La Suprema Corte, costituzionalmente illegittimo l'incremento del prelievo forzoso ai danni delle Province Enti

L’incremento del prelievo forzoso ordinato dallo Stato e pari a un miliardo di euro ai danni delle Province per gli anni 2016 e 2017, in aggiunta a quello già in precedenza disposto, è viziato da illegittimità costituzionale.

Lo ha stabilito il 27 giugno scorso, con la sentenza n. 137, la Corte Costituzionale.

Lo ha reso noto il presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci.

La sentenza della Suprema Corte (presidente: Lattanzi; redattore: De Pretis) ha dichiarato la illegittimità costituzionale di una norma dello Stato nella parte in cui non prevede la riassegnazione alle Regioni a Statuto ordinario delle risorse acquisite ai danni dei Bilanci delle Province e delle Città Metropolitane da parte dello Stato in relazione all’incremento del prelievo forzoso già in atto e disposto con precedente Legge Finanziaria per il 2015.

Tale incremento, disposto in aggiunta ai prelievi forzosi per l’anno 2015, è stato pari per ciascuno degli anni dal 2016 al 2017 ad euro 900 milioni, dei quali 650 a carico dei Bilanci delle Province e per il restante a carico delle Città Metropolitane.

Con la stessa sentenza, inoltre, la Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di un’altra norma nella parte in cui questa determina la riduzione per un importo pari al 20% della quota del fondo per il trasporto pubblico locale spettante a ciascuna Regione senza, come secondo la Corte sarebbe stato invece doveroso, determinare un minimo ed un massimo “fino al 20%” ed in proporzione all'entità della mancata erogazione a ciascuna Provincia e Città metropolitana dello stesso fondo per il trasporto pubblico locale per l'esercizio delle relative funzioni.

Le norme oggetto della sentenza (e cioè: gli articoli n. 16, comma 1, e n. 39 del decreto legge del 24 aprile 2017, n. 50, recante: “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”), erano state contestate dalle Regioni Liguria, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Piemonte.

Ricci, commentando la sentenza della Suprema Corte, ha dichiarato: “Avevamo sempre contestato sia l’entità che la legittimità del prelievo forzoso ai danni delle Province di risorse finanziarie da cui derivava necessariamente un depauperamento dell’erogazione dei servizi ai cittadini. In effetti, a fronte di una difficoltà delle Province ad assicurare servizi efficienti, per carenza di fondi, sono comunque rimaste in capo alle stesse le conseguenti responsabilità. Dopo questa sentenza della Corte appare sempre più urgente ed improcrastinabile che Governo e Parlamento, come chiesto con forza a Bergamo anche l’Unione delle Province d’Italia e come ho fatto io stesso nei giorni scorsi in Consiglio provinciale, intervengano per un riassetto complessivo ed organico del nostro ordinamento in materia di enti locali e segnatamente delle Province, che restano enti di dignità costituzionale”.