Con Carlo Falato sindaco ritorna la serenità Enti

Dalle urne dell’ultima consultazione elettorale di Guardia Sanframondi è uscita una sconfitta sonora per una compagine amministrativa che ha governato questo Comune negli ultimi tre anni a seguito di un mandato forte ricevuto il 13 giugno 1999. L’eletto Sindaco dell’epoca si è vista decurtata la fiducia dei cittadini che da 2026 sono passati a 1264. Mentre il candidato sindaco battuto in quella consultazione ha visto crescere il consenso, ricevendo 1935 voti, pari al 50,8%.

Questi in dettaglio i risultati: lista Rifondazione Comunista, capeggiata da Lucia Foschini Antonio, voti 156, nessun seggio; lista Progetto Guardia, capeggiata dall’ing. Carlo Falato, voti 1935, 11 seggi; lista Guardialibera, capeggiata dal dr. Amedeo Ceniccola – sindaco dimissionato – voti 1264, 4 seggi; lista Casa della Libertà Pigna Sindaco, capeggiata dal dr. Filippo Pigna, voti 450, 1 seggio. Il Sindaco di Guardia, quindi, è l’ing. Carlo Falato, che gode del sostegno di: Giovanni De Blasio, Raffaele Di Lonardo, Michele Foschini, Gino Gambuti, Raffaele Garofano, Umberto Garofano, Antonio Iuliani, Fulvio Mastantuono, Domizio Pigna, Ludovico Prete e Gabriele Sebastianelli. A controllare l’operato dell’Amministrazione saranno: il dr. Amedeo Ceniccola, con: Remo Del Vecchio, Giovanni Falato e Luigi Rotondi; il dr. Filippo Pigna.

Amedeo Ceniccola, dunque, dopo appena trenta mesi dai fastosi e lunghi festeggiamenti nelle zone di Guardia con cui salutò la sua elezione a Sindaco, è stato relegato nuovamente al ruolo che ha occupato per tanti anni: l’opposizione. Le motivazioni sono tante e note perché anche la stampa quotidiana è stata costantemente impegnata nel registrare le diatribe all’interno di quella maggioranza e ad ospitare realta_articoli che criticavano l’operato di quella Amministrazione e la difesa dell’accusato.

A noi, invece, preme dire altro, anche se ciò non fa onore e, crediamo, sia da addebitare anche a questo la condanna sonora ed inappellabile emessa dal maturo popolo guardiese.

Più volte, da queste stesse colonne, abbiamo auspicato un addolcimento del clima velenoso che si respirava a Guardia. Ciò perché non è civile insultare i propri amministrati, usare terminologie incredibilmente fuori luogo, aggettivazioni impronunciabili ed irricevibili.

Ma, nella convinzione che questo modo di far comizi potesse distrarre l’elettorato e non rispondere alle tante accuse rivolte a chi ha guidato la ex compagine amministrativa da parte di chi ha consentito la risoluzione anticipata della consiliatura, in questa campagna elettorale è stata usata una violenza verbale che non ha precedenti né nella storia di Guardia, né in quella di altri paesi viciniori. Discorsi al vetriolo per infiammare la piazza, per portarsela con sé, per distruggere e trascinare gli altri sul binario della semina dell’odio a tutto campo. Ma l’avversario di sempre non è caduto in questo tranello ed allora si è assistiti ad un modo diverso di condurre una campagna elettorale.

Ma quando tutti sono stati “passati per le armi”, come si suol dire, e non si avevano, forse, altri argomenti piccanti su cui urlare, la stessa sorte dell’insulto è capitata ad un cittadino che non era neanche candidato alla benché minima carica. Anche a lui sono stati indirizzati strali ignobili che vanno rispediti al mittente.

Quel cittadino avrebbe consumato il reato di lesa maestà nei confronti del sindaco defenestrato, quando, invitato ad intervenire in una delle assemblee popolari indette del centro sinistra mesi addietro, così si espresse (riportiamo dal testo scritto del discorso):

“L’anno prossimo saranno celebrati i Riti Settennali. L’affluenza di popolo leggerino e curioso sarà certamente tanta. Ad oggi mancano le strutture necessarie ad alleviare, se non ad eliminare completamente i disagi. Anche qui due notazioni. Primo: i politici o gli enti comunali o sovracomunali retti da politici, non si ergano a paladini per raccordare tra loro anche gli enti ecclesiastici, come ho letto che si vorrebbe fare. La politica, i politici, stiano lontano dai Riti perché questi sono una manifestazione di fede. Ricordino che la presenza del Sindaco nelle riunioni delle Deputazioni Permanenti non è di carattere presidenziale, perché esse sono presiedute dal Parroco, così come sanciscono i codici civile e penale dello Stato Italiano ed il diritto canonico. Il Sindaco partecipa a quelle riunioni in virtù di una necessità sentita nel 1960, quando la parola dell’autorità civica poteva riuscire, forse più di ogni altra, a mettere tutti d’accordo.Guardia non perdonerebbe mai una sia pur minima intrusione. Su quel patrimonio religioso, sentimentale, culturale non deve affiorare il benché minimo sospetto di politicizzazione. Quindi giù le mani politiche da questo grande giubileo di penitenza. Secondo: l’amministrazione comunale dovrà curare gli aspetti logistici esterni, per non fare brutta figura e per onorare gli ospiti: rendere il paese più accogliente con interventi strutturali da lasciarsi ad imperitura memoria, così come si è fatto, in Italia, per il grande giubileo del 2000; dovrà organizzare l’accoglienza dei guardiesi che vivono all’estero in modo particolare e di tutti quelli che ne hanno bisogno per motivi di studio, lavoro o altro; l’accredito dei giornalisti, delle troup televisive; stampare i pieghevoli i cui testi attinenti alla religiosità del fenomeno si auspica vengano concordati con l’autorità ecclesiastica. Questo per far sì che termini giusti non diano adito a false o comode negative interpretazioni di tutta la manifestazione. In questo siamo bravi e ce lo dimostrano le manifestazioni degli Incontri Cinematografici Internazionali con le Tradizioni Popolari, di felice memoria”.

In queste espressioni il Ceniccola ha visto e denunciato a squarciagola in un comizio di piazza, solo tanta “pochezza umana” di un “individuo” che non ha titolo per parlare, accompagnando altri pesanti giudizi con gesticolazioni che non stiamo qui a descrivere!!!!.

Lasciando ogni commento al nostro lettore, non possiamo dire che è veramente grave! Noi non leggiamo elementi negativi degni di attacchi sfrondati.

Non esageriamo, quindi, se affermiamo che, a questo punto, la prima emergenza sia quella di riportare il clima di serenità e di pace in questa cittadina sannita.

E’ la vera grande sfida che attende il sindaco Falato e la sua compagine. Sarà la vittoria di una guerra combattuta con onore, la realizzazione del più grande progetto in tutta la storia di Guardia Sanframondi.

Carlo Labagnara

(Da Realtà Sannita n. 10 / 1.15 giugno 2002 pag. 6)