” vuole riassumere il duplice significato che si può cogliere guardando le mie opere: si può andare verso la luce scappando dalle tenebre, o voltare le spalle alla luce abbracciando le tenebre.

La scelta di due colori, il bianco e il nero, si staglia in un orizzonte diverso rispetto alle altre mostre personale, tenute in Palazzo Paolo V. Perché le luci e le ombre giocano un ruolo determinante?

La scelta dei due colori va al di là della mostra, questa scelta nasce più o meno dal 2016, dopo aver sperimentato l’uso di tutti i colori, mi sono rispecchiata nel colore nero, nelle sfumature che esso può dare in quello che può esprimere. Presentare una mostra in “bianco e nero” a Palazzo Paolo V è stato semplicemente presentare me stessa a coloro che sarebbero stati lì, coloro che avrebbero letto la mia passione per questo contrasto. Era un rischio, poteva risultare monotona agli occhi di chi guardava, la cosa che più mi ha emozionata è stato vedere, invece, come le persone riuscissero a cogliere tutte le emozioni che io volevo far trasparire con l’uso di soli due colori. Bisogna rischiare nella vita dopotutto. La vita è così piena di luci ed ombre che quasi non le notiamo, l’abitudine gioca brutti scherzi, per questo mi sono interessata ad esse, le cose che passano inosservate mi affascinano.

Quali sono le prossime tappe della tua evoluzione artistica?

L’anno scorso avrei avuto una risposta totalmente diversa da quella che darei oggi, in realtà probabilmente anche ieri avrei avuto una risposta diversa. Sarebbe preoccupante se io avessi la risposta a questa domanda, a mio parere si può sapere quando nasce l’arte ma non il percorso che essa fa attraverso l’artista. Il non sapere il prossimo passo, l’essere diversa da ieri e opposta a cinque anni fa, mi permette di non annoiarmi mai della strada che ho scelto.

Cosa ha rappresentato l’Accademia di Brera per la tua formazione?

Il primo passo vero il mio salto nel vuoto c’è stato nel momento in cui ho deciso di lasciare tutto ed entrare nel mondo dell’Accademia di Brera. Il “mondo” in quanto per me è stato entrare in un mondo parallelo. Cosa mi ha dato? In primis mi ha dato me stessa: l’essere libera di seguire ciò che avevo dentro. Banale dire cosa ho imparato in ogni singolo corso che ho frequentato, mi soffermo sulla parte più umana e sensibile: mi ha profondamente stravolta, molti professori riescono a scombussolare mente e anima tanto da far uscire ciò che inconsciamente avevi nel profondo. In questo ambiente bisogna essere pronti a superare i propri limiti, o meglio usarli come punto di partenza per creare un qualcosa che abbia un pezzo di anima. Ovviamente poi ognuno la vive in modo diverso, per me è stata indispensabile.

NICOLA MASTROCINQUE

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