Per un pugno di euro, la città come periferia Cultura

Non voglio certo contestare il valore economico e sociale della pubblicità: aiuta le aziende, informa il consumatore, consente scelte consapevoli. Eppure, anche in questo settore, il troppo – come si usa dire – storpia. Si fa sempre più diffusa la tendenza a gridare in ogni trasmissione radiofonica e televisiva, illusi di farsi così ascoltare. E l’equivalente del grido è la grandezza dei manifesti: sempre più grandi, piazzati in ogni dove, con supporti di cartelloni in metallo che certo non abbelliscono la città. In ogni zona della città, non c’è rotonda, quadrivio, strada che non abbia il suo bel “mausoleo”. Nella zona alta della città, forse più appetibile dal punto di vista pubblicitario, la cartellonistica “formato gigante” è di gran moda. Faccioni stolidamente sorridenti di personaggi politici, annunci di nuovi mercati in apertura, grandi ed eccezionali riduzione di prezzi: tutto fa brodo per toglierci ogni gusto a dare uno sguardo un po’ più in là del nostro marciapiede. Una città, che sugli stessi cartelloni – si noti la finezza! – è stata definita come un “salotto”, una culla di antiche bellezze e tradizioni, si trova ad essere ridotta a scimmiottare una squallida periferia. Siamo al fondo (o quasi) delle principali graduatorie di vivibilità, di qualità della vita, del ben-essere dei cittadini. Ma i cartelloni giganti, no ! Quelli li abbiamo proprio uguali alle periferie degradate delle grandi città. Certo, capisco: sono euro per l’Amministrazione comunale ! E su questo è sempre opportuno pesare le parole. Ma quanto ricava, che dire, al mese, il Comune da ogni cartellone “king size” ? E, sempre tanto per dire, quanto ricava l’agenzia di pubblicità, sempre al mese ? “Quien sabe” diceva il titolo di una celebre pellicola degli anni Sessanta: chi lo sa ! Ma certamente sappiamo una cosa, come semplici cittadini: quello che stiamo perdendo giornalmente. Ci manca ormai l’aria, lo spazio, il gusto di guardare lontano. Siamo assediati da pubblicità spesso “gridata” e, comunque, esagerata. Per non parlare poi dei fogliettini infilati sotto i tergicristalli !! Subito sfilati e buttati via senza nemmeno leggerli dalla grande maggioranza degli automobilisti. Certo, andrebbero raccolti e messi negli appositi contenitori della carta, ma quando – giorni dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese – uno si trova con il bigliettino della sagra, della finanziaria, della nuova macelleria, sempre sotto il tergicristallo, un attimo di “smarrimento ecologico” può anche essere giustificato. Conseguenze: cartacce volanti al primo soffio di vento e città certo inguardabile. Abbiamo duemila anni e passa di storia alle nostre spalle. Dobbiamo guardare avanti e scegliere ciò che è bene per tutti, per crescere e migliorare. Tutti vogliamo una qualità del vivere che sia rispettosa dell’ambiente e delle persone. Non sempre si ha l’impressione di marciare nella giusta direzione. LUIGI PALMIERI ----------------------------- Per doverosa informazione comunichiamo che, proprio mentre il giornale va in macchina, il sindaco di Benevento Fausto Pepe, ha emanato un’ordinanza con la quale fa espresso divieto alla distribuzione di volantini pubblicitari nei luoghi pubblici, nei portoni, sulle autovetture, nonché nei locali aperti su spazi pubblici.