Presto il contante scomparirà Economia

Secondo gli esperti, in futuro non avremo più un soldo in tasca. No, non è una previsione pessimista sulle conseguenze di un’eventuale nuova crisi economica: tra non molti anni, il denaro contante sparirà e sarà sostituito dalla moneta virtuale. Da non confondere con le valute virtuali, come i Bitcoin. Semplicemente, i pagamenti in contanti hanno per così dire i giorni contati.

Se da piccoli abbiamo imparato a risparmiare riempiendo di monetine i salvadanai, le prossime generazioni saranno in grado di pagare, sin dalla più tenera età, senza maneggiare il vil denaro. Già ora carte di credito e bankomat sono presenti nei portafogli di quasi tutti, ma anche questi sistemi di pagamento si avviano, al pari degli assegni, sulla strada dell’obsolescenza. Oggi infatti esistono nuovi sistemi di pagamento contactless integrati direttamente negli smartphone, che a volte non richiedono nemmeno l’uso di un codice di sicurezza (l’ultimo modello di iPhone addirittura utilizza una scansione oculare come sistema di riconoscimento).

Fino a non molto tempo fa, non erano pochi quelli che, a fronte di una spesa piuttosto consistente, domandavano con una certa timidezza al negoziante se potevano pagare con il bankomat. Oggi la realtà vede oramai quasi tutti gli esercizi commerciali esporre in vetrina i marchi delle più usate carte di credito ed i pos sono in uso praticamente dappertutto. Una spinta in questo senso è stata data dalla legge, che ha stabilito che al di sopra dei 30 euro i negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con bankomat o carta di credito. Questo vale anche per i professionisti e gli artigiani. Al momento, gli ultimi baluardi del contante sono bar ed edicole, dove si è soliti spendere poco, ma presto o tardi anche loro dovranno abituarsi ad emettere scontrini senza vedere monete e banconote entrare nelle loro casse.

Nei paesi scandinavi, così spesso indicati come l’avanguardia del progresso e della civiltà, esistono addirittura negozi che espongono con orgoglio nordico cartelli per avvisare i clienti che non sono accettati pagamenti in contanti.

L’eliminazione del contante in favore dei pagamenti virtuali ha indubbiamente una serie di vantaggi notevoli: rende tracciabile ogni spostamento di denaro, impedendo così l’evasione fiscale. Inoltre, a fronte di costi fissi magari non proprio irrisori (da questo punto di vista i commercianti lamentano commissioni ancora troppo elevate da parte delle banche), il denaro virtuale scoraggia i malintenzionati dal commettere rapine e rappresenta un giro di vite per l’economia sommersa.

Ed è proprio quest’aspetto ciò che in Italia pone un limite all’eliminazione del contante (insieme al fatto che esiste una discreta percentuale di persone, soprattutto oltre una certa età, che non ha dimestichezza con i pagamenti virtuali). Oltre alle attività puramente illegali quali estorsioni, traffico di droga e prostituzione, vi è un’ampia zona grigia di lavoratori in nero, un’economia sommersa che rappresenta una quota non indifferente del prodotto interno lordo ed è fatta di abusivi, affitti irregolari, liberi professionisti che non rilasciano fatture o scontrini o che addirittura agli occhi del fisco non esistono. Idraulici, tecnici riparatori, piccoli artigiani e venditori ambulanti che non dichiarano un centesimo possono essere pagati solamente in contanti. Un problema con cui i paesi scandinavi evidentemente non hanno a che fare, ma che in Italia va affrontato prima o poi, se vogliamo allinearci con quanto avviene negli altri paesi industrializzati.

A parte i malviventi e gli evasori fiscali, l’ultimo difensore ad oltranza del denaro contante rimarrà Paperon de’ Paperoni: potrebbe mai il papero più ricco del mondo rassegnarsi a nuotare tra le carte di credito?

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO