Il Distretto Sanitario deve restare a Telese Enti

Da quando è nato il Distretto Sanitario (all’origine USL 7) ha sempre avuto la sua sede in Telese Terme. Negli ultimi tempi si sono diffuse voci malevoli (ma non tanto, poi…) che danno per imminente un suo trasferimento nei locali di quello che è stato fino a poco tempo fa l’ospedale di Cerreto Sannita.

Questa è la ragione per la quale l’Amministrazione Comunale di Telese ha indetto un Consiglio Comunale aperto al quale ha invitato a partecipare i sindaci della valle telesina, gli onorevoli tutti della provincia, le autorità sanitarie cui sono demandate eventuali decisioni in merito, ed i cittadini dell’intero comprensorio. L’intento era quello di fare chiarezza, una volta e per sempre, di modo che alla fine (di questa penosa giostra) ognuno si assumesse le proprie responsabilità.

L’invito è stato accolto, fa piacere sottolinearlo, soprattutto dagli onorevoli, nazionali ed europei (Mazzoni, Pepe, Boffa, Formichella, Del Basso De Caro); un po’ meno dei sindaci (Panza, Izzo, Di Cerbo, Di Santo, Santonastaso); da tanta gente comune tra cui molti dipendenti dello stesso distretto sanitario evidentemente preoccupati di essere sbattuti chissà dove. Viceversa, brillava l’assenza delle autorità sanitarie.

Ha introdotto i lavori, illustrando il problema, il sindaco della cittadina termale Pasquale Carofano (nella foto), ed ulteriori particolari hanno aggiunto l’assessore Liverini ed il capogruppo della minoranza di Cerbo.

Bene, il problema è questo. Negli anni scorsi la dirigenza della sanità provinciale aveva comprato uno stabile in Telese per adibirlo a sede del distretto sanitario ed aveva versato un cospicuo anticipo. I lavori erano stati eseguiti secondo le esigenze operative di pura funzionalità della struttura, dettate peraltro dalla stessa direzione sanitaria. Ultimati i lavori, è venuto fuori un problema di natura tecnico-amministrativa che il proprietario ha provveduto a sanare proprio per far fronte all’impegno assunto. Non è bastato, perché questo è stato il motivo per cui il direttore sanitario ha disdetto l’impegno precedentemente assunto chiedendo la restituzione dell’anticipo versato.

Tutto legittimo fino a questo punto, ha sostenuto nel suo intervento il capogruppo regionale del partito democratico Umberto Del Basso De Caro, ora, però, bisogna vedere come si muovono i responsabili ai vari livelli della sanità e si verificherà se si è voluto cogliere l’occasione di sferrare qualche tiro mancino (da un punto di vista politico) per mettere in atto lo “scippo”, come ama ripetere il sindaco di Telese. Fatto è che in questo caso lo scippo non sarebbe soltanto per Telese, quanto per l’intero territorio del comprensorio che conta circa sessantamila abitanti che privilegiano la centralità di Telese per il disbrigo delle loro pratiche.

Gli onorevoli, chi più chi meno, tutti hanno evidenziato il dato di fatto, incontrovertibile, della naturale posizione baricentrica del sito telesino per cui è pazzesco per loro una valutazione, e quindi una decisione diversa. Hanno unanimemente affermato che “bisogna incontrarsi ed approfondire la situazione con senso di responsabilità ed avendo di mira un solo obiettivo: la piena funzionalità del servizio anche in rapporto alle esigenze dell’utenza”.

Dello stesso avviso sono stati i sindaci che con i loro interventi, sentiti e accalorati (Panza più di tutti) hanno sostenuto la necessità di migliorare sì la funzionalità del distretto sanitario, ma proprio a partire dalla esigenza di non trasferirlo altrove perché qui a Telese è in una posizione comoda per tutti, raggiungibile da ogni dove dagli utenti e dai dipendenti.

Delle autorità sanitarie, si è detto, nemmeno l’ombra. Quindi si saprà (esattamente) come la pensano soltanto quando ci sarà un incontro più ristretto tra i responsabili delle istituzioni a più alto livello.

E’ corsa voce di una volontà di risparmio da parte della direzione sanitaria che farebbe considerare la opportunità del trasferimento del distretto. Certo è che la finalità del risparmio a tutti i costi non è una buona ragione perché a rimetterci, ancora una volta, sarebbero gli utenti che incontrerebbero difficoltà enormi per raggiungere la nuova sede, molto decentrata, specie per i paesi alle falde del Taburno.

Fa piacere comunque che ci sia volontà di risparmiare, anche se fa un certo effetto constatarla nel campo sanitario di questi tempi ed in questo caso. Il risparmio è doveroso, per tutti ed in tutti i campi della pubblica amministrazione, ma non deve essere attuato a scapito della funzionalità del servizio, perché in tal senso è solo spreco. Se poi questa volontà di risparmio è dovuta ad altro, i fatti che seguiranno si incaricheranno di dire la verità alle comunità interessate che per ora non vogliono essere beffate ancora una volta e per questo stanno in vigile stato di allerta.

CARLO FRANCO

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