Così produciamo calore senza inquinare Economia

Le innovazioni tecnologiche hanno prodotto significativi passi in avanti, sino a raggiungere il perfetto equilibrio fra natura e produzione, tra tradizione e modernità. Uno dei settori produttivi in cui questi binomi trovano la loro perfetta applicazione è senz’altro quello della termoidraulica, permettendo, a famiglie ed imprese, di riscaldare i loro spazi di vita con minori costi, senza inquinare e soprattutto di scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze di arredo e design. Nel Sannio, in questo particolare comparto, per ricerca ed innovazione tecnologica si distingue il gruppo Ct Pasqualicchio (con stabilimento omonimo ubicato nella zona industriale di Paolisi in piena Valle Caudina), guidato con grande maestria da Francesco Pasqualicchio (nella foto): un giovane imprenditore che ha saputo trasformare il laboratorio artigianale del padre, Vito Antonio, in una dinamica e moderna attività imprenditoriale.

La vera novità della sua azienda si basa su una nuova filosofia del riscaldamento. Ci può dire in che cosa consiste?

Riscaldare vuol dire generare un senso di calore. Ct Pasqualicchio da anni è impegnata a realizzare termostufe, termocamini e caldaie convenienti, sostenibili, con un design moderno senza rinunciare alla giusta potenza calorifica per riscaldare ambienti civili e industriali, utilizzando combustibili non inquinanti quali pellet, cippato e biomasse in genere.

Possiamo contare su una vasta gamma di prodotti, ognuno di essi risponde ad una particolare esigenza del consumatore. Ad esempio, le nostre termostufe sono facili da utilizzare; le caldaie hanno dimensioni tali da poter essere installate senza problemi di spazio; mentre i termocamini, oltre ad essere esteticamente adattabili ad ogni tipo di arredamento, sono progettati con un sistema di auto-pulizia. Convenienza, tecnologia e praticità sono in cima alla nostra scala di valori. Le applicazioni sono sia quelle civili che industriali e queste ultime non riguardano solo il riscaldamento per rendere gli ambienti confortevoli durante i mesi freddi, ma un nostro prodotto può essere parte integrante di un intero processo produttivo”.

La sua azienda è nata come artigiana poi è diventata una vera e propria industria. Quando e perché è avvenuta tale trasformazione?

La famiglia Pasqualicchio da quarant'anni è nel settore termoidraulico. Prima il focolare e poi le stufe. A dare l'imprinting all'attività è stato mio padre Vito Antonio, ma la svolta c'è stata nel 1996 quando il timone dell'azienda è passato nelle mani mie e di mio fratello Ruggiero. La spinta innovativa ha dato subito i suoi frutti: il brand Ct Pasqualicchio si è imposto con grande forza sul mercato sia italiano che estero”.

Quali sono i prodotti sui quali puntate maggiormente per espandervi?

Le caldaie modello CS Marina e termostufe legna/pellet sono i nostri assi nella manica. Siamo costantemente impegnati a migliorare i nostri prodotti nell'ottica del risparmio energetico. Il nostro motto è aiutare a consumare meno e meglio. Essendo spinti dalla volontà di rinnovamento continuo, abbiamo deciso d’investire tutte le nostre energie sui sistemi di calore con fonti rinnovabili. Diffondere una cultura “green”, creando una vera e propria opportunità di sostenibilità ambientale, resta il nostro traguardo principale”.

In quali regioni riuscite maggiormente a piazzare i vostri prodotti?

Siamo presenti in ogni regione d'Italia, vendiamo sia al Nord che al Sud senza alcuna distinzione. Stiamo investendo tutto sul nostro brand. Cataloghi nuovi, un sito web aggiornato in tempo reale, spot pubblicitari ed una campagna di promozione nazionale, serviranno a creare un ponte diretto tra noi che produciamo ed il consumatore. Sicuramente stiamo operando una politica di promozione delle caldaie industriali. Le aziende rispondono positivamente, cominciando ad apprezzare i benefici che derivano dal riscaldamento con fonti “rinnovabili”. A favorirci è la particolare contingenza storica. L'aumento del petrolio e del gas spinge gli imprenditori ad investire sulle nostre caldaie”.

E all'estero trovano fortuna i vs. prodotti? Come vi siete organizzare per sfondare in questo difficile mercato?

I nostri prodotti sono conosciuti in gran parte dell'Europa e oltre come il Cile e la Russia . Ct Pasqualicchio da tempo ha superato i confini della Valle Caudina per puntare su un mercato molto più ampio, dove vi è una maggiore sensibilità in materia di sostenibilità ambientale perché noi operiamo soprattutto nella direzione di tutela dell'ecosistema”.

Qual è il suo giudizio sulla attuale situazione difficile che attraversa il nostro Paese sul piano economico?

Questa crisi economica sta mettendo in ginocchio la parte “sana” della nostra economia. Molte aziende stanno chiudendo i battenti e l'allarme sociale è alto. La ripresa ci potrà essere solo con una politica seria di rilancio del Made in Italy. Il governo dovrebbe aiutare l'imprenditoria vigilando affinché non si verifichi un continuo sperpero di denaro, come avvenuto in passato. Il sostegno economico deve essere dato affinché gli imprenditori continuino ad operare in Italia e non scappino all'estero con delocalizzazioni improvvise. Dal canto suo lo Stato dovrebbe detassare chi continua ad operare nel proprio Paese. Noi lo facciamo e ne siamo orgogliosi”.

Camera di commercio e altri enti territoriali in che misura agevolano il vostro lavoro?

Rispetto a dieci anni fa, vi è più sinergia tra gli enti istituzionali a vari livelli. La burocrazia è lenta, ma possiamo contare sul sostegno che ci viene offerto dalle Associazioni di settore come può essere Aiel con cui teniamo un ciclo di conferenze in giro per l'Italia. Con la Camera di Commercio non abbiamo nessun tipo di rapporto e, quindi, non mi sento di poter esprimere”.

E le banche locali vengono incontro alle vs. esigenze?

Ci interfacciamo da sempre con banche nazionali per i rapporti che l'azienda ha con i clienti esteri e, solo negli ultimi mesi, abbiamo proceduto ad instaurare un rapporto con una banca locale. È prematuro, dunque, esprimere un giudizio”.

Diciamo la verità, in giro c'è un clima di sfiducia, anche nelle istituzioni. Lei riuscirebbe a dire qualche parola di fiducia, soprattutto ai nostri giovani che non trovano lavoro?

È vero che siamo in un periodo di grande crisi, ma il nostro Paese sta diventando un paese di letterati e filosofi. Noi, ad esempio, abbiamo grandi difficoltà a trovare metalmeccanici specializzati. Il discorso è ampio e si rischia di cadere nel qualunquismo. Però posso affermare che la scuola dovrebbe essere più selettiva ed essere in grado di indirizzare i giovani verso il mondo del lavoro, attraverso un'attenta analisi dei bisogni. Io consiglio sempre di guardarsi intorno e avere la capacità di costruire il proprio percorso professionale seguendo le tendenze del mercato”.

giuseppechiusolo@tin.it 

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