Agricoltura in ginocchio a Foglianise Enti

Terminata la morsa del gelo, nel mese di febbraio, particolarmente rigido, si cominciano a registrare i danni subiti. Le giornate di sole hanno innalzato le colonnine di mercurio e permesso lo scioglimento della neve nel centro di Foglianise e nel borgo antico.

Restano solo alcuni cumuli di coltre bianca accumulati dagli escavatori nel centro storico. Le abbondanti e stupefacenti nevicate, hanno riproposto una quinta naturale meravigliosa, il paesaggio sembrava una tela dipinta da un grande pittore.

Il calore dei raggi del sole è stato salutato come un preludio di primavera, ma l’attenzione degli abitanti e degli agricoltori si è concentrata sui distacchi di grondaie, sui tetti danneggiati dal carico eccessivo dei blocchi di ghiaccio e dalla evidente rottura di rami di ulivo e di altri alberi negli appezzamenti di terreno.

In tale contesto di emergenza la Provincia di Benevento e il Comune di Foglianise hanno richiesto per gli eventi atmosferici avversi lo stato di calamità naturale alla Regione Campania. Oltre ai danni alle abitazioni, è opportuno segnalare la condizione delle realtà rurali, già penalizzate dall’economica che segna il passo e dalla crisi strutturale e congiunturale dell’Italia con ripercussioni nefaste nelle aree interne della Campania.

Occorre far presto, al fine di risollevare le sorti dell’agricoltura, spesso relegata ai margini delle agende governative e utilizzata dalle istituzioni solo per un tornaconto elettorale. Giova ricordare che la Regione Campania non ha finanziato i fondi europei 2007-2013, relativi ai PIF (Progetti Integrati di Filiera), per il comparto agricolo, in ordine al settore vitivinicolo e zootecnico, mettendo a repentaglio la progettualità del mondo rurale.

A proposito del freddo, sfogliando le pagine ingiallite dal tempo del Cronicon Parrocchiale, redatto con cura dal sacerdote Don Giacchino Pedicini, si evince delle inclementi condizioni climatiche del 1929, che erano iniziate nell’anno precedente in dicembre.

Il parroco annota: “Il 17 gennaio fece una prima nevicata che per il freddo intenso durò molti giorni, sebbene la neve caduta fosse poca. Poi di tanto in tanto è tornato a nevicare specialmente di domenica, e la temperatura fino alla fine di febbraio si è mantenuta sempre di una estrema rigidità, accompagnata spesso da una bora impetuosa”.

Il pastore delle anime della parrocchia di San Ciriaco Martire aggiunge altri particolari, relativi al mese di febbraio. Egli annota all’interessante testo:”Il giorno 3 febbraio, domenica si verificò un fenomeno finora qui sconosciuto che lo scrivente aveva notato solo in alta montagna e in Dalmazia, la tormenta che prendeva la neve e la batteva da per tutto, facendola penetrare in ogni più piccola fessura”.

L’inverno rese fragile le rocce del Monte di San Michele. L’abate Pedicini sottolinea ancora:”A causa dei continui geli il giorno 15 febbraio dal nostro Monte Caruso, dal posto che trovasi al di sotto del così detto Belvedere si staccavano con grande fragore dei macigni che andavano a precipitare nel terreno sottostante, dal terreno bagnato e dagli olivi venivano fermati. Naturalmente molte piante di olive furono abbattute o rovinate, ma per il resto non vi fu altro danno” .

Dalla testimonianza emergono alcuni inediti e la presenza di eventi atmosferici atipici, come la descrizione della tormenta inusuale che si abbatteva inesorabile in Foglianise. L’agricoltura, rappresenta uno snodo strategico nel paese, è giunto il momento di progettare interventi lungimiranti, volti a qualificare le colture ed a salvaguardare la qualità eccelsa dei prodotti della nostra terra, con interventi mirati, per determinare un ciclo virtuoso nell’economia locale attraverso l’istituzione di cooperative.

I giovani nel settore agricolo devono scommettere ed invertire la rotta, bandendo i facili pregiudizi che la cultura delle cooperazione è destinata ad infrangersi contro lo scoglio dell’insuccesso. Le esperienze negative legate alla costituzione della Cantina Sociale del Taburno e dell’Oleificio in Foglianise, vengono rievocate nei convegni; ma al di là delle considerazioni dei cittadini e degli amministratori locali, inerenti le motivazioni del fallimento di tali iniziative sul territorio, nulla è stato più tentato per sfatare i luoghi comuni.

NICOLA MASTROCINQUE

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