A colloquio con il Prof.Perlingieri - di Giovanni Fuccio Enti

Professor Perlingieri lo riconosce questo? Gli domando mostrando un librone formato A/4 alquanto consunto.Egli lo guarda, se lo gira fra le mani e dopo averlo sfogliato sorridendo esclama: ma questo è il mio progetto di una Università del Sannio! Nemmeno ce l’ho una copia….Per la verità non si tratta di un vero e proprio libro ma di una sorta di fascicolo rilegato senza neppure una vera e propria copertina, stampato, si capisce dai caratteri, dalla tipografia interna dell’allora Banca Sannitica.Sul frontespizio la dicitura “Progetto di una università nel Sannio” a cura di Pietro Perlingieri con la collaborazione di Loris Lonardo e di Pasquale Stanzione. E siamo agli inizi degli anni 70.Così comincia il mio colloquio con Pietro Perlingieri, il principale “padre della patria” dell’Università del Sannio.Egli ne è stato anche il primo Rettore ma dopo un po’, come spesso accade in casi del genere, fu defenestrato ed ora è tutto concentrato nel suo Dipartimento PEMEIS (Persona Mercato Istituzioni Lavoro) all’ultimo piano del restaurato palazzo De Simone (ex Collegio La Salle) con tante stanze finemente arredate nelle quali operano circa 40 studenti impegnati nel dottorato di ricerca in Diritto Civile.Ma egli è anche il preside della facoltà di economia.“Belli questi ambienti….” Gli dico mentre li osservo lungo la via del ritorno dopo il colloquio ed egli mi fa: “Fui io all’epoca a chiedere il finanziamento alla Comunità Europea per l’acquisto, la ristrutturazione e l’arredo. Certo ne è passato del tempo per realizzare tutto questo ma ormai siamo qui da due anni”.

Professore Perlingieri come fu accolto nell’ambiente beneventano quel suo progetto agli inizi degli anni settanta?

Male e nell’indifferenza. Non erano sensibilizzati né i politici, né la società civile

Si riferisce in particolare forse all’ambiente politico così legato all’agricoltura ed al mondo rurale…

La verità vera è una, che in un ambiente come questo… realizzare una Università, un gruppo critico, cioè…la materia grigia, nei confronti della realtà era come togliere un coperchio…E questo non faceva piacere a chi aveva una mentalità retriva. E di queste persone ce n’erano sia a destra, a centro che a sinistra. Ciononostante questa battaglia la vincemmo lo stesso.

Ci racconti dall’inizio…

Quando si doveva costruire l’Università delle zone interne io ero componente il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Salerno e dovetti subito sventare il colpaccio che il mondo politico avellinese, lei sa da chi capeggiato, stava per portare a termine…

Quale?

Far insediare l’università lontano da Avellino, nel centro della città di Salerno quale premessa per chiederla poi per Avellino. Io riuscii a convincere il C. d. A. a costruirla a metà strada con Avellino, ovvero, come fu, a Fisciano.E fu così che neutralizzammo le aspirazioni prossime future di Avellino

E poi che fece?

Detti vita al Consorzio Universitario quale struttura indispensabile per dare, coinvolgendo Comune, Provincia e Camera di Commercio, forza ed aiuto a questa costituenda Università. Ma i mezzi erano scarsi, molto scarsi, i classici fichi secchi. Ma alla fine la spuntammo.

E chi si trovò al suo fianco in quei momenti difficili?

Io trovai un unico aiuto e sostegno sino in fondo in Antonio Pietrantonio, sindaco della città di Benevento.Egli si è battuto ed ha dato tanto anche con spirito garibaldino. Un giorno ci mettemmo in cammino in mezzo alla neve, con la macchina del Comune ed andammo a Ceppaloni da Mastella per convincerlo che l’operazione si doveva fare

Che altro fece con Pietrantonio?

Bontà sua egli aveva stima e fiducia in me e insieme, lui sindaco io da presidente del Consorzio o semplice professore, partivamo si battuti ma con quella tenacia tipica dei sanniti ingaggiammo una vera e propria battaglia sul piano regionale organizzando una serie di riunioni di tipo politico-istituzionale.Con l’Ordine degli avvocati e dei notai, per esempio, creammo l’Istituto Giuridico Sannita per cominciare a dare vita a qualche iniziativa

Chi altro ricorda oltre Pietrantonio?

L’on. Antonio Guarra che aveva per me un affetto incredibile e indicato me come erede al Senato. Ha cercato di fare quello che poteva. Anche lui credeva molto nell’Università.

E l’impegno del sen. Zecchino che peso ha avuto?

Zecchino nominò il sen. Aldo Masullo del Partito Comunista quale relatore di maggioranza nella Commissione per la creazione di nuove università. Questi venne a Benevento per dire che era favorevole all’Università di Benevento ma, tornato a Roma, in Commissione espresse parere negativo.Allora io feci un accordo con i leghisti e AN. I primi volevano una università a Varese e AN a Catanzaro e così mettemmo in minoranza il senatore Masullo e guardi….che è davvero raro e difficile mettere in minoranza un relatore della maggioranza!

Insomma andò proprio così?

Sì, Masullo tradì, lo dico con molta franchezza. Ed è tutto codificato negli atti parlamentari ed io sono contentissimo di aver fatto il senatore per aver tutelato gli interessi della mia terra.Poi ritornai da Rettore e non le dico che cosa fu… anche le persone più sane avrebbero preso un tal mal di fegato..

Che cosa accadde mai?

Intanto se non ci fossi stato io nella Commissione P. I. l’Università a Benevento non sarebbe mai venuta. Quello che non si poteva accettare era il vero e proprio rapimento che perpetrò a Salerno la facoltà di ingegneria che prese tutti i soldi per acquistare macchinari che restarono lì a Salerno

Nessun riconoscimento da parte sua all’allora Ministro Zecchino?

Dissento completamente. Dal ministro Zecchino non abbiamo avuto nessun trattamento di favore, neppure minimo. No il nostro fondo di finanziamento era il più basso pro capite per studenti di tutta Italia.Per l’edilizia universitaria avemmo 228 milioni ma nello stesso momento all’Università Federiciana furono assegnati ben 100 miliardi per ristrutturare due palazzi

E l’intervento di Zecchino per il riequilibrio?

Lui parla di riequilibrio… ma è un’assurdità perché mise a disposizione un fondo che per riequilibrare le università dovevano passare tre secoli tanto era piccolo…

E cosa dice del collegamento tra Università di Benevento ed Ariano Irpino per la genetica?

Egli ha ragionato così: Io non vi do i fondi per potenziare i vostri dipartimenti, le vostre strutture, no, io vi do i fondi se venite qui ad Ariano Irpino; insomma li ha condizionati

Professore Perlingieri…ritorniamo un attimo alle origini.. I comunisti dell’epoca l’accusarono di voler creare una Università privata per favorire gli interessi della Banca Sannitica della quale lei era socio con suo cugino Mario…E’ vero tutto questo?

Assolutamente no. Per la nascita dell’Università io volevo seguire la strada della legge istitutiva e la cosiddetta gemmazione l’ho semplicemente sopportata.Quanto ai comunisti sono stati troppo presi da furore ideologico e hanno commesso nella loro storia a livello internazionale e nazionale autentiche cazzate.Non hanno mai saputo essere pragmatici e mai saputo capire le persone che avevano di fronte perché non si può mai generalizzare.Le ricordo poi che fui io a convincere mio cugino e la Banca di Novara poi a donare la grandiosa biblioteca della banca all’Università

Per chiudere, quale è secondo lei il futuro dell’Universita del Sannio?

All’inizio l’Università era frequentata prevalentemente da giovani locali, oggi sono tanti quelli che vengono da fuori. Dai nuclei di valutazione per la ricerca scientifica in Italia abbiamo avuto molti momenti di eccellenza e, sono convinto, che se avremo fondi adeguati faremo molto di più

Secondo lei la città ora è più sensibilizzata verso l’Università?

C’è ancora molta strada da fare. Io pensavo ad una università residenziale come quella di Perugia o Siena e registro con favore che l’attuale sindaco già si muove in questa direzione.Sono stati stanziati da una legge nazionale fondi per creare parecchi posti letto per studenti ma anche professori.Ma la città deve rendersi anche più confortevole: i ristoranti sono carenti e lo stesso vale per gli hotel.

Che può fare il semplice cittadino per aiutare l’Università a crescere?

Tanto. A cominciare dal versamento del 5 per mille a favore dell’Università…se lo facessero tutti i beneventani…Perché Università non solo nasce ma deve anche vivere per potenziarsi.

GIOVANNI FUCCIO