A Montesarchio ritorna alla luce un cratere del VI secolo A.C. Enti

Tutto il territorio di Montesarchio custodisce un vero e proprio tesoro rappresentato dagli innumerevoli reperti già rinvenuti e dai continui ritrovamenti di oggetti che vengono portati alla luce quando si effettuano scavi edili, e che testimoniano la presenza delle necropoli dell’antica Caudium.

Nei giorni scorsi, proprio durante l’esecuzione di scavi per la realizzazione della nuova rete fognaria nell’area di via Napoli adiacente alla piazza Carlo Poerio, gli operai hanno rinvenuto un cratere risalente al VI secolo A.C. Una importante scoperta archeologica, come conferma Luigina Tomay responsabile del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino.

I lavori per la rete fognaria, continueranno ora con la supervisione della Soprintendenza, poichè non è escluso che potrebbero essere rinvenuti altri importanti reperti come è accaduto recentemente anche in altre zone del paese. L’area dove sono in corso i lavori e dove è stato ritrovato il cratere, è situata non solo al centro della cittadina caudina, ma anche sulla via Appia e poco distante dal perimetro dove da tempo si parla di voler realizzare un Parco Archeologico.

Motivo per cui la Soprintendenza ai Beni archeologici, non esclude che possano essere ritrovati altri reperti della necropoli sannitica. Il cratere è stato portato già nei depositi della sede del Museo che ha sede all'interno del Castello di Montesarchio per essere ripulito e studiato, e va ad arricchire il patrimonio archeologico cittadino.

Si tratta, ha spiegato Tomay, responsabile del Museo Archeologico di Montesarchio, di un vaso a figure nere, una riproduzione attica risalente agli ultimi decenni del VI secolo A.C., ed è di una forma rara, con una notevole ricchezza di scene raffigurate. E’ di fattura antecedente al più famoso vasto di Assteas che racconta il “ratto d'Europa”, e che attualmente è in mostra a Milano nel Palazzo Reale Assteas nella mostra “Natura e Mito dalla Grecia a Pompei” ideata per Expo.

Ora i vari pezzi devono essere ripuliti e ricomposti per procedere poi allo studio delle scene raffiguranti episodi mitologici. Nei depositi del Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino di Montesarchio sono conservati gli arredi delle necropoli scoperte sul territorio, vasi, gioielli, suppellettili che risalgono ai secoli dal VII a.C. al I d.C. e dimostrano perizia tecnica e artistica.

E’ stato individuato, tra l’altro, anche un edificio termale. Nelle sale del Museo, sono esposti gli oggetti ed i vasi più belli e più significativi, di cui circa una ventina sono oggetto di una mostra specifica, “Rosso immaginario”, allestita nelle celle del carcere del Castello, senza dimenticare che il vaso di Assteas è stato esposto per alcuni mesi presso la Torre borbonica adiacente il Castello.

LUCIA DE NISI

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