Travolgente esibizione di Renzo Arbore al Palatedeschi Cultura

Una particolare e magica atmosfera pervade la stupefacente cornice del Palatedeschi prima del Concerto dell’Orchestra Italiana, fondata da Renzo Arbore nel 1991.

Mancano pochi minuti all’esibizione degli artisti e l’attesa spasmodica si coglie sui volti di innumerevoli fans, accorsi dall’intera provincia che hanno occupato gli spalti e le poltrone del parterre, per assistere ad un evento musicale imperdibile.

Alle 21.18, sul palco gli effetti di luce e le immagini di un video che scorrono sul display, riguardanti l’avvincente tour nei principali teatri del pianeta ed in Italia, infiammano i presenti.

Gli artisti, mentre le luci sono spente, si dispongono sul palco accanto agli strumenti, il concerto inizia con una delle più belle canzoni napoletane “Era de maggio”, resa struggente dal suono melodioso dei mandolini. Al termine del brano il Maestro Renzo Arbore saluta la platea di Benevento e con orgoglio afferma:” Questo è il mio primo concerto da sannita, alle ore 17.22, sono diventato cittadino onorario di Foglianise”.

Il repertorio partenopeo, rilanciato dalla sua incomparabile orchestra, prosegue con “O Sarracino”, per rievocare il grande Renato Carosone, “LL’Arte d’O Sole”, “Chella LLa”.

Lo showman a tutto tondo del panorama artistico italiano e mondiale, non dimentica Beniamino Esposito, detto “il Pirata”, nella memoria collettiva, ricordato per la classica bandana, prematuramente scomparso, autore della canzone “ Pecchè nun ce ne jammo in America?”, una sorta di rumba napoletana con venature etno e contaminazioni di jazz attraversando sonorità orientali.

Le voci soliste Barbara Bonaiuto e Gianni Conte hanno eseguito magistralmente i brani “Voce e notte” e “Dicitincellu vuje”, classici intramontabili che conquistano il pubblico.

Tra le sorprese un fuori programma con tre testi umoristici napoletani, interpretati da Vittorio Marsiglia, illustre figlio di Benevento. Dell’Orchestra Italiana si è notata l’assenza di Gegè Telesforo, impedito da problemi di salute. La serata si conclude con “Vengo dopo il Tiggì” e “Si, la vita è tutto un quiz”, “Ma la notte no!” e “T’è piaciuta”.

Ultimo brano con cui ha salutato i fans “Tanto pè canta”, di Nino Manfredi, Arbore solo mimando, con i semplici gesti delle sue mani, a mò di gobbo, ha fatto cantare il pubblico, entusiasmato da una serata in cui lo showman non ha deluso per le sue eccelse qualità artistiche.

L’evento è stato promosso da Anni '60 Produzioni, organizzato da Betelgeuse, agenzia con sede nella città capoluogo.

NICOLA MASTROCINQUE



 

 

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