Basta polemiche, pensiamo alle imprese Economia

Chiamato fortemente in causa dal presidente di Confcommercio Romano e altri sindacalisti, per queste e altre affermazioni, l’attuale presidente Antonio Campese ha deciso di rispondere per le rime - chiamando al suo fianco Gennaro Masiello e Roberto Costanzo - organizzando una conferenza stampa che aveva come titolo “La Camera come leva per lo sviluppo del territorio: vent’anni di buone pratiche. Le bugie hanno le gambe corte”. Un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutte le organizzazioni che esprimono un proprio membro in Consiglio e in Giunta, tantissimi dipendenti (che hanno diffuso una nota sindacale per dire che quelle rivolte all’Ente erano “critiche ingiuste, infondate ed ingenerose”) oltre a rappresentanti di Consorzi ed Enti vari.

Si è provato, in modo maldestro, a disarcionare l’attuale governance ignorando le regole stesse della rappresentanza democratica. Di certo non ci faremo fermare da 4 rosiconi, che si consumano di rabbia e d’invidia, perché Benevento merita di più. Hanno avanzato accuse campate in aria, senza mai entrare nel merito delle questioni: come sulle spese del personale, tutte inesatte. Quale sarebbe la soluzione che queste sigle propongono? Io non l’ho capito”, ha affermato Antonio Campese. “Da una parte c’è la fusione con Avellino, dall’altra prendono i forconi, dall’altra ancora quale sarebbe: il licenziamento dei dipendenti? E allora lo dicano apertamente. Ci sono gli stipendi da pagare; c’è una crisi che va avanti dal 2008, le aziende chiudono a Milano come a Benevento. Ma come si può semplificare a tal punto una questione politico-economica tanto complessa dicendo che “è colpa della Camera”? È semplicemente ridicolo! Abbiamo letto il documento programmatico che queste sigle hanno prodotto: c’è dentro molta retorica. L’ente ha funzioni designate dalla legge, non possiamo decidere di essere un’Agenzia di sviluppo, su cui non c’è una sola riga nella normativa. Non è il nostro ruolo”. E ha aggiunto: “Il segretario, a sentir loro, sembra essere diventato l’unico problema per lo sviluppo di questo territorio. Il suo stipendio non è affatto quello sbandierato sui social network: l’hanno presentato come un uomo ricchissimo, mettendo a rischio lui e la sua famiglia. È indecente! Il dottore Coppola ha un curriculum che è garanzia per l’Ente stesso. Io ho affezione per questo ente, che è parte della mia vita”.

Gennarino Masiello, invece, si è soffermato sul ruolo delle rappresentanze: “Queste dinamiche, sottraggono tempo e serenità al lavoro che bisogna mettere in campo. Bisogna fare chiarezza, da una parte, ma anche tirare una linea rossa, perché oggi in questo territorio c’è bisogno di tracciare una traiettoria di futuro, dare speranza alle tante imprese e lavoratori che o chiudono o perdono il lavoro. Ecco, questo è il nostro compito. La dialettica deve essere composta, autorevole. Le rappresentanze vanno contate, pesate e mostrare grande reputazione. Renzi ha annunciato una legge sulla rappresentanza, che deve essere codificata e messa in condizione di poter rispondere alle esigenze che imprese e lavoratori si aspettano. È cambiato il mondo, bisogna cambiare anche l’approccio sulle rappresentanze. La Camera è un ente pubblico governato da imprenditori o lavoratori che sono sì indicati dalle rappresentanze, ma sono nominati dal presidente della Giunta regionale. E, una volta eletti, non rappresentano più le associazioni di riferimento ma un settore economico. Noi abbiamo messo in campo strategie orizzontali per il bene comune e per il territorio. Ci sono ancora troppe sacche di resistenze: la legge deve fare chiarezza, perché la Camera non è la casa delle rappresentanze, ma delle imprese sannite”.

È stata poi la volta di Roberto Costanzo: “Io per quel poco che ho fatto, e soprattutto per quel molto di male che non ho fatto, credo di doverlo al personale della Camera. Indirettamente qualcuno ha detto che io ho la colpa di aver fatto nominare o vincere il concorso di segretario generale al dottore Coppola. Io posso dire e dimostrare che Coppola ha vinto un concorso pubblico, con una commissione rispettabile, concorso al quale hanno partecipato interni ed esterni: se una colpa ho avuto, che alla fine ho gioito nel constatare che lo aveva vinto uno del personale di questa Camera. Perché significava che cosa? Che il personale di questa Camera è qualificato al punto tale che sapeva esprimere, al proprio interno, il suo numero uno. E questo va a merito di chi nel passato, in tempi precedenti, ha retto la struttura amministrativa di questa Camera come ad esempio il segretario Tonino De Nigris: ecco, il dottore Coppola rappresenta la continuità di quel modo di fare, retto, corretto, rispettoso delle istituzioni come lo era e lo faceva De Nigris”. E ancora: “Non c’è nessun soggetto pubblico o associativo della provincia di Benevento che si regge e lavora con un rapporto così basso tra personale, compiti ed utenti, come la Camera di Commercio: su 30mila imprese iscritte, i dipendenti sono meno di 30, cioè meno di 1 dipendente per 1.000 utenti”.

A conclusione, una precisazione l’ha voluta fare anche Michele Pastore, presidente della Valisannio: “Abbiamo ricevuto da quel tavolo solo attacchi sterili e puerili, ma nessuna proposta concreta. Nei due anni di presidenza alla Valisannio, rispetto ai soldi stanziati, non sono stati spesi 120mila euro ogni anno: abbiamo raddoppiato le attività e siamo riusciti a risparmiare, gestendo l’ente come un buon padre di famiglia. E abbiamo eliminato diverse iniziative, puntando solo su quelle valide, che hanno avuto un riscontro scritto da parte di chi ha partecipato. Certo, abbiamo pure potuto sbagliare, ma… chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

GIUSEPPE CHIUSOLO

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