Ferraro (Ance): ''Occorre una ripresa del comparto delle costruzioni'' Economia

La forte denuncia dell’Ance, rispetto ad un Paese in perenne “codice rosso”, col settore delle costruzioni ridotto allo stremo - la crisi è costata 600.000 posti di lavoro e la chiusura 120.000 imprese - è mirata ad ottenere interventi normativi che puntano a semplificare il comparto edile, convinti che la riduzione del carico burocratico possa rappresentare “il primo importante passo in avanti. Bisogna ridare dignità e vitalità ad un comparto dalla lunga filiera, che attiva 31 settori economici su 36 e che da solo - sottolinea Mario Ferraro - pesa ancora l’8% del Pil e, complessivamente, più del 22%, comprendendo anche l’immobiliare. Un settore che può dare un contributo aggiuntivo al Pil di 0,5% ogni anno”. Un bilancio fortemente negativo, quindi, rispetto al quale la “burocrazia” sul fatturato delle Pmi, incide in Italia per il 7,6%.

In media occorrono 4 anni per realizzare un’opera, ma si arriva a 15 per quelle sopra i 100 milioni! I tempi morti sono il 54% del totale. Per ottenere un titolo autorizzativo nel settore privato, i tempi diventano biblici. Senza tralasciare il fatto che l’eccesso di burocrazia e la sedimentazione delle normativa significano più corruzione e portano alla deresponsabilizzazione dei funzionari pubblici. Per questi motivi - aggiunge Ferraro - nel Manifesto presentato a tutte le forze politiche insieme a tutta la filiera delle costruzioni, era stata indicata la necessità di “semplificare”. Interventi urgenti risultano indispensabili per velocizzare l’utilizzo delle risorse stanziate per la realizzazione di infrastrutture e per favorire la riqualificazione urbana”.

Ma di che tipo di semplificazioni parliamo?

Bisogna accelerare la trasformazione delle risorse in cantieri: ci riferiamo a 140 miliardi di euro già stanziati negli ultimi 2 anni. Nell’audizione tenuta dall’Ance alle Commissioni parlamentari, sono state avanzate proposte concrete, di rapida attuazione”.

Rassicurazioni dal Governo sono venute anche sul nuovo codice degli appalti...

Anche lì occorre adottare misure di semplificazione urgenti, alcune di natura transitoria, da aggiungere a quelle contenute nella Legge di Bilancio 2019 appena varata. Si tratta di 6 proposte “sbloccacantieri”, molte delle quali condivise anche con l’Associazione nazionale Comuni italiani”.

A livello locale, invece, quali le novità?

Abbiamo visto positivamente l’incontro col neo presidente della Provincia, Antonio Di Maria, che si è reso disponibile a realizzare una short list per il settore edile. Pensiamo sia indispensabile l’utilizzo rapido dei fondi disponibili presso la Provincia di Benevento, soprattutto per sbloccare opere importanti di viabilità e di manutenzione di strade e scuole. Grazie all’innalzamento delle soglie per l’affidamento diretto, lavori con importo pari o superiore a 40mila euro e fino a 150mila e per le procedure negoziate, lavori di importo compreso tra i 150mila e i 350mila euro, potrebbe essere utile rifarsi ad una short list di operatori economici per l’affidamento di questa tipologia di lavori”.

Sulla manutenzione ambientale e il riutilizzo degli inerti fluviali, esiste sin dal 2013 un Project financing presentato da un gruppo di imprenditori sanniti, che non è mai decollato. Cosa serve per dare concretezza a questa proposta?

Basterebbe perfezionare il Protocollo d’intesa tra Provincia e Regione. Riteniamo utile un intervento in tal senso che, tra l’altro, permetterebbe alla Pubblica amministrazione di risolvere, senza esborso di denaro pubblico, buona parte della grave emergenza causata dalla mancata manutenzione dei nostri principali corsi d’acqua”.

GIUSEPPE CHIUSOLO