Belli, bravi e senza futuro Economia

“Tutta la vita davanti”

È il titolo di un film del 2008 del regista Paolo Virzì che racconta il viaggio di Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani italiani, tutti bravi, carini e precariamente occupati. Dopo un periodo di ricerca più o meno lungo, la spigliata e intelligente neo-laureata si ritrova pedina di un call center gestito da una vera schiava del potere. Virzì in questo film fonde bene tante tematiche attuali facendo emergere i dubbi, le difficoltà di una generazione abbandonata al suo destino, con l'infamante consolazione di uno status di eterni “bamboccioni”. Eppure la nostra Costituzione sancisce in più articoli il diritto al lavoro: Art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”; Art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”; Art. 36: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Eppure quanti di voi possono affermare che tale diritto sia effettivamente garantito?. Sono, infatti, davvero pochi i giovani che possono dire di svolgere un’attività lavorativa “regolare”. E così cresce la generazione dei giovani precari tutti “belli bravi e senza futuro”.

E’ la triste realtà della generazione di oggi. Certo, la condizione varia da paese a paese da regione a regione ma la mancanza di prospettive future è il filo conduttore. Una realtà che conoscono bene i ragazzi beneventani che tra tante promesse vivono un dramma che li fa essere schiavi del proprio futuro.

E' infatti del 26,5% il tasso di disoccupazione dei giovani under 35 nella provincia di Benevento. A dirlo è il rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat. Il tasso di disoccupazione nel 2010 si è attestato al 11,5% con una crescita dello 0,4% rispetto al 2009 (11,1%). In provincia di Benevento sono 11.000 le persone in cerca di occupazione. A livello nazionale la disoccupazione delle persone fino a 35 anni si attesta al 15,9%,  molto peggio la situazione nel Mezzogiorno dove il tasso sale a 25,1%, pari a 538.000 giovani senza lavoro. Le condizioni migliori per il lavoro dei ragazzi si trovano invece in Trentino Alto Adige dove il tasso di disoccupazione tra 15 e 34 anni è contenuto al 5,7%. A seguire la Valle d'Aosta con il 7,8%, il Friuli Venezia Giulia con il 9,2%, la Lombardia con il 9,3% e il Veneto con il 9,9%. Nella classifica provinciale la maglia nera va a Carbonia-Iglesias dove i giovani under 35 in cerca di occupazione sono il 38% della forza lavoro. Seguono a breve distanza Agrigento (35,8%) e Palermo (35,7%). La provincia più virtuosa è Bolzano dove il tasso dei giovani senza lavoro è pari al 3,9%, seguita da Bergamo con il 5,6%, e da Cuneo con il 5,7%. Su base regionale la maglia nera spetta alla Sicilia, seguita a ruota dalla nostra Campania.

Nel Sannio a stare peggio sono i ragazzi tra i 15 e i 24 anni con un tasso di disoccupazione pari a 35,2%, un po' meglio va per quelli tra i 25 e i 34 anni, fascia di età questa in cui il 23,7% è senza lavoro. La maglia nera è tutta salernitana. Qui tutti gli under 35 stanno peggio che in qualsiasi altra provincia campana. Tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è del 48,8%, mentre è del 23,8% nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni. Secondo la rilevazione di Confartigianato gli apprendisti in Italia sono 592.029. In particolare l’artigianato è il settore con la maggiore vocazione all’utilizzo di questo contratto: il 12,5 per cento delle assunzioni nelle imprese artigiane avvengono, infatti, con l’apprendistato, a fronte del 7,2 per cento delle aziende non artigiane. Altro metodo offerto ai giovani per avvicinarsi al mondo lavorativo è lo stage. Esso nasce come occasione, per chi lo compie,  di fare un’esperienza lavorativa e acquisire competenze specifiche, utili per i periodi di lavoro successivi. In questo modo, si arricchisce il curriculum vitae del giovane stagista. L’importanza di questa esperienza è stata riconosciuta dallo stesso Ministero del Lavoro che, ai fini della riforma del collocamento, ha attribuito allo stage il valore di credito formativo.

Le aziende italiane hanno però abusato di questo strumento, stravolgendone il senso, e facendolo diventare solo una forma di sfruttamento. Troppi, infatti, sono gli “stagisti” che per le aziende rappresentano solo forza lavoro qualificata e “gratuita” i quali senza nessuna forma di affiancamento o formazione si ritrovano utilizzati come forza lavoro a costo zero. Non si parla quindi più di tirocini formativi ma solo di un escamotage che strumentalizza la voglia di lavoro e le necessità dei ragazzi, pronti a tutto pur di trovare un’occupazione.

La nostra città deve farsi carico di quest’emergenza, la politica sannita deve mettere al centro della propria agenda quest’emergenza perché la nostra città rischia di perdere tanti brillanti neolaureati. Un patrimonio che non può permettersi di lasciare andar via.

PIERLUIGI DE ROSA

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